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sabato 31 gennaio 2015

Resident Evil Revelations 2

  • Piattaforme:PC, PS3, PS4, Xbox 360, Xbox One

  • Genere:Survival horror

  • Sviluppatore:Capcom

  • Data uscita:24 febbraio 2015 - Primavera 2015 (PS Vita)

     

     

    Resident Evil è una serie che continua a fare discutere. Il recente lancio della versione HD del capitolo che ha dato origine a questa saga ha fatto riflettere molti giocatori in merito ai cambiamenti avvenuti nel corso degli ultimi anni, da tantissimi reputati profondamente negativi. C’è chi ha parlato di tradimento della fan base, chi di eccessive derive commerciali, chi di inevitabile involuzione. In altre parole, i sostenitori del primo Resident Evil stanno iniziando a perdere le speranze e la pazienza.
    A Capcom, tuttavia, conoscono bene il problema. Da tempo gli sviluppatori promettono un ritorno alle origini, e per tenere a bada i fan qualche anno fa si decise di riportare il gioco alle vecchie atmosfere tramite uno spin off. Una scelta discutibile, non vi è dubbio, ma che rinnovò le speranze. Questo spin off, il primo Resident Evil: Revelations, arrivò su Nintendo 3DS ottenendo un buon successo di critica e pubblico, tanto da spingere gli sviluppatori a un port su console casalinghe prima, e a un sequel poi. Così, a tre anni esatti dall’uscita del primo Revelations, eccoci alle prese con il suo seguito.
    La caratteristica principale di Revelations è data dalla presenza costante di due personaggi per ciascuna delle due storyline presenti nel gioco. La trama del gioco, collocata tra gli eventi di Resident Evil 5 e quelli di Resident Evil 6, è suddivisa in due nette metà. Nella prima la nostra eroina principale è Claire Redfield, accompagnata da Moira Burton. I due personaggi sono complementari: Claire è schematica, fredda, calcolatrice, mentre Moira è emotiva, prudente e passiva. La seconda storyline, invece, segue le vicende di Barry Burton, padre di Moira, che parte alla ricerca della figlia in quella che sembra essere una prigione dedita a esperimenti umani, e dove fa la conoscenza di una misteriosa ragazzina con un sesto senso chiamata Natalia Korda. Anche in questo caso Barry svolge il ruolo dell’eroe macho, armato fino ai denti e disposto a sacrificarsi, mentre Natalia è coraggiosa nella sua ingenuità, e capace di fare notare a Barry dei preziosi dettagli.
    Le due storie, sebbene divise nettamente tra loro, condividono lo stesso tempo e lo stesso luogo: Claire e Moira vengono rapite da misteriosi individui mascherati e si ritrovano nella prigione, mentre Barry parte alla ricerca della figlia dopo avere ricevuto il suo messaggio d’aiuto. Sembra dunque inevitabile che, presto o tardi, i parallelismi tra le due vicende si trasformeranno in punti di convergenza. La struttura episodica di Resident Evil: Revelations 2, che uscirà diviso in cinque capitoli, farà ampio uso di cliffhanger che, verosimilmente, chiuderanno la vicenda con un gran finale destinato a tirare le somme.
    Le due vicende sembrano incarnare i due aspetti contrastanti della serie Resident Evil. La vicenda di Claire è quella più vicina alla serie originale, fatta di enigmi, poche munizioni e una buona gestione delle risorse. Barry, invece, spinge il gioco verso l’azione, con una maggiore intensità degli scontri a fuoco e un numero di proiettili certamente maggiore. Anche in questo caso, però, abbiamo notato una maggiore parsimonia da parte del gioco nel fornirci le risorse adatte a proseguire, un aspetto che ci lascia intendere che - nonostante Barry - Revelations 2 sarà meno orientato all’azione rispetto agli ultimi due capitoli della saga principale.
    Il fulcro del gameplay di Revelations 2 ruota attorno al costante passaggio tra un personaggio e l’altro. Il giocatore, tramite la pressione di un pulsante, può alternarsi tra Claire e Moira o tra Barry e Natalia. Claire e Barry sono i due personaggi dediti all'eliminazione dei nemici, mentre Moira e Natalia - pur disponendo di alcune semplici abilità offensive - si dedicano alla risoluzione di enigmi e alla ricerca delle risorse. Moira, ad esempio, ha a disposizione una torcia mentre Natalia dispone di un sesto senso per individuare preziosi oggetti nascosti. Talvolta le due coppie si separano, e in alcuni momenti è necessario utilizzare un solo personaggio per accedere ad aree inaccessibili all’altro, o vi sono dei momenti in cui essere distanti è necessario per risolvere alcuni particolari puzzle ambientali. Come intuibile, è in questi momenti che il gioco offre le parti più spaventose: la presenza costante di un secondo personaggio, infatti, stempera in maniera vistosa la componente horror del gioco. Nonostante gli sviluppatori abbiano pensato di introdurre alcuni jump scare e qualche momento di vero e proprio panico, l’atmosfera generale di Revelations 2 è infinitamente meno tesa rispetto alle opere di Mikami e questo, senza dubbio alcuno, sarà uno degli aspetti più controversi del gioco.
    Nonostante la paura ridotta, il gioco non ha mancato di riservarci qualche bella sorpresa. In un’epoca che vede sempre meno giochi abbracciare la filosofia del multiplayer locale, è positiva la decisione degli sviluppatori di affidare la sua componente multigiocatore al vecchio split screen. Se, in single player, il giocatore è chiamato a passare da un personaggio all’altro per poter risolvere i misteri e proseguire, in due il gioco procede come ai vecchi tempi, con la cooperazione di entrambi i giocatori su schermo condiviso.
    Ben diverso è il discorso per la modalità Raid, che questa volta si configura come una modalità a sé stante e non più semplicemente basata sulle mappe già giocate. In Raid avremo a disposizione varie mappe in cui si genera un certo numero di zombie, da eliminare per accedere all’area successiva o per completare la missione. Uccidendo zombie si ottengono punti esperienza, che possono essere utilizzati per personalizzare il proprio personaggio. Il Raid, evidentemente votato a trasformare Resident Evil in un’esperienza più vicina agli shooter che ai survival horror, si è rivelato essere una modalità molto divertente e capace di offrire qualcosa di diverso rispetto al gioco primario. In questo caso l’esperienza è sia single player che multiplayer, e può essere fruita sia online che offline.

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