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lunedì 14 novembre 2016

Watch Dogs 2

  • Piattaforme:PC, PS4, Xbox One

  • Genere:Azione

  • Sviluppatore:Ubisoft

  • Data uscita:15 novembre 2016

     

     

    Sono passati tre lunghi anni da quando Ubisoft ha portato nelle mani dei videogiocatori una nuova IP carica di hype e grandi attese, con protagonista Aiden Pearce. Quest’anno nel periodo pre-natalizio troviamo in uscita il suo seguito, un capitolo molto diverso dal primo, che riprende e rianalizza tutta la filosofia che si cela dietro a un possibile gruppo di “criminali informatici” in lotta contro una società corrotta e marcia. Mancando quest’anno Assassin’s Creed, è fuori discussione quanto questo peso massimo di casa Ubisoft non possa assolutamente fare passi falsi. Lo abbiamo dunque giocato, lo abbiamo finito e spolpato per decine di ore, e finalmente possiamo portarvi il nostro giudizio.
    Che abbiate apprezzato il primo capitolo o, al contrario, siate stati tra i più critici, fareste bene ad approcciarvi a Watch Dogs 2 senza troppi pregiudizi, poiché si distanzia molto e sotto vari aspetti dal suo predecessore. La prima e ovvia differenza sta nel protagonista: Aiden Pearce ha passato il testimone – o il controller, in questo caso – a Marcus Holloway e questo è un aspetto molto più significativo di quanto possa sembrare in un primo momento. Con Aiden perdiamo anche quella figura da lupo solitario, il vigilante che da solo è riuscito a mettere in ginocchio un'intera città e i poteri forti che la comandavano, ma anche l'aspetto più drammatico di dover lottare contro tutto e contro tutti per salvare la propria famiglia, senza amicizie ma solo occasionali collaborazioni. Marcus è tutto un altro discorso, incarna alla perfezione il giovane spensierato che si diverte a creare casini fini a sé stessi, e che ha trovato nel DedSec il suo ambiente di compagni ideali. Con loro cercherà di portare la verità tra le persone, esattamente come farebbe un gruppo di attivisti virtuali secondo cui, machiavellicamente, il fine giustifica i mezzi. Ci ritroviamo davanti a un gruppetto di ragazzi scanzonati, che rispecchiano in pieno pregi e difetti di una fascia d'eta più giovane: impulsività, leggerezza, umorismo e un gergo lessicale tipico dell’attuale cultura teen, che comunque riuscirà a strappare qualche risata nel corso della storia. A proposito, l'adattamento italiano è molto creativo ed appropriato, ma non brilla particolarmente in sede di doppiaggio, di per sé nella media.
    Ubisoft ha cercato quindi di coinvolgere i giocatori direttamente con una personalizzazione forte ma credibile del cast, piuttosto che affidarsi al drama degli eventi da narrare e vivere. Riusciamo già ad immaginare quanti possano divertirsi a vedere su schermo una versione senza limiti di sé stessi, o anche a cogliere le tantissime citazioni dedicate al popolo nerd: Supercar, Star Wars, Alien, Predator, meme come se piovessero e tanto altro ancora, tutto da scoprire. Il rovescio della medaglia, però, non tarda ad emergere e mostra il grosso problema di avere una narrazione un po' banale e distaccata: la fatica per il giocatore di partecipare emotivamente alle situazioni che vedono coinvolti i nostri protagonisti.
    Le missioni sono tutte strutturate secondo brevi chainquest, solitamente composte da quattro o cinque step, in cui di volta in volta si ci prepara per una determinata operazione e, infine, la si porta a termine. Prese singolarmente offrono stimoli interessanti, dal punto di vista videoludico, e anche nel complesso riescono nel compito molto arduo di diversificarsi pur mantenendo elementi comuni. Ciò si traduce in azioni solo sulla carta tutte uguali, come raggiungere un server e aspettare che il caricamento finisca, ma sia il ritmo, l'alternanza e la varietà di ambienti ed elementi riescono ad eliminare in buona parte il senso di dejavù che potrebbe sorgere. Anche qui c’è un però ed è