Piattaforme:PC, PS4, Xbox One
Genere:Survival horror
Sviluppatore:Capcom
Data uscita:24 gennaio 2017
Lo scetticismo si è diradato. Dopo le demo provate negli ultimi mesi, soprattutto quella alla Gamescom di Colonia, Resident Evil 7 ci aveva concesso l'ardire di dubitare della bontà del prodotto realizzato da Capcom, eppure, quasi a voler creare una sorta di marketing al contrario, c'era tanto che doveva dirci il nuovo capitolo della saga survival horror tra le più famose del mercato videoludico. Grazie a una intensa e lunga prova negli studi di Digital Bros a Milano, durata circa cinque ore, siamo riusciti ad analizzare e apprezzare tutto il ventaglio di opportunità che Resident Evil 7 vuole proporci, lanciandoci in un'avventura ansiogena che rievoca molte delle atmosfere dei primi capitoli, rendendoli fruibili per il mercato odierno.
Come noto Resident Evil 7
è ambientato all'interno di una villa abbandonata, della quale, per
adesso, si è visto ben poco. Tolta, infatti, la demo della Gamescom
nella quale dovevamo fuggire da Marguerite, ci era rimasto ben poco da
sapere. Nel nostro hands-on è stato possibile conoscere tutto ciò che va
a caratterizzare questa antica e disastrata villa, partendo dai suoi
abitanti fino all'ecosistema che ci porta a vivere un'esperienza a tutto
tondo, completa di tutto ciò che può caratterizzare un prodotto del
genere. Iniziamo subito col ricordare che stavolta Resident Evil 7
si gioca in prima persona: non abbiamo avuto modo di provare la
versione col VR, che sarà prerogativa di PlayStation, ma la prima
persona dinanzi alla quale ci siamo trovati è sicuramente coinvolgente e
riesce ad aumentare degnamente l'aspetto ansiogeno fornito
dall'ambientazione. Negli inseguimenti, nelle fughe da nemici armati,
mentre noi saremo disarmati, nel provare a districarci in ambienti
angusti o chiusi in un angolo con dinanzi frotte di esseri amorfi che
avanzano verso di noi, sarà questo il valore aggiunto di tutta la
produzione. D'altronde il non vedere, il non poter sapere cosa accade
alle nostre spalle, ha sempre rappresentato il quid pluris di una
produzione horror, sin dai tempi di Walt Disney e la scrittura della
morte della madre di Bambi. In questo abbiamo riscoperto il piacere
dello spavento improvviso, dell'inaspettata apparizione alle nostre
spalle, dell'ansia del ritrovarsi senza un'arma in mano e il doverci
comunque difendere da un vecchio spostato armato di pericolosa accetta.
Ma chiaramente Resident Evil 7 non è soltanto fughe e
difese, come d'altronde ci era stato palesato durante le ultime demo,
che tanto strizzavano gli occhi a titoli come Amnesia o Outlast: il
gameplay c'è, e questa è la prima grande notizia che va completamente a
far diradare il nostro iniziale scetticismo verso il titolo, che
temevamo potesse diventare un survival indirizzato verso il nascondersi e
lo sgattaiolare alle spalle dei nostri carnefici. Ancor prima di
imbracciare qualsiasi tipo di arma, però, è negli enigmi proposti che
abbiamo trovato anche il piacere della sfida, del doverci inerpicare in
sessioni che prevedevano un corposo backtraking. Anche in questo caso la
visuale in prima persona ci ha permesso di apprezzare moltissimo il
livello del dettaglio dei vari oggetti e dell'ambiente che ci
circondava, che va analizzato in ogni suo angolo per poter rintracciare
la risoluzione alle difficoltà che ci si parano innanzi. Così come
accaduto, poi, con le ultime produzioni, è possibile anche rintracciare
dei documenti sparsi per l'intera ambientazione che ci permetteranno di
contestualizzare al meglio il mood e tutto ciò che ci circonda: alcuni
di essi saranno, tra l'altro, fondamentali per poter risolvere alcuni
enigmi, che non sono soltanto ambientali ma anche di vero e proprio
ragionamento. Tutti riescono a essere adeguatamente contestualizzati,
perché in questa villa nella quale ci siamo trovati a spostarci la
normalità non è alla portata di mano, soprattutto nel momento in cui
saremo chiamati a fronteggiare il pericoloso Jack.
