Ethero

sabato 17 maggio 2014

Blackwell


  • Piattaforme:PC

  • Genere:Avventura grafica

  • Sviluppatore:Wadjet Eye Games

  • Data uscita:23 Dicembre 2006 (primo episodio)

     

     

    Nel corso degli anni abbiamo avuto modo più volte di soffermarci sui titoli Wajdet Eye Games: le produzioni di questo studio statunitense, infatti, rappresentano una parte importante di quella che in un certo senso può essere riconosciuta come una nuova giovinezza delle avventure grafiche. Con questa recensione speciale, allora, andiamo ad analizzare uno dei progetti più importanti e ambiziosi della realtà fondata da Dave Gilbert, la serie di avventure riguardanti le donne della famiglia Blackwell. Di seguito, dunque, approfittando della recente uscita dell’ultimo capitolo della saga, ovvero Blackwell Epiphany, andremo a riepilogare i temi di interesse dei cinque titoli che compongono questo lungo racconto, tentando di riassumere il tutto in un giudizio complessivo.
    Pubblicate tra il 2006 e l’aprile del 2014, le avventure grafiche della serie Blackwell sono attualmente disponibili su Steam a €14, 99 (questo il prezzo del bundle che comprende le edizioni rinnovate dei quattro capitoli), e € 13,99 (il costo del solo Blackwell Epiphany).
    L’intera serie è incentrata sulla relazione tra Rosangela Blackwell, una medium capace di comunicare con le anime delle persone defunte, e Joey Mallone, lo spirito guida della famiglia Blackwell. Il compito della coppia è avvicinare gli spiriti inquieti, e fargli realizzare che la loro esistenza terrena è ormai finita. Nel momento in cui queste entità intrappolate sulla terra, intente a infestare luoghi e città, comprenderanno di essere morte, Joey e Rosa potranno assolvere il loro compito, e far compiere loro l'ultimo viaggio verso ciò che li attende veramente dopo la morte. Prima di analizzare singolarmente ogni episodio, è d’obbligo dire che chi non vuole conoscere alcun particolare della trama potrebbe anche saltare i prossimi paragrafi e concentrarsi sull’ultima sezione del capitolo, dedicato alle conclusioni generali su trama e gameplay, oltre che sul consueto commento finale.La serie inizia con un avvenimento triste: siamo a New York, e la zia di Rosa, Lauren, muore in ospedale dopo anni passati in una casa di cura psichiatrica. Questo avvenimento avrà una conseguenza fondamentale, visto che segnerà l’arrivo di Joey nella vita di Rosa. Questa particolare entità ultraterrena non è altri che lo spirito guida della famiglia Blackwell il quale, dopo aver passato gli ultimi venticinque anni in ospedale in compagnia di Lauren, ora è pronto a ricominciare a salvare spiriti inquieti insieme Rosa. Partirà da qui, dunque, questa prima avventura della serie, che farà impratichire il giocatore con i vari elementi di gameplay che poi verranno riproposti anche in seguito. Parliamo soprattutto dell’inventario: durante le sue indagini riguardanti gli spiriti da salvare, la protagonista verrà inevitabilmente a contatto con altri personaggi da cui otterrà informazioni. Tutti gli elementi di rilievo verranno inseriti nel taccuino di Rosa: le varie voci potranno essere utilizzate come linee di dialogo nel caso di conversazione con altri personaggi, ma potranno altresì essere combinate tra di loro di modo da creare nuove note, utili al prosieguo delle indagini. Va detto che l’inventario non conterrà un numero spropositato di oggetti: cosi come in altre avventure Wadjet Eye Games, l’attenzione è posta più sui dialoghi e sulla storia che sull’esplorazione vera e propria. Le locazioni visitabili, cosi, non saranno tantissime, come gli enigmi, che poche volte riusciranno a fermare il giocatore. Tutto ciò, però, consente di concentrarsi sull’elemento principale della serie: i personaggi. Fin dall’inizio, infatti, i giocatori entreranno in contatto sulla storia della famiglia Blackwell e di Joey, e tutto ciò aumenterà l’immersività e la voglia di continuare a giocare.
