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martedì 27 ottobre 2015

Just Cause 3

  • Piattaforme:PC, PS4, Xbox One

  • Genere:Azione

  • Sviluppatore:Avalanche Studios

  • Data uscita:1 dicembre 2015

     

     

    Just Cause 3 inizia nel migliore dei modi. Una versione malata di una vecchia canzone dei Prodigy in sottofondo, Rico Rodriguez in piedi sull’ala di un’aereo mentre scarica un lanciarazzi su dei siti di missili terra-aria, per poi gettarsi nel vuoto col paracadute, atterrare in una grotta e fare fuori altra gente con un mitra. Sudore, sangue e testosterone si mescolano creando una miscela esplosiva: i primi secondi del gioco sono una dichiarazione d’amore nei confronti di chi da anni attendeva il ritorno di questa saga.
    Per il terzo episodio della serie, Rico è approdato su Medici, isola mediterranea sotto la dittatura del temibile generale Di Ravello, un uomo le cui fattezze e movenze ricordano un inquietante ibrido tra Mussolini, Stalin, Gheddafi e Francisco Franco, un essere spietato, capace di gustarsi un’oliva ripiena mentre un suo sottoposto si spara in bocca con una pistola automatica. Di Ravello è spregevole, e occorrono appena pochi minuti al giocatore per capire il motivo della visita a Medici e la ragione per cui si combatte.
    Come è sempre avvenuto nella saga di Just Cause, lo scopo del gioco risiede nel liberare l’isola dalla dittatura zona dopo zona, rovesciare il governo, liberare la popolazione dal controllo e dalla violenza delle truppe agli ordini di Di Ravello. Nella nostra avventura, dunque, incontriamo personaggi vecchi e nuovi che ci fanno da spalla nel corso della vicenda, guidandoci missione dopo missione alla conquista di Medici.
    Al fianco di Rico Rodriguez fa la sua comparsa un vecchio amico del nostro eroe, Mario Frigo, meccanico ribelle dal marcato accento italiano, decisamente meno macho del protagonista ma con molto coraggio e determinazione. Mario svolge inizialmente il ruolo di guida e intelligence per Rico, spingendolo a completare le prime missioni e a fare la conoscenza degli altri personaggi, tra cui spicca la scienziata Dima, dal volto orribilmente sfigurato e con qualche rotella fuori posto, che fornisce a Rico tutti i nuovi gadget presenti in Just Cause 3.
    Anche se la storia ha luogo su di un’isola inedita per la serie, Medici è una sorta di patria per Rico. Il nostro eroe, nato in Messico, è infatti cresciuto nell’isola mediterranea e ha amicizie di lunga data. Anche se i personaggi che si incontrano sono nuovi per il giocatore, l’intera vicenda per Rico sarà una sorta di tuffo nel passato, con amici vecchi e nuovi che si alternano sullo schermo, di cui sappiamo poco e la cui storia ci viene in parte tenuta nascosta dagli sviluppatori.
    Nonostante l’evidente esagerazione nei caratteri e nell’aspetto dei personaggi che sfociano spesso nello stereotipo, gli sviluppatori sono riusciti ad introdurre qualche elemento davvero esilarante. Confessiamo di esserci messi a ridere quando abbiamo assistito a una litigata tra Mario Frigo e la sua anziana nonna che gli urlava di venire a cena, riconoscendoci in parte. Al posto del consueto stereotipo italiano visto dagli americani, infatti, abbiamo con piacere notato che gli stereotipi sembrano essere messi in scena da un’italiano che prende in giro se stesso. Di certo può avere influito la presenza tra le figure chiave del team di Francesco Antolini, lead designer del gioco e pistoiese di nascita, il cui contributo nella caratterizzazione dei personaggi potrebbe davvero rivelarsi provvidenziale per la credibilità dei personaggi.
    Medici, in ogni caso, è un’isola che prendere molti elementi tipici dei paesaggi del Mediterraneo e li mescola con sapienza, creando un luogo che sembra a metà strada tra la Liguria, la Toscana, Malta e le isole del Dodecaneso. Anche la lingua del posto è stata saggiamente scelta: su Medici si parla l’Interlingua, un idioma artificiale realmente esistente che è stato utilizzato per tutte le scritte presenti nel gioco, ma che non si ode mai nel doppiaggio. Il gioco è interamente localizzato in italiano, ma nel corso del nostro test abbiamo preferito giocarlo in inglese con i sottotitoli. In lingua italiana, infatti, tutto il lavoro legato alla creazione e umanizzazione dei personaggi con i loro accenti particolari si perde, mentre in inglese si possono apprezzare le varie sfaccettature degli amici e nemici di Rico (l’accento texano di Sheldon, in particolare, è sempre una garanzia).
