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mercoledì 6 maggio 2015

Dirt Rally


  • Piattaforme:PC

  • Genere:Simulazione guida

  • Sviluppatore:Codemasters

  • Data uscita:27 aprile 2015 (Early Access)

     

     

    Spuntato fuori un po’ all’improvviso, DiRT Rally ha da subito rappresentato un progetto estremamente interessante per numerose ragioni. La volontà di proporre un prodotto simulativo, con un modello di guida che renda credibili i cambiamenti di superfici e faccia sentire di avere veramente il controllo dell’auto, segna una sorta di cambio di passo da parte di Codemasters; vediamo allora se questo nuovo progetto, attualmente in early access e disponibile solo su PC, è nato sotto una buona stella.

    Presupposto fondamentale nell’analisi di DiRT Rally è dimenticare le ambientazioni festaiole dei precedenti titoli della serie DiRT. Non troveremo, dunque, Ken Block pronto a sfidarci in gimkane buone a far cadere a pezzi il nostro nuovo volante, ma un’impostazione per ora più seriosa e, detto francamente, più adatta a un titolo che ha come obiettivo quello di essere una simulazione di gare di rally.
    Nel momento in cui scriviamo, il titolo offre già alcune opzioni di gioco interessanti: si parte con la possibilità di impostare un evento personalizzato, e si continua con la modalità carriera e gli eventi online. Quest’ultima modalità di gioco, al momento, consente di sfidare altri giocatori in eventi giornalieri, settimanali e mensili: l’obiettivo, evidentemente, è quello far segnare il tempo migliore rispetto a tutti gli altri utenti del titolo.
    Fermo restando che il comparto online dovrà per forza essere oggetto di analisi anche e soprattutto nel corso dello sviluppo del titolo, sembra corretto concentrarsi sulla modalità carriera, che già da ora propone alcuni spunti di analisi. Come da tradizione, infatti, il giocatore avrà a disposizione un capitale iniziale da investire nell’acquisto di un’auto: l’obiettivo è quello di vincere più eventi possibile, di modo da scalare le sei categorie di auto proposte. I fondi disponibili ad inizio carriera, dunque, consentiranno di partire dalla categoria Anni ’60, composta al momento dalla mitica Lancia Fulvia HF e dalla Mini Cooper S. Il particolare che si è segnalato come il più originale, relativamente a questa specifica modalità, è quello relativo alla costruzione del proprio team. Il giocatore, infatti, potrà arrivare ad avere fino a cinque collaboratori, compresi ingegneri e soprattutto capo equipaggio. Il ruolo di queste figure, assumibili grazie ai fondi raccolti dalle nostre vittorie, è quello di incidere sulla qualità e prestazioni delle varie componenti delle auto. Si tratta di un sistema che aggiunge una certa profondità strategica alla carriera, considerato che per avere un buon team si potrà scegliere di spendere (compatibilmente con i propri mezzi finanziari) per ingaggiare i migliori sulla piazza, e che il livello di competenze del capo equipaggio aumenterà a seconda del numero di gare a cui si parteciperà.
    Abbiamo accennato alla presenza di due vetture, ma è anche giusto parlare delle auto disponibili nelle altre categorie, acquistabili in carriera e liberamente selezionabili, invece, durante gli eventi personalizzati. Tra le altre, dunque, trovano posto la 131 Abarth, la Sierra Cosworth, per non parlare delle Lancia Delta S4 e HF, della Subaru Impreza del ’95 e della più recente Ford Fiesta RS. Il numero di auto disponibili attualmente dunque si attesa a 18: si tratta, però, di un dato che andrà aggiornato nel corso dello sviluppo del gioco, visto che è stato già annunciato l’arrivo di nuove vetture.
    Un altro elemento che verrà presumibilmente rivisto, almeno dal punto di vista della quantità, è relativo all’insieme delle locazioni disponibili. Al momento, infatti, i giocatori possono lanciarsi in competizioni ambientate in Grecia, ad Argolis, in Galles, a Powys, oltre che a Montecarlo. Il numero di tappe disponibili al momento è 36, e si segnala per una certa varietà di condizioni ambientali. Se a Montecarlo, infatti, i giocatori dovranno fare i conti con strade ghiacciate e innevate, le tappe gallesi proporranno location fangose, con sporadiche pozze d’acqua, e immerse nel verde delle foreste. Tutt’altro spettacolo proporranno le assolate ambientazioni greche, dove la ghiaia la farà da padrone e il pericolo di “inciampare” in qualche masso sarà sempre dietro l’angolo.
    A seconda della location, poi, si potranno selezionare varie condizioni ambientali (ad esempio la pioggia per le tappe gallesi e la neve per quelle nel principato), oltre che differenti orari. Un particolare, quest’ultimo, che influenza non poco la visibilità, e di conseguenza le prestazioni.
