Ethero

mercoledì 30 settembre 2015

Raimbow Six Siege

  • Piattaforme:PC, PS4, Xbox One

  • Genere:Sparatutto

  • Sviluppatore:Ubisoft

  • Data uscita:1 dicembre 2015

     

     

    Rainbow Six Siege è uno dei videogame più attesi e controversi degli ultimi anni. Da una parte ci sono i fan storici della saga, che lo vedono come una mutazione snaturata della serie derivante dalle nuove tendenze del gaming, dall'altra ci sono quelli che al marchio non sono poi così attaccati o accettano un suo eventuale cambiamento, che sono esaltati come granate senza sicura per le possibilità offerte dal titolo. La recente conferma che non ci sarà una campagna ha infastidito anche noi della redazione, lo precisiamo, ma dopo averlo giocato durante svariati eventi preview e la recente beta, riteniamo sia un crimine non avere aspettative per l'ultimo shooter made in Ubisoft. Rainbow Six Siege dopotutto è una vera bomba.
    La beta chiusa che abbiamo recentemente provato contiene due nuove mappe, Hereford e Consolato, che dimostrano la stessa cura per il dettaglio vista in Plane e House. Le modalità coinvolte stavolta sono Secure Area e Bomb, con la prima che è a tutti gli effetti un deathmatch hardcore senza respawn e la seconda che sostituisce l'ostaggio con una bomba, disattivabile grazie a un comodo defuser casualmente affidato a uno degli agenti, abbandonabile a terra a piacere (non sembra inoltre creare problemi di movimento di alcun tipo). 
    Il gameplay è sempre quello che già abbiamo imparato ad amare: kill time praticamente nullo, si crepa con un paio di proiettili ben piazzati, ma obbligo costante di analizzare la mappa e studiare possibili piani d'azione, visto che in ogni mappa la distruttibilità offre dozzine di punti d'entrata e posizioni vantaggiose per l'assalto. Si parte con un'esplorazione della mappa tramite droni se si fa parte del team degli attaccanti, o con una fase di fortificazione nei panni dei terroristi. Una volta finito il minuto di preparazione si comincia, e la partita finisce quando si mette al sicuro l'obiettivo o una delle due squadre viene del tutto eliminata.
    Il bello è che non c'è una partita simile all'altra, tante sono le possibilità offerte. 
    Cominciamo dalle classi, ora più numerose e ricche di abilità. Lo Sledge con il suo martello in grado di tirar giù muri e lo Smoke con le sue granate fumogene sono sempre efficaci, ma noi abbiamo in particolare apprezzato il Fuse, capace di scatenare l'inferno con granate che trapassano le pareti, e l'IQ, dotato di un sensore che trova i dispositivi elettronici e ha per l'attacco una funzione simile (seppur più limitata) a quella dell'utilissimo Pulse e del suo rilevatore di battiti cardiaci.
    Le classi vanno sbloccate con una valuta interna del gioco, rapidamente ottenibile a forza di partite o guardando i tutorial di base. È bello notare come ci siano già stati secchi ribilanciamenti alle abilità, visto che il Pulse ci mette molto più tempo ad usare il suo sensore, e la velocità generale sembra diminuita rispetto alle prove iniziali. Certo, non siamo ancora davanti a una situazione perfetta, ma non è il caso di preoccuparsi. Son pur sempre una masnada di specializzazioni da equilibrare, e ci vorrà del tempo prima di ottenere un risultato impeccabile.
    Ma torniamo alla varietà di situazioni, vera forza del gioco Ubisoft. La distruttibilità totale delle pareti in cartongesso e parziale di quelle in cemento offre vantaggi enormi a chi ha l'intelligenza necessaria per creare dal nulla delle aperture utili. Durante la beta abbiamo visto numeri acrobatici degni del miglior film d'azione hollywoodiano: guerrieri addestrati che distraevano i nemici con una carica esplosiva e li eliminavano appesi al muro dalle finestre, squadre che attaccavano da tre lati e venivano comunque eliminate grazie a una pedina “sacrificabile” particolarmente rumorosa, uccisioni improvvise per non aver tenuto d'occhio le aperture del tetto, combinazioni di esplosivi capaci di pulire del tutto uno stanza e altre meraviglie. Una tale pletora di strategie è impossibile per qualunque altro shooter e rende esaltante ogni partita, specialmente se unita alla velocità dei round, calcolata abbastanza bene da non frustrare il giocatore anche in caso di morte quasi immediata. 
    Il titolo è chiaramente più godibile in team, se lo si affronta comunicando con i compagni e dando vita a tattiche complesse. Agli sviluppatori però è riuscito l'incredibile, perché Rainbow Six Siege riesce a divertire anche il giocatore solitario, che può sbizzarrirsi se affronta le situazioni con calma. Ovvio, non è un gioco per Rambo mancati. Correre senza un perché in un'area aperta o ignorare i rumori per fare una strage porta di solito a una morte ridicola e velocissima. 
    Persino il sostituto del singleplayer, la modalità Terrorist Hunt, ha valore. Si tratta di una sfida co-op contro numerosi terroristi controllati dall'IA e sparsi per le mappe del gioco. Anche alla massima difficoltà i terroristi non sono paragonabili agli avversari umani, ma il numero sopperisce in parte alle loro mancanze, rendendoli comunque un pericolo da non sottovalutare. Non è certo paragonabile a un gruppo di missioni accuratamente costruite, ma è una valida alternativa alle brutali sfide online. 
    Buono infine il comparto tecnico, con il gioco che presenta ancora qualche bug ma è stato comunque ripulito alla grande rispetto alla alpha, e un motore piacevole e piuttosto leggero, in grado di gestire egregiamente la distruttibilità sopracitata. Siege dà l'impressione di essere un progetto davvero curato e ricco di passione, non c'è che dire. L'unico neo è in effetti rappresentato dalla stabilità dei server su console, che hanno dato qualche problema agli utenti PS4 in particolare durante il matchmaking.

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