ritrovarsi al possibile inizio di ogni missione davanti a una serie di esse sempre ben distinte tra loro e affrontabili nell’ordine che si preferisce, difettando di una linea guida che colleghi coerentemente tutte le singole gesta all'interno di un contesto più ampio e, alla fine, anche appagante. Spesso non riuscirete nemmeno a distinguere, per contenuti, le quest principali da quelle secondarie o online. Tutte queste saranno raggiungibili e selezionabili dallo smartphone, che sarà il nostro hub per qualunque cosa. Sarà possibile infarcirlo di app utili per sbloccare funzionalità extra, come il servizio di “auto a chiamata” o semplicemente tenere tutta la nostra progressione sotto controllo. Le attività online, in particolare, possono essere avviate o dallo smartphone come sempre o, senza soluzione di continuità, vagando per la mappa e interagendo con una partita in atto, per esempio, a bounty hunt.
    Inizialmente il gioco promuove una forte libertà di azione, però si percepisce chiaramente che le cose cambino già dopo qualche ora di gioco. La difficoltà ha un picco abbastanza elevato nelle prime battute, a prescindere dal vostro playstyle, ma se la potenza offensiva delle truppe nemiche scalerà in maniera forse ancor più aggressiva e possente di quanto non potreste fare voi con tutto l'arsenale sbloccabile, sarà invece tutto ciò che gira intorno all'hacking a segnare un clamoroso punto di rottura. Che siano fasi stealth, combattimenti a fuoco o inseguimenti, il vostro smartphone sarà sempre l'arma più letale a vostra disposizione. Avrete un controllo pressocché totale dei molti elementi degli scenari, alcuni dei quali potrebbero tirarvi fuori da un vero e proprio inferno con una facilità così disarmante da risultare a tratti mortificante. I potenziamenti distribuiti sull’albero delle abilità ci permetteranno, guadagnato un livello tramite il numero di follower raggiunti, di sbloccare un potenziamento che andrà ad arricchire la rosa di hacking disponibile oppure a migliorare un’abilità già in nostro possesso.
    Due delle novità più liete in ambito hacking, che vi consigliamo assolutamente di costruire il più in fretta possibile, sono il jumper e il drone volante. Entrambi possono essere avvistati e distrutti con estrema facilità, però sfruttano le loro dimensioni ridotte per infilarsi nei cunicoli e nei piccoli passaggi di cui sono cosparse le mappe per raggiungere agilmente anche l'angolo più remoto della fortezza più sorvegliata. A questi poi sarà possibile aggiungere vari upgrade per distrarre e neutralizzare temporaneamente le guardie, ma già di base hanno la possibilità di farvi interfacciare con qualsiasi device o terminale. Fortunatamente, il quadricottero non dispone di una periferica hardware per l’hacking meccanico di qualsiasi dispositivo, lasciando questa possibilità solo al suo fratellino terrestre, un po' più limitato.
    Un'altra situazione in cui il vostro drone volante vi risulterà imprescindibile è nelle nuove sezioni di puzzle solving, le quali stavolta non avranno una schermata a parte come già visto con il buon Pearce ma vengono integrate con l'ambiente circostante. Avere una visuale libera da limiti strutturali o dalla gravità, vi permetterà di studiare tutti gli schemi con una visione sinottica sull’insieme e di risolverli così molto facilmente, anche nelle situazioni che dovrebbero risultare più concitate con i nemici alle calcagna o un timer a segnare un countdown.