    Il secondo capitolo della saga propone novità sia dal punto di vista narrativo che di gameplay: per prima cosa, i giocatori controlleranno la zia di Rosa, Lauren, in un’avventura ambientata negli anni ’70. La seconda grande novità riguarderà il secondo personaggio giocabile, ovvero Joey: agendo sull’apposita icona dell’inventario, infatti, si potrà controllare lo spirito guida delle Blackwell, che potrà disporre di capacità decisamente utili, come quella di poter attraversare porte e superfici. L’interazione tra i due personaggi sarà di importanza capitale, anche perché più volte capiterà di carpire informazioni utili al prosieguo della storia proprio tramite Joey. Per quanto riguarda la gestione degli oggetti e degli indizi raccolti, non si segnalano particolari novità, mentre entra in scena una meccanica rimasta in sordina nel primo titolo e che verrà ripresa in modo sistematico nei capitoli successivi, pur con qualche variazione. Ci riferiamo alla possibilità di consultare l’elenco telefonico attraverso Lauren: digitando il nome della persona interessata, infatti, si verrà più volte a conoscenza dell’indirizzo dei personaggi su cui investigare, e tutto ciò sbloccherà nuove locazioni e dialoghi che faranno avanzare nella storia.
    Da segnalare, oltre agli aspetti di gameplay, l’ottima atmosfera data dall’ambientazione anni ’70: oltre la colonna sonora dal sapore blues e jazz, dominata da melodie suonate da sassofono, è da segnalare la rappresentazione del personaggio di Lauren, probabilmente uno dei migliori della serie, e l’introduzione di alcuni personaggi che si riveleranno di estrema importanza nei capitoli successivi. Pensato inizialmente come una singola sequenza narrativa del terzo capitolo della serie, questo particolare episodio risulta essere estremamente interessante e ha consentito di creare un intreccio narrativo decisamente più profondo. Il raccontare cosa sia successo a un’altra protagonista della famiglia Blackwell, inoltre, ha l’inevitabile pregio di creare una sorta di legame tra il giocatore e le due generazioni di donne Blackwell protagoniste della storia.
    L’avvio del terzo capitolo della serie ha come protagonista Rosangela: sono passati circa sei mesi dagli avvenimenti di Blackwell Legacy, e la nostra sarà invischiata in una vicenda che richiamerà in causa alcuni dei personaggi con cui la zia Lauren ha avuto a che fare in passato. Senza entrare troppo nei meandri della vicenda, questo terzo capitolo si concentrerà su alcune questioni irrisolte del secondo episodio, senza proporre particolari novità né dal punto di vista del gameplay che della narrazione vera e propria. Se la gestione dell’inventario è pressoché immutata dal secondo capitolo, infatti, la sensazione è che questa particolare avventura vada a confermare quanto di buono proposto dalle meccaniche dei due precedenti capitoli; l’interazione tra i personaggi, il continuo utilizzo di internet (evoluzione dell'elenco telefonico visto nel secondo episodio) per scoprire informazioni e nuove location, cosi come il sistema di indizi da raccogliere (in cui manca inspiegabilmente la possibilità di combinare gli indizi), verranno riproposti senza aggiunte, e difatti non sembra essere una scelta malvagia. Va sottolineato, in ogni caso, il carisma e la caratterizzazione di alcuni personaggi: al di là di Rosa e Joy, infatti, il ruolo del cattivo di turno verrà rappresentato in forma prima netta e inequivocabile, per poi diventare sfuggente e addirittura indecifrabile. In questa particolare serie di avventure grafiche, d’altronde, giudicare dalle mere apparenze e prime impressioni porterà spesso a conclusioni errate, e questo episodio sostanzialmente è forse quello che meglio interpreta questo concetto. Da segnalare, infine, un certo salto qualitativo nella grafica, che spesso indugerà nella rappresentazione di pioggia e effetti atmosferici, nonché di una rinnovata presentazione dei titoli di testa e soprattutto di coda: anche da questi particolari, peraltro, si nota una crescita di tutto il team di sviluppo guidato da Dave Gilbert.
