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lunedì 2 febbraio 2015

Battlefield Hardline

  • Piattaforme:PC, PS3, PS4, Xbox 360, Xbox One

  • Genere:Sparatutto

  • Sviluppatore:Visceral Games

  • Data uscita:19 marzo 2015

     

     

    Il franchise di Battlefield ha attirato a sé una crescente lista di critiche, in seguito a una serie di promesse non mantenute. Il quarto episodio, in particolare, è uscito con una imbarazzante campagna offline e senza parecchie rifiniture nella componente online, alla quale sono occorsi dei  mesi prima di iniziare a vedere qualche risultato apprezzabile.
    Così, l’annuncio di Battlefield: Hardline non è stato accolto con il solito hype che di norma si riserva alla serie sviluppata da DICE. Il gioco, infatti, è stato da molti interpretato come un grosso DLC stand-alone di Battlefield 4, con nuove armi, nuove skin e nuove modalità. Dopo la prova della versione beta, possiamo affermare che – in effetti – le sensazioni provate in fase di annuncio non si discostano molto dalla realtà: Battlefield: Hardline non è un nuovo capitolo della saga, ma un gioco fortemente basato su quanto visto in Battlefield 4 con un forte cambiamento nelle ambientazioni, nei protagonisti e nel feeling grazie alla direzione dei Visceral Games. E questo, in barba ai pregiudizi, non è necessariamente qualcosa di negativo.
    Vi avevamo già parlato qualche mese fa della campagna single player di Battlefield: Hardline, e di quanto questa non si discostasse dalle banalità già viste in passato in questa serie. Nella prova svoltasi qualche giorno fa negli studi di Guildford, in Inghilterra, abbiamo però avuto l’opportunità di mettere mano alla beta multiplayer del gioco, con qualche giorno di anticipo sul lancio mondiale che avverrà il 3 febbraio. Vero cuore dell’esperienza di ogni Battlefield, il multiplayer di Hardline si differenzia subito da quello del quarto episodio per la presenza di due differenti squadre. Abbandoniamo i soldati e i terroristi per abbracciare il mondo delle guardie e dei ladri: nel nuovo capitolo, infatti, avremo a che fare con il mondo della polizia e quello dei malviventi, con conseguenti modifiche nell’equipaggiamento, nelle ambientazioni e, ovviamente, nelle modalità.
    La prova riservataci ci ha permesso di mettere mano a una modalità non ancora vista nella saga, e chiamata Hotwire. Il concept si basa sulla modalità Conquest, in cui dobbiamo catturare e mantenere dei punti di controllo per fare scendere a zero il punteggio avversario. In questo caso, però, i punti di controllo sono cinque veicoli che possono essere guidati e dunque spostati in giro per la mappa. Così, ogni volta che si conquista un mezzo inizia una lunga fuga dai nemici, che faranno di tutto per annichilirci e recuperare il veicolo, o distruggerlo nell’attesa che ne venga respawnato un altro. I mezzi da conquistare si dividono tra auto, furgoni e camion e permettono di adottare diverse strategie, in particolare quando si carica a bordo un compagno per difenderci dagli attacchi nemici. Sfortunatamente, chi è alla guida del veicolo non può sparare, ed è costretto a trascorrere parecchi minuti girando come un ossesso per la mappa di gioco, limitando le sue capacità offensive al mezzo stesso che può investire gli avversari e ucciderli. Sulla carta, la modalità Hotwire offre qualcosa di originale e punta a trasformare ogni partita in un piccolo film d’azione, con inseguimenti e sparatorie. Nella pratica, ci è sembrata fin troppo noiosa per gli autisti, che si ritrovano a convivere con un sistema di guida poco appagante e con limitatissime capacità di intervento nell’assetto bellico della partita.