Resident Evil 7,
dicevamo, al di là della ricerca, della risoluzione degli enigmi, che
prevedono l'apertura di porte, l'esplorazione di nuove stanze, richiede
anche molta attenzione nei combattimenti. Armati inizialmente di
pistola, poi di fucile ed eventualmente anche di lanciagranate o
lanciafiamme, ci troveremo a contrastare non tanto il già citato Jack,
l'anziano proprietario della villa, che contrariamente alla sua età
avanzata è decisamente coriaceo, ma anche creature liquefatte che molto
riassomigliano al Nemesis dal volto putrefatto che avevamo conosciuto
nei primi capitoli della saga, se non fosse per un corpo decisamente più
informe. Questi ultimi richiederanno una semplice accortezza di mira,
puntando alla testa per estirpare la loro presenza dal vostro mondo, ma
il primo vi impegnerà a più riprese in scontri che prevedono anche la
risoluzione di puzzle ambientali. L'unico aspetto che non ci ha
soddisfatto completamente è stato proprio uno degli scontri con Jack: se
il primo, infatti, è riuscito a mantenere un flow più che soddisfacente
portandoci dinanzi a una sfida abbordabile, la seconda ha preferito
sposare delle meccaniche troppo anacronistiche, con dei pattern
d'attacco eccessivamente ripetitivi, donandoci uno scontro lungo e per
niente soddisfacente, pur basandosi su una buona dose d'ansia. Sarà
necessario, in ogni caso, contestualizzare a dovere la presenza di tali
scontri, che tra l'altro impennano in maniera ingiustificata la parabola
della difficoltà: non che sia un male, sia chiaro, ma il rischio di
ripetuti game over è dietro l'angolo e dinanzi a degli scontri che
diventano ripetitivi in pochi minuti la frustrazione potrebbe avere la
meglio sul piacere. In cinque ore di hands on, in ogni caso, siamo
riusciti a fronteggiare una buona varietà di avversari, sia nelle boss
battle che negli scontri consuetudinari, in sede di esplorazione: le
armi sono tutte ben riprodotte, con un feedback più che positivo fornito
dagli stessi proiettili e con un discreto realismo nelle fasi di
ricarica e di rapidità di sparo. Non abbiamo potuto approfondire a
dovere l'attività di upgrade del nostro arsenale, basato sull'utilizzo
di consumabili da recuperare nel corso dell'avventura, ma abbiamo notato
come non solo sia possibile acquistare nuove armi, tra cui una potente
Magnum, ma anche rendere più performanti le nostre. Scordatevi avversari
che lasceranno cadere un bottino, o fasci luminosi che vi permetteranno
di ottenere del loot come ricompensa: qui uccidere un avversario è
necessario per sopravvivere, non per ottenere un premio. Gli unici
oggetti utili saranno rintracciabili nel corso delle vostre ricerche e
dovranno essere gestiti, poi, nelle stanze franche, per il salvataggio,
per acquistare ciò che ritenete sia più necessario alla vostra storia.
All'interno delle stanze che abbiamo appena citato, che restano uno dei
capisaldi della saga e che qui sono riproposte con le medesime
meccaniche di sempre, legassi casse di deposito e nastri per salvare la
partita, potremo accedere anche a un videoregistratore all'interno del
quale infilare delle videocassette. L'unica che siamo riusciti a
rintracciare portava il nome di Mia e ci ha permesso di rivivere la demo
provata alla Gamescom, la fuga da Marguerite, così da poter
contestualizzare adeguatamente, e finalmente, la collocazione di tale
avvenimento all'interno di Resident Evil 7. 
Per mantenere il filo di citazioni con l'intera saga, Resident Evil 7 ripropone chiaramente il vasto menù degli oggetti, tutti da collocare a mo' di tetris e che potrà essere espanso grazie all'acquisizione di uno zaino in fasi avanzate del gioco. Accanto al menù principale, però, sarà possibile anche utilizzare quello delle combinazioni, così da poter risolvere l'annosa ricerca del mix esatto, che non sempre è di facile comprensione per i giocatori di Resident Evil. Trovandoci dinanzi anche a delle sostanze nuove potrebbe non essere immediato capire come combinare ciò che rintracceremo sul nostro cammino: per questo il crafting ci viene in soccorso, suggerendoci come muoverci e come comportarci. Combinare, quindi, la polvere da sparo con i proiettili per crearne alcuni più forti sarà un suggerimento facile e immediato, così come unire le erbe, un archetipo della saga, a un fluido medico per creare un liquido che ci permetterà di recuperare salute, saranno le indicazioni iniziali più importanti. D'altronde in Resident Evil 7 subire danni è facilissimo, perché sebbene la parata possa venirci incontro, fronteggiare gli assalti dei nostri avversari sarà ostico e la nostra schermata molto facilmente si ricoprirà di sangue, indicandoci a che livello è la nostra salute vitale: a quel punto, mentre il nostro smartwatch indicherà le nostre condizioni, entreranno in gioco i fluidi per recuperare energia. Meccaniche che sono ben note ai fan della saga, che vengono riproposte in maniera adeguata per soddisfare chi non persegue la semplificazione del genere. Un ultimo appunto da fare riguardante gli oggetti, là dove all'interno di questa macrosezione inseriamo anche le armi, è che non è narrativamente necessario recuperare tutto ciò che il titolo ci propone: sarà legato alla nostra bravura nella ricezione e nelle nostre intenzioni nel recupero, avere un inventario sempre pieno. Perdere alcune armi, mancare degli elementi che semplificherebbero la vostra esperienza, può succedere e può trasformare il vostro percorso in qualcosa di decisamente più complesso: è in questo che Resident Evil 7 si esalta, perché le esperienze variano a seconda del giocatore, da quello che si ritroverà a risolvere lo scontro con un boss in un modo e l'altro che in maniera più strategica punterà a una risoluzione più ragionata. Qualunque sia la scelta, comunque, alla fine l'avversario cadrà a terra, che decidiate di seguire la strategia imposta o che preferiate andargli addosso con tutta la potenza di fuoco che avete. La scelta è vostra, anche stavolta.
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venerdì 30 dicembre 2016
Resident Evil 7 Biohazard
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