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lunedì 19 ottobre 2015

Train Valley

  • Piattaforme:PC

  • Genere:Gestionale

  • Sviluppatore:Oroboro Games

  • Data uscita:16 settembre 2015

     

     

    Riuscire a costruire la propria rete di trasporti virtuale dà molta soddisfazione: piazzare i binari, acquistare le motrici, vedere i piccoli trenini che seguono pixel per pixel il percorso da noi tracciato fino ad arrivare sicuri a destinazione, è una sensazione che gli appassionati di titoli del genere conoscono molto bene. Il gioco che stiamo per analizzare, Train Valley, cerca di ridurre all’essenza questa esperienza, proponendo una variazione sul tema dei gestionali di reti di trasporto. Vediamo di capire di che si tratta.

    Sviluppato da Oroboro Games, Train Valley mette il giocatore difronte a una sfida che all’apparenza sembra semplice, ma che in pratica darà molti grattacapi. L’obiettivo, infatti, è riuscire a collegare varie stazioni tra di loro, all’interno di stage che seguono in ordine cronologico l’evoluzione delle linee ferroviarie. Si inizierà con i primi convogli a vapore nel 1832, e si continuerà fino ad arrivare alle soluzioni giapponesi tecnologicamente avanzate degli anni 2000. Non si tratta, dobbiamo precisarlo bene, di uno di quei titoli che puntano sulla gestione prolungata della propria rete ferroviaria: in Train Valley, in effetti, verranno proposti livelli separati tra di loro, all’interno dei quali dovremo ricominciare sempre dall’inizio. In verità esiste anche una modalità sandbox, in cui saremo liberi da tutti i vincoli che analizzeremo meglio nel secondo paragrafo, e in cui sostanzialmente potremo far girare i nostri trenini per tutto il tempo desiderato.
    Nel concreto, allora, l’obiettivo del gioco è riuscire a costruire una piccola rete ferroviaria di modo da far viaggiare i treni da una stazione all’altra. Il tutto senza far scontrare i convogli, o senza mandarli nelle stazioni sbagliate. Come si può intuire, questa dinamica rappresenta la forza ma più che altro la debolezza del gioco: in effetti Train Valley si atteggia più a rompicapo che a gestionale, visto che riuscire ad avere successo nei livelli più avanzati sarà questione veramente complicata. Nonostante ciò, è evidente come la struttura del gioco rimanga immutata per tutta la durata dell’esperienza, e difatti la sensazione di ripetitività sarà presente dopo poche ore di gioco.

