Ethero

mercoledì 24 giugno 2015

Just Cause 3

  • Piattaforme:PC, PS4, Xbox One

  • Genere:Azione

  • Sviluppatore:Avalanche Studios

  • Data uscita:1 dicembre 2015

     

     

    Non ci sembrava possibile che un gioco potesse oltrepassare i confini di ciò che comunemente viene considerato sopra le righe senza scendere nella volgarità. Eppure, film come Mad Max ci hanno dimostrato che è possibile offrire intrattenimento di qualità mantenendosi all’interno di un genere propenso all’esagerazione, quale l’action. Così, di fronte a Just Cause 3 all’E3 2015, abbiamo scoperto che un’operazione di questo tipo si può fare anche nel mondo dei videogiochi, e si può fare incredibilmente bene.
    La nostra avventura in Just Cause 3 si svolge sull’isola di Medici, situata in un arcipelago fittizio del mediterraneo e governata da un dittatore megalomane chiamato Di Ravello. Non è chiaro quale siano le radici culturali di quest’isola, ma i nomi, il motto dell’isola scritto in latino e la bandiera (un tricolore italiano a strisce verticali) ci lascia intendere che la repubblica di Medici sia una parodia delle dittature fasciste di Mussolini e Francisco Franco. Con ogni probabilità, dunque, ci troveremo in un luogo dove si parla italiano e in cui i soliti stereotipi della pizza e del mandolino sono stati sostituiti da una dittatura militare intenta a conquistare il mondo.
    Rico Rodriguez, ormai fuori dall’Agenzia, è sull’isola determinato a fermare i piani di Di Ravello, mettendone fuori uso le comunicazioni e, probabilmente, mettendo fine alla sua esistenza e a quella dei suoi sottoposti.
    La struttura, come di consueto, è quella di un sandbox in cui il giocatore è libero di esplorare le oltre 400 miglia quadrate del luogo, una mappa grande quanto l’isola del secondo episodio ma più densamente popolata e ricca di edifici. I luoghi sono straordinariamente caratteristici, e siamo rimasti sorpresi nel constatare come il gioco sia in grado di offrire degli scorci credibili dei villaggi e delle città dell’isola. Medici sembra un’isola greca con architetture tipiche del sud Italia e una macchia mediterranea che punteggia i luoghi più selvaggi. Le grosse strutture industriali e militari sparse entro i confini della nazione aspettano solo il nostro intervento, e la popolazione sottomessa è solita convivere con un esercito alle porte di ciascun abitante.

    Un gioco esplosivo
    Per mettere i bastoni fra le ruote a Di Ravello siamo chiamati a distruggere numerosi luoghi-simbolo della dittatura, e a fare saltare le infrastrutture che dominano i luoghi dell’isola. Il punto è che, questa volta, gli sviluppatori hanno pensato di lasciarci la massima libertà nelle azioni che portano alla demolizione di statue, ponti, fabbriche e palazzi governativi, con risultati che ci hanno fatto sussultare sulla sedia in quanto a varietà.
    Nello specifico, durante la demo all’E3 abbiamo assistito a tre diversi modi per abbattere una statua del dittatore: oltre ai più convenzionali attacchi con l’artiglieria pesante, infatti, il giocatore ha la possibilità di abbattere la statua con un trattore, di sradicarla da terra con un veicolo aereo o, in alternativa, di legare un rampino retrattile al braccio teso del dittatore e un altro alla sua faccia, per poi retrarre il cavo e lasciare che la statua “si prenda a pugni in faccia” distruggendosi. Questo genere di modi ingegnosi per compiere le varie azioni di disturbo pervade ogni aspetto del gioco, e siamo certi che i giocatori troveranno dei metodi alquanto inusuali per portare a termine le proprie missioni. La presenza del rampino retrattile, capace di legarsi fino a un massimo di quattro punti di ancoraggio, rende il gioco una tela bianca su cui dipingere le nostre idee più folli, che spesso terminano con una violenta esplosione.
    Nei quindici minuti di demo abbiamo letteralmente perso il conto delle cose che sono esplose, e in generale Just Cause 3 è un titolo che punta molto sull’effetto di ogni azione di sabotaggio compiuta. Le armi presenti nel gioco - spesso molto pesanti - sono in grado di innescare delle reazioni a catena che, come in una perversa macchina di Rube Goldberg, possono trasformare un semplice attacco ad un pilone portante di un serbatoio in un vero e proprio inferno di fuoco capace di demolire un complesso industriale delle dimensioni di dieci campi da calcio.
    Tutto questo è reso possibile grazie a un motore fisico che ci ha fatto letteralmente sognare: il modo in cui i palazzi esplodono in Just Cause 3, scaraventando detriti a grappolo e colpendo altri elementi scenici, è uno dei migliori che abbiamo mai visto negli ultimi anni e siamo certi che i giocatori indietreggeranno spesso dopo avere innescato una reazione a catena per godersi il risultato pirotecnico delle proprie azioni. Allo stesso modo, la fisica si rivela fondamentale per determinare un esito realistico dell’utilizzo del proprio rampino, che può legare veicoli fra loro per farli collidere e costruire degli incidenti incredibilmente spettacolari in cui, inutile dirlo, tutto termina in una palla di fuoco.
    A spasso tra i girasoli
    Il motore fisico di Just Cause 3 è stato utilizzato per creare una vegetazione realistica, che si comprime sotto il peso dei nostri veicoli quando decidiamo di sfrecciare per un campo di girasoli o tra i cespugli di lavanda. Le tracce lasciate dagli pneumatici in questi luoghi sono incredibilmente realistiche: dimenticatevi gli off-road di Forza Horizon, qui i campi di grano verranno maciullati dopo il nostro passaggio.
    I veicoli aerei, terrestri e marini non sono l’unico modo per spostarsi in Just Cause 3. Grazie a una meravigliosa triade costituita da rampino, tuta alare e paracadute possiamo volare come un Batman mediterraneo, recuperando terreno e muovendoci a pochi metri dal suolo a una velocità impressionante, per poi aprire il paracadute all’ultimo istante e mettere con dolcezza i piedi a terra. Siamo rimasti incantati dalla velocità e dall’emozione suscitata da queste fasi, e crediamo che la tuta alare saprà offrire dei momenti incredibilmente spettacolari ai giocatori, e diventerà presumibilmente protagonista di molte clip di gameplay su Youtube.
    In generale, Just Cause 3 è un gioco spettacolare anche dal punto di vista dello spettatore, e siamo piuttosto convinti che avrà un grande seguito anche sui servizi di video streaming: grazie alla struttura sandbox, qualche giocatore potrebbe mostrarci cose semplicemente impensabili in diretta.
    Restano da verificare alcuni elementi molto importanti, tra cui il combattimento: per ora abbiamo visto una enorme varietà di armi e un sistema di shooting non dissimile da quello visto nel secondo capitolo. Questo è un gioco in cui l’approccio alle differenti sfide è totalmente in mano al giocatore, e siamo abbastanza fiduciosi che il sistema di combattimento sarà all’altezza. D’altro canto, in un gioco in cui si possono sparare missili e demolire un viadotto mentre si sta planando con un paracadute, che cosa potrebbe mai andare storto?

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