Ethero

sabato 2 gennaio 2016

Party Hard

  • Piattaforme:PC

  • Genere:Strategico

  • Sviluppatore:Pinoki Games

  • Data uscita:25 Agosto 2015

     

     

    La violenza nei videogiochi è un tema estremamente delicato da trattare. Se non ben contestualizzata essa rischia di divenire un'arma a doppio taglio che, oltre a orde di giocatori assetati di sangue, può attirare anche critiche piuttosto forti. Questo è il caso di Hatred, un gioco pubblicizzato come la quintessenza della carneficina, ma che ha offerto ben poco sul piano ludico ed è stato letteralmente massacrato dalla critica specializzata. Esiste però anche un rovescio della medaglia: titoli come Hotline Miami, che ha uno stile molto simile al gioco di cui a breve andremo a parlare, inseriscono l'omicidio in un contesto ludico fresco, divertente e impegnativo. Party Hard tratta l'argomento "omicidi di massa" in maniera leggera e scanzonata, senza prendesi troppo sul serio e non rischiando più di tanto sul piano morale ma mettendo in piedi uno stealth piuttosto particolare. Scopriamo insieme se vale la pena partecipare a questa festa.
    Per me un vodka lemon e per il mio amico una coltellata tra le scapole
    In questo gioco vestiamo i panni di uno spietato serial killer desideroso soltanto di avere un po' di pace e tranquillità. Il modo migliore che il protagonista ha escogitato per ottenerle è quello di imbucarsi a delle feste ed eliminare sistematicamente tutti i partecipanti con il suo fidato coltello. 
    Il titolo presenta un gameplay votato allo stealth e il modo migliore per portare a termine il nostro massacro è quello di sbarazzarci dei malcapitati quando nessuno ci può vedere, occultando poi i cadaveri in alcuni spot specifici, come cassonetti della spazzatura o tombini, dove rimarranno sepolti per sempre. A volte però caricarsi il corpo in spalla e trasportarlo è rischioso, in questi casi è meglio lasciarlo dove si trova e allontanarsi velocemente, per non destare sospetti. Nel caso in cui uno degli invitati dovesse notarlo però, correrà subito a chiamare la polizia. L'agente, una volta arrivato alla festa, si occuperà di certificare il decesso ma senza tentare di arrestarci. Se invece si viene colti in flagrante a commettere il misfatto lo sbirro ci inseguirà e tenterà di catturarci, ponendo fine alla partita in caso di successo. Questa meccanica risulta poco rifinita in quanto durante il primo inseguimento è fin troppo facile seminare l'agente, mentre dal secondo in poi è praticamente impossibile darsi alla macchia. In nostro aiuto ci vengono le scorciatoie, particolari passaggi che permettono di spostarsi da un punto all'altro della festa, come botole o finestre, non utilizzabili dai tutori della legge e che semplificano almeno in parte le nostre fughe. Non è possibile però abusarne poiché, dopo averle sfruttate un paio di volte, farà la sua comparsa un tizio vestito come Super Mario, il quale bloccherà l'accesso al varco. Altro elemento in grado di darci man forte sono alcuni oggetti dello scenario che possiamo riconvertire in trappole. Queste vengono generate randomicamente, ma dopo solo alcune partite avremo già imparato a riconoscerle e sfruttarle tutte. Un peccato che, a parte pochi casi in cui gli effetti sono devastanti, siano poco diversificate e che la loro attivazione non porti sempre al risultato sperato. In alcuni schemi inoltre sono presenti delle valigette contenenti oggetti ad uso singolo come granate fumogene, bombe o un abito di ricambio, tutta roba di grande aiuto nello sbrogliare situazioni complicate. Come se la polizia non fosse abbastanza, ad alcune feste particolarmente esclusive è necessario aggirare i buttafuori, i quali non esiteranno a prenderci a calci una volta entrati nel loro raggio visivo, mettendoci fuori combattimento.
    Party Hard è realizzato con l'ormai abusata pixel art, ma dobbiamo ammettere che in questo caso risulta piacevole, almeno per quanto riguarda i livelli. Lo stile grafico mostra però pesantemente il fianco durante le cutscene di intermezzo in cui seguiremo la storia dal punto di vista del detective John West, incaricato di porre fine ai nostri massacri. La visuale a volo d'uccello restituisce una visione d'insieme piuttosto buona e i modelli degli invitati si distinguono spesso per un gradito citazionismo. Le varie feste, anche se afflitte da un level design troppo simile le une alle altre, sono ben caratterizzate e possiedono ambientazioni ispirate. Una nota di merito va alle musiche, non di livello superlativo, ma che ben si adattano all'anima festaiola del titolo, proponendo una colonna sonora dance anni '90 del tutto azzeccata. Purtroppo Party Hard pecca nel gameplay, frustrando il giocatore con una difficoltà troppo legata ad eventi casuali e spingendolo ad agire con una prudenza che uccide il ritmo di gioco. Spesso infatti risulta più proficuo rintanarsi in un corridoio poco frequentato, magari in cui campeggia un comodo cestino dei rifiuti in cui gettare i cadaveri, piuttosto che aggirarsi per la festa e colpire al momento buono. Rimanere a camperare aspettando la nostra preda da uccidere lontano da occhi indiscreti è il modo migliore per sfoltire il grosso degli invitati, ma di sicuro non è molto divertente. Se aggiungiamo poi che la randomicità degli eventi rende alcune partite molto più ardue di altre e che la difficoltà è tarata verso l'alto, l'attendere stoicamente diventa un must per non rischiare di ripetere lo schema troppe volte. Una volta catturati dalla polizia o messi KO da un buttafuori infatti, saremo costretti a ricominciare da capo, con tutti gli invitati scatenati sulla pista da ballo invece che riversi in una pozza del loro stesso sangue. Per quanto riguarda la longevità il titolo presenta una dozzina di feste da completare, più sette livelli extra aggiunti con il recente update, questi sono rivisitazioni degli schemi precedentemente affrontati. Ogni location è terminabile circa in una decina di minuti ma vi assicuro che è necessario affrontarle varie volte prima di concluderle con successo.

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