Ethero

martedì 29 settembre 2015

Soma


  • Piattaforme:PC

  • Genere:Survival horror

  • Sviluppatore:Frictional Games

  • Data uscita:22 settembre 2015

     

     

    Pathos 2, la grande stazione di ricerca subacquea dove è ambientato quasi interamente SOMA, è senza dubbio la cosa migliore di questo survival fanta-horror ad opera di Frictional Games, il team svedese a cui dobbiamo alcuni dei titoli horror più amati dai fan del genere come i tre capitoli di Penumbra e i due di Amnesia. A Pathos 2 si è consumata una tragedia di cui sono rimaste molte tracce e si tratta di un’ambientazione perfetta se vi siete già deliziati della Sevastopol di Alien: Isolation o della Ishimura di Dead Space. Laboratori scientifici, corridoi, stanze di decompressione, magazzini, sale macchine e condotti di areazione ma soprattutto lunghi passaggi direttamente sul fondo del mare, che equivalgono bene o male a quelle sezioni a gravità zero di tanti titoli fanta-horror odierni. Esplorare Pathos 2 con i suoi rumori, le sue luci traballanti, i suoi cadaveri e la sua architettura “cyborg” vale già di per sé il prezzo del biglietto (28 euro su Steam), e forse qualcosa di più se avete adorato i primi due BioShock e se la formula “a nascondino” di Outlast e Amnesia non vi è mai stata stretta.
    Anche in SOMA infatti il nostro alter ego Simon non può combattere. Non che manchino le armi o gli oggetti contundenti da raccogliere, ma lo scontro con le creature che popolano Pathos 2 non è contemplato e così, quando finiamo di fronte a questi ibridi tra uomo e macchina, è meglio non farsi vedere e se proprio siamo individuati la cosa migliore da fare è correre o nascondersi. Almeno in Alien: Isolation si poteva spaventare lo xenomorfo con il fuoco e far fuori in qualche modo gli androidi, ma in SOMA c’è solo spazio per la fuga. Alla lunga questo fatto può diventare negativo, ma nella prima parte del gioco, complici gli effetti di distorsione visiva che colpiscono la nostra vista quando si avvicina una creatura, la tensione è notevole e la è anche quando capitiamo per la prima volta su Pathos 2 avvertendone subito l’atmosfera di orrore e mistero. SOMA però non è un gioco davvero spaventoso tolte le prime due-tre ore di gioco. Certo, il mood è quello giusto e qualche spavento ben assestato dalla “regia” del team svedese non manca, eppure non si provano le stesse sensazioni di un Amnesia, di un Doom 3 o del già citato Alien: Isolation. Un po’ perché le prime volte che si muore si riprende a giocare subito prima dell’incontro con la creatura, un po’ perché Frictional Games ha optato per una trama e per tematiche più adulte, riflessive e complesse rispetto al solito canovaccio fanta-horror, un po’ perché la tensione è diluita da numerosi passaggi (come gli spostamenti sul fondale) in cui non c’è nessun pericolo.
    Solo a tratti insomma si può parlare di vero e proprio horror-game, ma per molti questo sarà sicuramente un pregio. Ci riferiamo in modo particolare agli amanti dell’esplorazione e delle avventure grafiche, visto che non mancano alcuni enigmi (nulla di complicatissimo comunque) e che la narrazione, tra voci registrate e note testuali, è molto importante nell’economia del gioco. Se infatti escludiamo il bizzarro incipit ambientato in una metropoli dei giorni nostri (la parentesi certamente meno felice del gioco), una volta che si è messo piede a Pathos 2 SOMA cambia completamente registro. È vero che la trama ci mette un po’ per carburare ed è altrettanto vero che Simon sembra sempre fin troppo calmo e compassato contando quanto gli stia succedendo, ma scoprire i segreti di questo luogo, il perché di quegli uomini-macchina e la missione che ci tocca intraprendere guidati dalla voce di una coscienza umana è molto avvincente, senza contare l’ottimo finale che chiude con una nota di speranza questa esperienza così straniante

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