    Il terzo capitolo della serie per certi versi chiude un certo ciclo narrativo, caratterizzato da una figura negativa tutto sommato dominante, e allo stesso tempo lascia aperti interrogativi importanti. Protagonista di Blackwell Deception, quarto episodio della serie, è nuovamente la coppia Joey-Rosa: quest’ultima, divenuta ormai a tutti gli effetti medium e scrittrice di libri incentrati sulle proprie storie, dovrà indagare su una serie di morti misteriose che, come da tradizione della saga, sembrano avere un punto in comune. Rispetto ai precedenti capitoli, dal punto di vista del gameplay, si segnala una sola novità: le due azioni che in passato Joey effettuava autonomamente, ovvero soffiare su oggetti e persone e adoperare la propria cravatta, strumento attraverso il quale gli spiriti possono compiere il proprio viaggio verso l’aldilà, ora saranno disponibili in ogni momento, azionabili direttamente dal giocatore. Con l’avvicinarsi del finale della serie, al di là delle dinamiche di gioco, la narrazione assume uno spessore ancora superiore: è possibile dire che, a esclusione dell’episodio finale, questo capitolo proporrà probabilmente la storia meglio strutturata e avvincente, con un finale emozionante e che lascia aperti i giusti interrogativi. Il dipanarsi di una storia sostanzialmente più lunga di quelle viste nei capitoli precedenti, e con una difficoltà forse leggermente più alta, ma comunque per nulla impossibile, regala un’avventura di spessore unico. Si può notare, in questo senso, un certo salto di qualità anche dal punto di vista della pura e semplice narrativa, con un climax crescente che si avvale anche di continui riferimenti ai personaggi e alle situazioni dei titoli passati.
    Partiamo con una certezza: il quinto e ultimo capitolo della serie è il migliore per tanti motivi. Il primo, più evidente ma non per questo scontato, consiste nel fatto che Gilbert ha saputo in qualche modo chiudere degnamente le varie linee narrative aperte nel corso della storia. Rosa e Joey, infatti, avranno a che fare con un’entità misteriosa che riesce letteralmente a spezzare in due le anime perse di New York: per cercare di sventare questa ennesima minaccia, la coppia dovrà affrontare una sfida decisamente più ostica delle precedenti. Dal punto di vista del gameplay, anche qui le novità non sono molte: l’unica aggiunta è rappresentata infatti dalla possibilità di richiamare Joey e Rosa nel momento in cui uno dei due personaggi si trova in una schermata differente. Per il resto, si nota un certo dinamismo maggiore proprio nell’utilizzo dei due personaggi: la capacità di Joey di passare attraverso porte e muri tornerà utile più volte, mentre solo Rosa potrà utilizzare gli oggetti sparsi per i vari ambienti. Da notare che proprio le locazioni, in questo ultimo capitolo, saranno presenti in quantità maggiore rispetto al passato; per il resto, almeno per quanto riguarda la dinamiche di gioco, tutte le meccaniche di indagine e raccolta delle informazioni viste in precedenza vengono riconfermate, andando a costituire la consueta solida esperienza di gioco.
    Non sarà il gameplay, in ogni caso, l’elemento che farà si che Blackwell Epiphany rimanga nelle menti dei giocatori, ma bensì l’ottimo lavoro di scrittura della trama, capace di disegnare scene e situazioni fortemente drammatiche e toccanti. La tentazione di descrivere almeno uno di questi episodi è forte, ma comprendiamo che spoilerare non sia di nessun aiuto: diciamo solo che far rendere conto a un’anima persa di non essere più parte del mondo dei vivi sarà un qualcosa di intenso, ed estremamente coinvolgente. Alcune scene di Blackwell Epiphany, specie verso il finale, valgono l’intero prezzo del bundle della serie, e innalzano questa piccola produzione fin sulla vetta dell’eccellenza delle avventure grafiche recenti.