    La fragile economia delle compagnie di trasporto

    Il traguardo principale di tutti gli scenari di Train Valley è sostanzialmente uno solo: non finire in bancarotta. Ogni stage, infatti, percorre alcuni anni di un determinato periodo storico, e in questo lasso di tempo il giocatore deve far sì che la propria compagnia prosperi e si espanda. Per fare ciò, molto semplicemente, si dovranno collegare correttamente le stazioni, fare in modo che i treni non si scontrino o vadano a finire in stazioni sbagliate, e limitare il più possibile i ritardi. Ogni treno che arriva nella stazione corretta, infatti, garantisce una entrata di denaro, che può essere reinvestita per costruire nuovi binari, e per pagare le tasse annuali. Se il rapporto tra entrate e uscite diventa negativo anche solo momentaneamente il gioco si interrompe, il livello termina, e si dovrà ricominciare tutto dall’inizio.
    Oltre all’obiettivo principale appena descritto, ogni livello proporrà traguardi secondari che varieranno a seconda dell’ambientazione. Il titolo, così, ci chiederà di volta in volta di guadagnare una certa cifra, oppure di non far arrivare neanche un treno nella stazione sbagliata, o ancora di non distruggere troppi elementi dello scenario.
    Il fulcro dell’azione di Train Valley, difatti, è proprio la posa dei binari che devono collegare le varie stazioni. Di norma, i livelli iniziano con solo due fermate da servire; dopo i primi guadagni inizieranno a spuntare nuove stazioni, il che obbligherà a tracciare rotte sempre più tortuose e precise. Per fare ciò, i giocatori dovranno semplicemente tracciare col mouse il percorso dei binari, ma l’insidia peggiore non risiede tanto nel percorso in sé. La sfida più grande del gioco, che difatti ci spinge a dire che Train Valley è sostanzialmente un rompicapo, è la gestione degli scambi. Ogni treno, infatti, dovrà essere indirizzato manualmente verso la sua stazione di arrivo, andando ad agire col mouse su ogni scambio interessato. Se il discorso si rivela semplice nel momento in cui su schermo sono presenti due, tre stazioni, negli stage più avanzati la situazione si rivelerà un vero e proprio delirio, con incroci, cambi di direzione, gallerie, ponti e altre variabili di cui tener conto. Di norma, il giocatore ha dalla sua il grande vantaggio di poter scegliere quando far partire i treni: per sapere dove indirizzare le locomotrici, difatti, gli sviluppatori hanno pensato a un sistema semplice ma efficace. Ogni stazione, allora, presenta un colore differente, e nel momento in cui un treno è in partenza, apparirà una piccola appendice colorata che identifica un’altra fermata della propria rete. A quel punto basterà cliccare sull’icona della stazione, e il proprio treno partirà automaticamente. Se il percorso e gli scambi sono corretti, avremo successo. Questa dinamica, unita alla possibilità di mettere in pausa il gioco, consente difatti di avere il più delle volte il quadro completo della situazione, ma è anche vero che nel momento in cui si aspetterà troppo prima di far partire un treno, questo si metterà in moto automaticamente. Se allora la nostra rete sarà troppo disordinata, e gli scambi non a norma, succederà l’irreparabile.
    Lo scontro di due treni, come intuibile, porta a una serie di conseguenze spiacevoli: per prima cosa i treni esploderanno, e i binari verranno distrutti. Tutto ciò significa che dovremo spendere non solo per ricostruire la strada ferrata, ma anche per togliere le macerie. Ogni elemento sufficientemente piccolo della mappa, infatti, può essere rimosso a patto di pagare un prezzo peraltro abbastanza elevato. Far scontrare due treni, specie nei livelli più avanzati, vuol dire in altre parole dover spendere talmente tanti soldi da costringere ad andare in bancarotta. E con la bancarotta, arriva anche la fine del livello.
    Vale la pena accennare nuovamente poi alla modalità sandbox, che forse rappresenta al meglio l’essenza del gioco: liberi da vincoli economici di sorta, sarà possibile costruire la propria rete di binari e far girare i propri treni per quanto si vuole. La sfida, in questo caso, è tutta di destrezza, e si limita al giusto raccordo tra i binari e al tempismo nell’azione degli scambi
    Train Valley non è un gioco che si perde in sottigliezze: certo, ogni livello cerca diproporre uno scenario che ricordi particolari locazioni geografiche, ma senza mai scendere troppo nel dettaglio. Lo stage italiano, ad esempio, include un bel vulcano da aggirare con le rotaie, mentre i primi livelli richiamano gli scenari americani dei primi del ‘900. Non mancano le location innevate della Russia, così come quelle più futuristiche del Giappone. In generale, considerato anche l’aspetto grafico, è chiaro come Train Valley sia un gioco senza un grande budget, che si concentra quasi totalmente sul gameplay descritto in precedenza; l’estetica del titolo, infatti, propone una grafica squadrata, vicina al cartoon, che in ogni caso garantisce un discreto livello di zoom. Oltre questo, è giusto dire che i giocatori non devono aspettarsi possibilità tipiche di un gestionale di linee ferroviarie: le vetture cambieranno con il corso del tempo, ma non è dato conoscere le loro caratteristiche, né è possibile scegliere che tipo di motrice acquistare. Non si tratta di un vero e proprio difetto: come detto in precedenza, il cuore dell’esperienza è un altro.  Il sonoro, invece, propone degli accompagnamenti audio che risultano abbastanza ripetitivi, mentre i rumori audio dei treni raggiungono la sufficienza.

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