Ethero

mercoledì 13 novembre 2013

Dragon Age Inquisition

  • Genere:Gioco di ruolo

  • Sviluppatore:BioWare

  • Data uscita: Autunno 2014

     

    Ah, l’internet d’oggigiorno. Un momento prima sei un eroe, il momento dopo le oscure forze della rete ti si rivoltano contro, e diventi un paria. Prevedere le energie malvagie e ricolme d’odio che pervadono la rete è praticamente impossibile, e le cause scatenanti possono essere tanto significative quanto minuscole e impercettibili. 
    Bioware lo sa. Nel turbine dell’hate e della furia internettiana ci si è trovata all’improvviso, passando da software house amata e osannata da tutti a gigantesco bersaglio per coloro che sfogano la propria ira repressa nei commenti.
    Va detto, il calo di popolarità in parte è giustificato: da qualche anno a questa parte l’unico titolo realmente eccellente della casa è stato un action gdr fortemente incentrato sull’azione, l’attesissimo MMORPG dedicato a Guerre Stellari si è rivelato un floppone, e il seguito di uno dei titoli meglio riusciti dell’ultimo decennio, Dragon Age Origins, è un prodotto affrettato e per molti versi inferiore al predecessore. Il fatto che Mass Effect 3 sia riuscito degnamente non è quindi bastato a risollevare la nomea della casa agli occhi degli appassionati di giochi di ruolo, e ogni suo nuovo annuncio viene accolto dal popolo della rete con sospetto, più che con aspettative sconfinate.
    Noi però sappiamo che la casa sa ancora fare giochi. E dopo il tremendo feedback negativo ricevuto siamo anche consapevoli che Bioware si è attivata per rivoltare la frittata e tornare ai fasti di un tempo. Il progetto con cui sembra volerlo fare è Dragon Age: Inquisition, terzo capitolo della saga fantasy dark. 
    Tante le promesse, tanti gli annunci, poco il materiale. Almeno fino a oggi. Già, perché nelle ultime ore è leakato un bel video di una mezz’ora, che mostra finalmente il gameplay del gioco, e ci dà un’idea della sua scala. Finalmente abbiamo ottime ragioni per essere hyppati. Era ora ragazzi.
    In Dragon Age: Inquisition la storia continua dopo le vicende del secondo capitolo, e mette il giocatore nei panni del leader dell’Inquisizione, unica organizzazione teoricamente in grado di riportare l’ordine in un mondo ormai dilaniato dal conflitto tra maghi e templari. Nulla si sa dei protagonisti dei precedenti episodi, ma è evidente che alcuni personaggi già noti ai fan torneranno in questo titolo. Uno di questi è Varric, affabile nano armato di balestra, apparso tra i compagni disponibili nella breve demo mostrata, ma non è solo, visto che nel team ha fatto capolino anche Cassandra Pentaghast, la sua “interrogatrice” nella premessa del predecessore. 
    Ignote le motivazioni che hanno spinto questa strana coppia a unirsi all’inquisitore nella sua avventura, ma una cosa è certa, in Dragon Age: Inquisition la scala è aumentata tremendamente, l’avventura si terrà a quanto pare in varie regioni del continente di Thedas e richiederà al giocatore di estendere il controllo dell’Inquisizione su tutto il territorio tramite fortezze conquistabili. 
    La prima fase del gioco mostrata era dedicata proprio a una di queste fortezze sotto attacco. All’inquisitore spettava la scelta di abbandonare una postazione difensiva piena di sottoposti feriti per rinforzare le difese della struttura, o affidarsi principalmente alle sue abilità e dimostrarsi misericordioso con i suoi soldati. Gli sviluppatori hanno scelto la via del dovere e abbandonato i feriti per assicurarsi una difesa degna, confermando però che ci sarebbero state gravi conseguenze. Passati a una scena successiva, abbiamo visto gli effetti delle loro azioni: un villaggio vicino raso al suolo, e un Varric inginocchiato davanti ai cadaveri (con conseguente perdita di affinità con il personaggio). 
    A Bioware stavolta hanno messo subito le cose in chiaro, mostrando come le scelte in Inquisition possano portare alla scomparsa di intere zone esplorabili oltre al solito smottamento di rapporti interpersonali. Lezione imparata, insomma. 
