Ethero

lunedì 23 giugno 2014

Risen 3:Titan Lords

  • Piattaforme:PC, PS3, Xbox 360

  • Genere:Gioco di ruolo

  • Sviluppatore:Piranha Bytes

  • Data uscita:15 agosto 2014

     

    Negli anni i ragazzi di Piranha Bytes sono riusciti a conquistarsi una nutrita nicchia di fan e amanti dei GdR. Dopo la cessione del marchio Gothic per via delle controversie con JoWood, tuttavia, non è stato tutto rose e fiori. La nuova serie, inaugurata con Risen nel 2009 sotto l'egida Deep Silver, è stata caratterizzata da alti e bassi: se il primo capitolo poteva dirsi tutto sommato riuscito e apprezzabile nel ritorno a un'esperienza ruolistica più genuina, il non eccezionale Dark Waters ha invece deluso le aspettative di chi sperava in un vero salto di qualità dovuto alla maturazione del franchise.
    La software house è dunque chiamata a un riscatto con Risen 3: Titan Lords, capitolo conclusivo della trilogia annunciato in sordina a febbraio e già pronto a debuttare entro un paio di mesi. Lontano dalle luci dello showfloor dell'E3, abbiamo approfittato della preview concessaci dallo sviluppatore per trascorrere qualche ora su PC in compagnia di una build non definitiva, ma vicina a quel che sarà il prodotto finale.
    Chiariamo subito una cosa: per chi si aspettava un deciso ritorno alle meccaniche di Gothic, sappia che Risen 3 costruisce sulle basi del suo diretto predecessore, apportando giusto qualche miglioramento alla formula qua e là. La demo è ambientata nella parte centrale di Taranis, anche detta Isola del Tuono. Il setting fantasy costituisce una via di mezzo tra quello medievale del primo Risen e quello tropicale di Dark Waters, in cui fanno il loro ritorno sia la magia sia la polvere da sparo (con armi da fuoco annesse). Dispiace un po' il mancato riavvicinamento a un'ambientazione più continentale e appunto "gotica", tipica dei primi apprezzati lavori della softco teutonica, ma d'altro canto Titan Lords resta il capitolo conclusivo della serie Risen e in quanto tale ne eredita scenario e caratteristiche.
    Questa volta il nostro eroe (che controlliamo sempre in terza persona), oltre ad essere senza nome come da tradizione, è pure senz'anima: è stato infatti privato di essa dalle Shadows, creature delle tenebre che stanno invadendo il mondo con tutte le spiacevoli conseguenze che ne derivano. La trama ruota intorno al ritorno dei temibili Titani ed è in parte legata ai precedenti capitoli, ma potrà essere apprezzata senza problemi anche da chi è nuovo della saga. Nella demo il protagonista è affiancato dal fantasma dell'inquisitore Mendoza, personaggio che i giocatori del primo Risen ricorderanno bene e che qui svolge la funzione di companion (e con il quale non mancano accesi scambi di battute).
    Nello specifico la versione beta da noi provata era collocata nel mid-game, con un PG già di discreta potenza, e si concludeva con il rito di iniziazione dell'eroe nella gilda dei maghi. Aderire a una fazione, come in tutti i giochi targati Piranha Bytes, è un'operazione dura e faticosa: dovremo iniziare dal grado più basso, scalarne i ranghi e guadagnare la fiducia dei superiori a suon di incarichi portati a termine. Inoltre le fazioni sono tra loro esclusive, visto che ognuna ha una propria visione del mondo ed entrare in una gilda bloccherà l'accesso alle altre. In Titan Lords le fazioni tornano ad essere tre e questa è senza dubbio una cosa positiva per la rigiocabilità. Non manca un basilare sistema di giustizia, simile in tutto e per tutto a quello visto in Risen 2: se verremo trovati a curiosare dentro una casa o un negozio le guardie ci inviteranno a uscire e, in caso di mancata obbedienza, potrebbero farsi violente. Similmente entrare in un villaggio con le armi sguainate è considerato pericoloso e se vorremo dialogare con i vari personaggi dovremo prima rinfoderare la spada. Il sistema di moralità è piuttosto evanescente: volendo possiamo attaccare anche NPC neutrali, ma invece di ucciderli li metteremo semplicemente fuori combattimento.