    Ben diverso è il discorso per la modalità Heist, nella quale Battlefield: Hardline fa emergere con forza la sua vera natura trasformandosi in una versione testosteronica degli amati giochi della serie Payday. In questo caso, il gioco ci divide tra guardie e ladri, e ci chiede di andare a rapinare una banca o di sventare il furto. In breve, Heist è una rivisitazione del concept di Cattura la Bandiera, in cui però una sola delle due squadre può raccogliere l’obiettivo – una valigia di contanti – e portarlo presso un punto di estrazione, nell’attesa di un elicottero.  Questa asimmetria tra la squadra di attacco e quella di difesa porta con sé un netto miglioramento in termini di organizzazione tra i giocatori e di dispiegamento tattico, rendendo il gioco molto più divertente del previsto. La presenza di un numero limitato di percorsi per raggiungere il punto di estrazione, infine, rende il combattimento molto più intenso e veloce che in una qualunque altra modalità di Battlefield: Hardline, e in generale la sensazione è di un netto passo in avanti rispetto a quanto visto fin’ora nella serie.
    L’idea degli sviluppatori si è basata su la regola delle “tre esse”: Speed, Story & Strategy, vale a dire velocità, storia e strategia. In Hotwire, come detto, tutte le idee di Visceral Games sembrano essere state castrate da un gameplay reso poco emozionante a causa dello scarso contatto fra i giocatori che si crea quando tutti si trovano a bordo di un veicolo che richiede ben più dell’intervento di uno o due giocatori a piedi per essere fermato. Comprendiamo altresì quanto la strategia sia importante in una partita di questo tipo, e possiamo intravedere un certo potenziale per chi gioca principalmente in un clan. Ma, allo stesso modo, crediamo che la proverbiale disorganizzazione dei giocatori che si affidano al matchmaking (e che sono la maggior parte) porterà a una certa diffidenza nei confronti di questa modalità.
    Diverso è il discorso per Heist, dove la velocità si fa davvero sentire e la strategia, visto l’andamento asimmetrico delle partite, sembra assumere una valenza ancora più grande. Crediamo che Heist sarà una delle modalità preferite dai giocatori al momento dell’uscita del gioco, e che sarà una delle evoluzioni più gradite introdotte da Hardline.
    Da segnalare, infine, la possibilità di respawnare non più in punti predefiniti o sul caposquadra ma in punti “intelligenti” basati sulle zone in cui la battaglia è più accesa e più in bilico. Un altro preciso segno nell’intenzione degli sviluppatori di rendere il gioco più veloce e privo di inutili spostami ma che, tuttavia, non si è rivelato sempre funzionale e ci ha costretto comunque a lunghe camminate nelle mappe più ampie.
    Il progetto di Battlefield: Hardline è fortemente basato sugli asset di Battlefield 4. Non troveremo un nuovo motore grafico o fisico, e nel bene e nel male avremo a che fare con la tecnologia di Battlefield 4, rifinita per l’occasione. Così, nel corso della nostra prova abbiamo potuto apprezzare la distruttibilità degli ambienti data dal motore Frostbite e la presenza di alcuni eventi scriptati, e al contempo abbiamo avuto a che fare con tutti gli stessi bug del motore grafico, già visti nel gioco del 2013.
    Sfortunatamente, in Hardline ci sarà solo una mappa Levolution nella quale il campo di battaglia sarà fortemente influenzato dall’arrivo di una tempesta di sabbia: tutti gli altri eventi scriptati, invece, si limitano a modificare qualche percorso e a costringere i giocatori ad apportare qualche piccolo cambiamento tattico.
    Le armi e l’equipaggiamento di Battlefield: Hardline, infine, incarnano la nuova anima urbana del gioco, con una presenza più serrata di mitragliette tattiche e di fucili da interni, naturalmente modificabili. La personalizzazione del proprio loadout appare piuttosto variegata, e nel poco tempo a nostra disposizione abbiamo notato una buona differenziazione nel feeling delle varie armi disponibili. Anche da questo punto di vista, possiamo riconoscere un piccolo passo in avanti rispetto a Battlefield 4.

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