    Se l’importanza delle scelte ci ha sorpreso, non di meno ha fatto il gameplay, che ci ha lasciato una piacevole acquolina in bocca. In principio il gioco è parso ancora una volta un action rpg semplificato, con manovre veloci e molto spettacolari. All’inquisitore (buildato come guerriero con arma a due mani) era concessa una manovra simile all’arpione di Scorpion nei Mortal Kombat per tirare a sé i nemici, l’immancabile turbinio di lame ad area e una serie di attacchi dagli effetti variabili. Il sistema si è però poi rapidamente ampliato quando sono apparse anche meccaniche legate alla parata e alla schivata, che se usate a dovere potrebbero rendere il tutto enormemente più profondo. La gioia reale ad ogni modo è esplosa solo quando è comparsa la tactical view, una visuale rialzata simile a quella di Origins, che permette di selezionare singolarmente i membri del team e dare ordini, con un sistema reminiscente dei vecchi gdr isometrici del passato. Quando gli sviluppatori hanno caricato una zona più avanzata e sono iniziate battaglie più impegnative, è divenuto chiaro come la Tactical View non sia un optional, ma il modo migliore di combattere, in quanto molte abilità dei maghi sono posizionali e persino in grado di bloccare parti della mappa. Durante uno scontro con nemici particolarmente numerosi, ad esempio, gli sviluppatori hanno bloccato la strada a un gruppo di nemici con un muro glaciale, per poi utilizzare un dispel su un potente stregone, e concentrare gli attacchi su di lui. Lo stile “action” ha a sua volta una meccanica di pausa simile grazie alla ruota delle abilità, che permette di switchare personaggio e attivare pozioni e tecniche, ma è più limitata perché il movimento dei compagni non può essere controllato nel dettaglio in tal modo. 
    Contenti di rivedere della tattica nel sistema di combattimento di Dragon Age? Pure noi, anche se al momento gli avversari non ci sono parsi estremamente geniali e, nonostante la loro evidente diversificazione, un’IA decente aiuterebbe non poco la tensione degli scontri. Presi dal combat system non abbiamo però precisato un altro elemento importantissimo di Inquisition: è un open world. 
    Avete capito bene, niente più mappe lineari, locazioni limitate, o dungeon che si ripetono all’infinito, qui siamo davanti a distese enormi, ricche di caverne esplorabili e di quest da affrontare. Il quest system è simile a quello di Skyrim, con una bussola che mostra dove dirigersi per compiere una missione o trovare un punto d’interesse, ma i ragazzi di Bioware hanno anche precisato che il protagonista stavolta sarà molto meno dipendente dagli npc, e in quanto capo dell’inquisizione spetterà spesso a lui decidere come muoversi e dove agire. 
    La zona iniziale, le colline di Crestwood, era senza dubbio enorme, tanto che per raggiungere la fortezza dalla costa ci sono voluti alcuni minuti, e un passaggio in una grossa caverna. Eppure non è nemmeno lontanamente l’area più grande del gioco, stando alla presentazione, ed è dunque il caso di aspettarsi un mondo capace di catturare il giocatore per dozzine di ore. 
    I vecchi fan di Origins saranno anche felici di veder tornare un inventario dedicato ai compagni di squadra, ora personalizzabili sia nell’armatura che nelle armi e negli accessori. Non è ancora chiaro quanto complesso sarà il sottomenù delle armature, ma è già un passo avanti rispetto a Dragon Age 2. 
    L’ultima sorpresona è stato il comparto tecnico. Non siamo davanti a meraviglie, ma il Frostbite stavolta pare usato a dovere, eccome. I tessuti si muovono con grande realismo, gli effetti particellari sono ottimi, l’illuminazione dinamica è sorprendente e in particolare ci ha stupito nella caverna mostrata, e non mancano gli elementi distruttibili nelle varie locazioni. Particolarmente interessante è stata una battaglia in cui il protagonista si è concentrato sulla distruzione di un ponte per impedire a dei rinforzi di raggiungere i nemici, dimostrazione che l’ambiente circostante potrà saltuariamente venir utilizzato per ottenere un vantaggio strategico.
    Meno superlative le animazioni, che ci sono parse ancora legnosette (in particolare quelle di alcuni abominii in lontananza, che peraltro si ripetevano), e la vegetazione, immobile al nostro passaggio, ma per una pre-alpha comunque siamo davanti a un prodotto lodevolissimo.  
    In chiusura, gli sviluppatori hanno mostrato un altro paio di chicche legate alle fortezze, visto che queste saranno personalizzabili e potranno essere utilizzate come castello rinforzato ricco di truppe, casa d’addestramento per spie, o addirittura bazaar mercantile per migliorare i rapporti politici con le varie regioni. Non si tratta di modifiche di facciata, poiché in base alle fortezze avrete anche modo di agire in modo differente sulle varie zone. Per dare una dimostrazione, i Bioware hanno bonificato un’area inizialmente zeppa di fumi velenosi, e così facendo hanno sbloccato una battaglia con un enorme e pericolosissimo drago.
    Uno scontro opzionale, certo, ma comunque curatissimo, che a quanto detto non sarà l’unico nel gioco. I draghi saranno infatti tutti personalizzati, dotati di abilità uniche, e spaventosamente difficili da abbattere. Puristi della difficoltà, siete avvertiti. 

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