    Il completamento di quest, l'uccisione di nemici o l'esplorazione di un'area ci ricompensa con punti gloria, che è possibile spendere per accrescere attributi primari quali forza e destrezza, mentre le abilità vanno imparate dai vari trainer che si incontrano in giro per l'isola in cambio di svariati gold. A questo proposito è sicuramente gradevole la possibilità di portare a termine alcune missioni in modo alternativo, per esempio intimidando o persuadendo un personaggio a darci ciò che vogliamo (a patto che le nostre abilità oratorie siano adeguate). Anche l'esplorazione prende molto da Risen 2 con qualche significativa modifica: torna la capacità di arrampicarsi in alcuni punti specifici e debutta finalmente la possibilità di nuotare negli specchi d'acqua, feature che permette di raggiungere piccole isole in cui sono sepolti scrigni preziosi. L'interazione con l'ambiente si attesta su ottimi livelli grazie a una gran quantità di oggetti nello scenario da raccogliere o usare (tra cui gli immancabili forzieri da scassinare).
    I prodotti firmati Piranha Bytes hanno sempre avuto un approccio al genere ruolistico originale, quasi "artigianale", ben lontano dagli sfarzi delle produzioni Bethesda o Bioware (d'altronde lo studio tedesco non conta più di una ventina di unità): i dialoghi sono ruvidi e diretti, le ambientazioni spartane e il protagonista stesso, più che un eroe invincibile, è un soldato che, se gioca male le sue carte durante un combattimento, può essere ucciso come chiunque altro. I veterani delle produzioni Piranha Bytes si troveranno dunque a casa, senza il rischio di trovarsi disorientati da troppe novità. Anzi, si può affermare che qui di innovativo non c'è proprio nulla; i vari Gothic, e in misura minore i due Risen, si sono sempre fatti apprezzare per l'esperienza immersiva che riuscivano a fornire più che per la loro carica innovativa, e Titan Lords non fa eccezione. Certo, una bella svecchiata ad alcuni aspetti del gameplay avrebbe fatto bene al marchio. Il combat system ad esempio è stato reso più frenetico di Risen 2, ma il feeling generale non ci ha entusiasmato, visto che non è del tutto immune alla pratica del button-mashing e basta tenere premuto il tasto della parata mentre il buon Mendoza fa strage di nemici per vincere facile (un po' sulla falsariga di quanto visto recentemente in Bound by Flame). Appare anche anacronistica la mancanza di una barra della stamina, cosa che permette di schivare all'infinito di fronte ai mob, soprattutto in un momento come questo in cui Dark Souls e seguito hanno fatto scuola e impostato nuovi standard qualitativi per il combattimento di qualsiasi action RPG. Non ci hanno convinto pienamente le animazioni del nostro PG: quelle della corsa e del salto sono ben fatte, ma durante il combattimento il personaggio tende a slittare troppo pur di raggiungere il nemico ingaggiato, talvolta anche di diversi metri, con un poco convincente effetto “saponetta”.
    In ogni caso la build provata si è rivelata stabile e tutto sommato scevra di bug. Graficamente il gioco sembra più pulito grazie al lavoro di ottimizzazione compiuto rispetto a Risen 2, senza miglioramenti tecnici enormi. Piacevoli i paesaggi esterni, mentre gli interni sono piuttosto scarni e poveri di dettagli; allo stesso modo le espressioni facciali durante i dialoghi sono solo discrete. Appare d'altro canto evidente che la natura old-gen del titolo ne limiti molto le ambizioni. Infine, siamo rimasti un po' perplessi dal fatto che molti elementi di Titan Lords sono di fatto riciclati da Dark Waters, inclusi oggetti, armi, piante e buona parte dei mob incontrati. Questo aspetto ribadisce ulteriormente, se mai ce ne fosse stato bisogno, la vicinanza stilistica e tematica di cui accennavamo a inizio articolo tra i due prodotti, fermo restando comunque che abbiamo visto soltanto una piccola parte del gioco e le valutazioni andranno eseguite, come sempre, con in mano la versione completa.
    Con le dovute proporzioni, Risen 3 sembra un po' un cavallo sfavorito su sui scommettere per una corsa: un ronzino non più giovane, senza il favore del pronostico e magari un po' malconcio, ma che potrebbe rivelarsi ancora capace di regalare soddisfazioni a chi deciderà di affidarsi a lui. Vedremo se è questo il caso o se i Piranha Bytes hanno sbagliato corsa.

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