    Come da tradizione, Just Cause 3 ci porta in un mondo fatto di intensi combattimenti, fughe a bordo di veicoli e tante, tantissime esplosioni. Il sistema di combattimento con le armi da fuoco funziona molto bene: non vi è un sistema di copertura (l’unico aspetto che, forse, ci lascia un po’ di amaro in bocca), ma le armi danno un’ottima sensazione e un feedback davvero eccellente se paragonate alla piattezza di Just Cause 2.
    I veicoli fungono sia da mezzo di trasporto che da vera e propria arma: vi sono veicoli corazzati, auto, moto, scooter e, naturalmente, barche e velivoli. Gli aerei questa volta sono più utilizzabili che in passato: al costo di un po’ di realismo, infatti, gli sviluppatori ci danno la possibilità di utilizzare caccia da combattimento che possono decollare e atterrare in pochi metri, consentendo al giocatore di spostarsi rapidamente senza la necessità di individuare ampie aree per l’atterraggio. Alcuni veicoli e velivoli sono dotati di armi, e possono tornare utili per espugnare le fortezze presenti nel gioco o, semplicemente, per fare un po’ di caos o prendere parte alle numerose sfide presenti nel gioco.
    Il sistema di movimento più pratico nel gioco, tuttavia, si affida alla triplice combinazione di rampino, paracadute e tuta alare, quest’ultima presente per la prima volta nella serie. Con una sapiente combinazione dei tre elementi ci si può spostare per Medici con rapidità e in maniera davvero spettacolare. Non ci sorprende, dunque, che gli sviluppatori abbiano inserito nel gioco numerose sfide legate alla tuta alare che - siamo certi - ci consentirà di mettere in scena alcune azioni da lasciare a bocca aperta.
    Per liberare le varie aree occupate dai sodati di Di Ravello dobbiamo creare il caos, fare esplodere un sacco di cose e abbattere statue e simboli del potere dittatoriale. Il rampino è stato opportunamente riveduto e può contribuire a generare enormi esplosioni a catena. Una nuova funzione, infatti, consente di collegare fra loro fino a quattro oggetti: quando il rampino viene ritirato, gli oggetti iniziano a collidere fra loro. Collegare un barile esplosivo a un distributore di benzina potrebbe creare qualche bel fuoco d’artificio, e ci siamo sinceramente divertiti nel fare saltare in aria alcuni generatori elettrici giocando a bowling con un grosso serbatoio di propano.
    Vi è poi la possibilità di distruggere ponti e bloccare convogli di veicoli nemici in maniere piuttosto creative. O, in alternativa, si possono utilizzare i veicoli come arma e lanciarli contro ai nemici o farli decollare attraverso delle speciali granate razzo.
    Nel gioco è poi presente una particolare meccanica che consente di modificare le capacità di Rico: si possono creare bombe a mano che esplodono in prossimità dei nemici, si possono migliorare i veicoli e le armi, l’efficacia del rampino. Il respec è possibile in qualsiasi momento, e il giocatore può scegliere la migliore combinazione per ciascuna missione, modificando l’approccio in maniera talvolta radicale.
    Al contempo, i veicoli sono modificabili: potete aggiungere il NOS a un trattore agricolo per trasformarlo in un bestione da 1000 cavalli. O, in alternativa, potreste tentare qualche strana modifica a un’auto da corsa per trasformarla in un veicolo utile in battaglia. La libertà concessa al giocatore di Just Cause 3 è davvero elevatissima, e in un titolo free roaming questo aspetto potrebbe rivelarsi cruciale. Siamo davvero molto curiosi di scoprire cosa la community riuscirà a inventarsi su questo gioco quando sarà disponibile: crediamo che su Youtube o su Twitch ne vedremo davvero delle belle.

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