    Descritti diligentemente i contenuti più importanti di questa versione ad accesso anticipato di DiRT Rally, è finalmente giunta l’ora di capire quali sensazioni scaturiscano dalla nostra prova che, è bene sempre ricordarlo, non può che giungere a giudizi per ora parziali e non definitivi.
    Dopo aver collegato il sempre ottimo G25, impostato il cambio sequenziale e disattivato con una certa spavalderia tutti gli aiuti proposti dal gioco, ci siamo lanciati speranzosi in un primo evento che, con le dovute cautele del caso, ci ha lasciati soddisfatti. La prima sensazione è quella che la differenza di potenza tra le varie auto sia ben realizzata: affrontare lo stesso tornante con una Mini Cooper S piuttosto che con una Lancia Delta S4 è un’esperienza ben differente, soprattutto per quanto riguarda la sensibilità con la quale si andrà a dosare l’acceleratore e con la quale si agirà sul volante, onde evitare sovrasterzi non molto piacevoli.
    Buona anche la sensazione di velocità, specie nelle tappe gallesi, anch’essa conseguenza della tipologia di auto che si sta guidando ma comunque ben percepibile con ogni categoria. Non ci è del tutto piaciuto, invece, il sistema di force feedback: intendiamoci, se si regola il ritorno di forza a livelli discretamente alti finiremo le varie tappe con le braccia doloranti, ma dal punto di vista delle sensazioni che il terreno ci dovrebbe dare tramite il volante sembra che ci sia ancora del lavoro da fare.
    DiRT Rally non è un gioco tremendamente difficile da padroneggiare, ma richiede di sicuro tanta attenzione e prontezza: i giocatori meno abituati ai titoli di guida, in effetti, potrebbero avere qualche difficoltà anche con il controllo di stabilità, il launch control e l’ABS abilitati. Va da sé che con “difficoltà”, in un gioco di rally, si intende l’urto con qualsiasi elemento presente a bordo percorso, o peggio ancora il volo in qualche fossato. In queste particolari situazioni il titolo non propone flashpoint e altre soluzioni decisamente poco simulative, ma solo un possibile riposizionamento rapido della vettura che, però, costerà preziosi secondi sul tempo finale.
    Il titolo Codemasters, dunque, riesce a divertire proprio perché le vittorie potrebbero non arrivare appena messe le mani su pad e volante; tutto ciò spinge a migliorare la propria guida, e a perfezionare l’assetto dell’auto, che consente di agire velocemente su tutta una serie di parametri quali i rapporti delle marce, la durezza delle sospensioni e il bilanciamento dei freni. C’è da dire che l’impatto delle regolazioni non ci è sembrato così incisivo, e in ogni caso si tratta di un aspetto che andrà analizzato anche in futuro.
    Capita a tutti: magari non si è dato ascolto molto attentamente al navigatore, o si è interpretato male il suo avviso, oppure si stava guardando da un’altra parte. Ma è quando si finisce per boschi, magari lunghi dopo un tornante, e con l’auto sottosopra, che DiRT Rally ci ha convinto un po’ meno. Durante un paio di eventi, ad esempio, non siamo stati in grado di continuare a guidare perché avevamo distrutto l’auto dopo un frontale con un muro di massi. Ci saremmo aspettati di subire la stessa sorte anche dopo esserci cappottati per un paio di volte, finendo giù da un versante del percorso, ma non è stato sempre così. Soprassedendo sui singoli esempi, in ogni caso, complessivamente la sensazione è che gli sviluppatori debbano ancora lavorare sulle collisioni non tanto dal punto di vista estetico (visto che all’arrivo la macchina sarà sempre conciata in maniera oscena se si è guidato con i piedi), ma anche per quanto riguarda l’effetto che queste hanno sulla guida. E’ un qualcosa che non inficia l’esperienza di guida, ma deve essere rivista per migliorare ulteriormente un’esperienza che, come si è intuito, si è rivelata essere divertente.
    Concludiamo questa prima analisi di DiRT Rally parlando del versante tecnico: spinto dall’EGO Engine, il titolo offre un comparto grafico sicuramente piacevole, capace di offrire scorci anche suggestivi, seppur con qualche tentennamento negli elementi di contorno. La peculiarità della più che sufficiente qualità visiva, in ogni caso, sembra essere la “digeribilità” del titolo, che permette di usufruirne anche su configurazioni lontane dal top di gamma. Buono anche il comparto sonoro, che propone delle rappresentazioni credibili delle varie auto presenti attualmente, e un navigatore comprensibile e chiaro nella quasi totalità delle occasioni

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