    Restando invece in tema novità, troviamo molto più intuitivo e funzionale il nuovo sistema di comandi. Al tasto dorsale sinistro (L1 per PS4) è adibita l'attivazione di qualsiasi elemento hackerabile e ciò lascia al giocatore sia la possibilità di intervenire rapidamente con l'opzione predefinita, premendo il tasto una volta, sia quella di scegliere con più calma l’azione di hacking più adatta al momento, tenendolo premuto e poi scegliendo una tra le quattro opzioni disponibili. In questo modo potremmo sfruttare lo stesso device come trappola, come esca o per detonarlo, influire i comandi di qualsiasi vettura, rendere chiunque un bersaglio per polizia e gang di strada, e altro ancora. Le scelte sono tante e ognuna vi porterà dei vantaggi, forse addirittura troppi. A render le cose ancor più semplici, si aggiunge anche il sistema di combattimento corpo a corpo con la nuova arma in dotazione. Avrete una corda legata ad una palla di biliardo, in grado di mettere KO qualsiasi nemico, sia in fase stealth che in combattimento aperto, con la sola pressione di un tasto, senza possibilità di replica. L'unico limite è rappresentato dalla durata mediamente lunga dell' animazione, in cui sarete dei bersagli facili contro eventuali altri nemici presenti.
    A questo punto tocca solo analizzare il comparto tecnico. Graficamente, giocato su console, Watch Dogs 2 si presenta molto bene e il colpo d'occhio beneficia anche in buona parte dalla scelta della location. San Francisco offre colori sgargianti di giorno e un panorama stupendo di notte. Resta ovviamente qualche piccola magagna, come textures non sempre ben definite e qualche bug grafico qua e là, però si tratta di elementi non invadenti, un po' come cercare il proverbiale ago nel pagliaio. Altri sono gli aspetti che vi faranno storcere il naso, come la fisica, la bassa densità di popolazione della città e l’intelligenza artificiale elementare. Sia i normali cittadini che le forze armate non risponderanno praticamente mai a stimoli esterni che non siano precalcolati. Mentre tutti si faranno tranquillamente distrarre dalle vostre doti con lo smartphone, nessuno noterà mai un grosso container schiantarsi avanti e indietro a 30 centrimetri sopra le loro teste. Fortunatamente, questo spesso passa inosservato nelle fasi stealth o di combattimento, grazie ad un'ottima distribuzione delle unità, tuttavia l'immersività ne risente parecchio se si guarda il contesto generale. La città, per quanto ottimamente riprodotta, si presenta comunque un po' vuota e procederà con la sua normale quotidianità, lasciando il povero Marcus come un elemento alieno da ignorare finché possibile, cosa che stona ancor di più se consideriamo San Francisco come una grande smart city, tappezzata di telecamere, messe lì solo affinché sia proprio il giocatore a beneficiarne. Infatti qui è doveroso fare un discorso sulla mappa, stiamo parlando di un territorio grande, non gigantesco per il mondo degli open world, ma ricco di cose da fare (gare e sbloccabili principalmente). A corredo troviamo poi una serie di negozi e locali, che indubbiamente arricchisce la pletora di alternative a nostra disposizione, ma che rimane molto legata al contesto classico degli open-world e non va a contribuire all'ecosistema cittadino.
    Quanto invece al motore fisico, il discorso si ricollega soprattutto a quello della guidabilità delle vetture. Il sistema di guida è migliorato e più levigato rispetto al primo Watch Dogs, purtroppo però si nota tantissimo l'approssimazione enorme della fisica nelle frenate e nelle collisioni, poco realistiche e spesso anche brutte.
    E’ doveroso citare che, al momento della nostra prova con installata la patch 1.02, abbiamo riscontrato alcuni problemi più gravi di bug e stabilità. In un paio di occasioni il framerate è crollato letteralmente ad una cifra probabilmente più vicina ai 10 che ai 30 fps, soprattutto a causa dei noti problemi di sincronizzazione online, su cui Ubisoft è già al lavoro. Molto più fastidioso invece è stato dover ripetere da capo intere missioni, solo perché queste non potevano essere portate a compimento per ragioni sconosciute. Problematiche a cui, purtroppo, siamo un po' abituati già da tempo, che rientrano forse nell'ambito della "ordinaria amministrazione" e che sarà possibile risolvere in buona parte con una o due patch correttive, ma che comunque era doveroso segnalare.

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