    ”There’s girl in New York City, who calls herself the human trampoline”
    Al di là delle semplici considerazioni sui vari capitoli della saga, è giusto cercare di tracciare delle brevi linee generali che accomunano i cinque episodi creati da Dave Gilbert. Partiamo dalla longevità: ogni capitolo, a grandi linee, avrà una longevità tutto sommato breve, visto che i giocatori non impiegheranno più di due, tre ore per venire a capo delle vicende. Come anticipato precedentemente, però, e così come visto in altri titoli sviluppati internamente allo studio newyorchese, come The Shivah, nonostante la breve durata l’esperienza di gioco la serie Blackwell propone un gameplay sempre molto solido e con una propria personalità. Niente complicati enigmi dalla logica troppo fantasiosa, dunque: Rosangela e Joey, difatti, dovranno agire sempre in modo abbastanza plausibile, pur considerando le tematiche trattate. Sarà molto importante ragionare su tutte le informazioni raccolte, e usare i pochi oggetti a propria disposizione nell’inventario al momento opportuno. L’unico pericolo di rimanere fermi nel prosieguo della storia, difatti, dipenderà dalla scarsa o incompleta comprensione delle situazioni e degli indizi raccolti: una volta capito il da farsi, interagire con i personaggi attraverso i dialoghi si rivelerà un’attività relativamente semplice; tutto ciò farà si che il giocatore si concentri sui personaggi e sulla trama: un fatto, questo, che in un gioco che spesso parlerà di persone morte, a volte vicine alla disperazione, ma che allo stesso tempo non disdegnerà mai la presenza di brevi momenti più leggeri, non può che rivelarsi positivo. Un altro elemento distintivo della serie è l’attenzione, o più presumibilmente l’affetto che Gilbert ha riservato alla maggioranza dei personaggi. Tralasciando il trattamento indirizzato ai protagonisti principali, siano essi i “buoni” o i “cattivi”, quello che sorprende in positivo sono i piccoli richiami alle figure secondarie e meno rilevanti, che in questo modo troveranno posto nella memoria del giocatore; i più attenti, inoltre, noteranno con certezza come le storie della famiglia Blackwell si intreccino con i luoghi e i personaggi di altre avventure Wadjet Eye Games: si tratta di riferimenti a volte sfumati o solo accennati, oppure spesso svelati dagli stessi sviluppatori, visto che le varie avventure potranno essere giocate col supporto del loro commento.
    Un altro elemento di spessore, se si vuole meno importante di quelli citati precedentemente, ma che dimostra ancora una volta la bontà di questa serie, è l’identificazione delle storie e dei personaggi con la città di New York. Le avventure grafiche Blackwell, in buon sostanza, sono le avventure grafiche di New York: la Grande Mela rivive nelle ambientazioni, nella musiche, nelle frasi dette dai protagonisti, e persino nella presenza di due personaggi realmente esistiti e facenti parte della cultura newyorchese come il giornalista Joseph Mitchell e lo scrittore Joe Gould, che appariranno in alcuni episodi.
    Da notare, infine, come nella visione complessiva della serie emerga chiaramente la maturazione della scrittura e della narrazione, elemento che si esemplifica in modo palese nella dinamica dei finali dei cinque giochi; se il primo capitolo dunque ha il compito di presentare i personaggi, già il secondo introduce il bellissimo personaggio di Lauren: è proprio questa iterazione della serie, da un punto di vista della trama complessiva, a risultare forse una delle più importanti, perché getta le basi per molte delle vicende che verranno concluse in Blackwell Epiphany.
    Ci sarebbe ancora molto da dire, e molto da spiegare di questa piccola serie che conferma ancora una volta come le avventure grafiche siano vive e vitali: se sembra superfluo indugiare sull’aspetto grafico ormai tipico della avventure Wadjet Eye Games, basato su Adventure Game Studio, è invece d’obbligo sottolineare il grande lavoro svolto dai doppiatori. Tra tutti, si distinguono Abe Goldfarb (Joey), Rebecca Whittaker (Rosa), e Dani Marco (Lauren): sono loro, in ultima analisi, ad aver trasmesso esattamente quello che lo script creato da Gilbert aveva ipotizzato sulla carta. 

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