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venerdì 10 luglio 2015

Company Of Heroes 2 The British Forces

  • Piattaforme:PC

  • Genere:Strategico

  • Sviluppatore:Relic Entertainment

  • Data uscita:3 Settembre 2015

     

     

    Ricordato da molti come uno dei migliori giochi strategici di tutti i tempi, il primo Company of Heroes è un gioco invecchiato straordianriamente bene, che ancora oggi è in grado di divertire a lungo con una campagna impreziosita da una serie di espansioni di altissimi livelli.
    Il secondo gioco, uscito nel 2014 e spostatosi sul fronte sovietico, non seppe replicare lo straordinario successo del predecessore, ma riuscì comunque a radunare attorno a sé una folta schiera di appassionati che hanno contribuito a mantenere viva e attiva una community di giocatori online.
    Così, a distanza di due anni dall’uscita del gioco, ecco tornare Company of Heroes 2 con una nuova espansione, dedicata alle forze britanniche e - curiosamente - rivolta esclusivamente al multiplayer, il tutto a un prezzo speciale e in versione standalone.
    Abbiamo avuto l’opportunità di giocare alcuni match in collegamento con i Relic a Vancouver, facendo la conoscenza delle nuove truppe e delle nuove mappe di gioco. Prima di tutto, questa espansione - che sarà venduta a un prezzo di poco inferiore ai 13 euro - include una quantità di contenuti piuttosto corposa. Parliamo di ben 8 mappe che si aggiungono a quelle già esistenti in Company of Heroes 2, e di un esercito completamente nuovo che include 15 nuove unità, ovviamente accompagnate da una serie di comandanti con abilità uniche. Se un solo esercito vi dovesse sembrare una cosa di poco conto, i Relic hanno trovato il sistema per differenziare completamente lo stile di gioco a seconda delle scelte del giocatore nel corso della partita, con modifiche così profonde da creare virtualmente due eserciti ben distinti tra loro. Quinn Duffy, Game Director di Relic, ci ha spiegato la filosofia dietro questo approccio.

    “Per The British Forces abbiamo applicato una dottrina di design unica. Storicamente parlando, l'esercito britannico era molto solido da un punto di vista difensivo, e una volta catturata una zona, essi erano molto difficili da cacciare. Noi non volevamo un esercito che fosse puramente statico, così quando abbiamo esaminato le loro unità mobili, in particolare quelle veloci come i carri armati pesanti quali il Comet, abbiamo visto la possibilità di concedere al giocatore la scelta di giocare un ruolo più difensivo o di assumere un ruolo più offensivo. Noi chiamiamo questo sistema Hammer / Anvil (Martello / Incudine): quando il giocatore evolve l'albero tecnologico, si possono prendere un paio di decisioni importanti e adattare l’esercito al proprio stile di gioco o alle esigenze del momento. L’esercito del Commonwealth nel primo Company of Heroes aveva aspetti simili, ma era troppo facile passare dall’attacco alla difesa, ed era difficile affrontare l’esercito britannico come nemico. In British Forces abbiamo fatto in modo che quelle scelte fossero più integrate nel design complessivo dell'esercito. Se il giocatore sceglie l'approccio Anvil, le unità saranno più statiche e difensive, e avrà unità più lente, come il carro armato Churchill che può assorbire una quantità notevole di danni e sostenere un forte esercito di fanteria. Se si sceglie l'approccio Hammer, si può colpire più duro, ottenere carri armati veloci e abilità di attacco più aggressive per la fanteria. In definitiva, le decisioni del giocatore si integrano ampiamente nel proprio esercito.”
    In effetti questo approccio appare evidente sin dai primi minuti di gioco: mano a mano che si inizia a comprendere lo svolgimento della battaglia, infatti il giocatore è naturalmente portato ad intraprendere una strada ben definita. Non si tratta tanto di una scelta dettata dal proprio gusto o stile di gioco, ma piuttosto dal modo in cui si pone la battaglia. Nel nostro test, svoltosi in un due contro due, il nostro compagno di squadra ha scelto un approccio Hammer lasciandoci a svolgere il ruolo di “tank”, ottenendo la capacità di arrestare l’avanzata delle truppe avversarie mentre il nostro compagno si occupava di aprire una via sul lato opposto della mappa. In multiplayer questa idea sembra funzionare, anche se la coordinazione richiesta fra i giocatori è visibilmente superiore, e in generale la lancetta della difficoltà si sposta verso livelli più alti. Quando il sistema sarà metabolizzato dai giocatori, però, tutto potrebbe diventare incredibilmente interessante.
    Le nuove unità sono apparse equilibrate. La fanteria, i mitraglieri, i meccanici, i cecchini e i commandos offrono diverse possibilità offensive e difensive. La fanteria base ha la capacità di curarsi e di aumentare la precisione dell’artiglieria, i mitaglieri hanno a disposizione il fuoco di copertura, i meccanici possono fare saltare le coperture avversarie, i cecchini hanno un fucile in grado di penetrare le corazze dei veicoli leggeri e i commandos completano l’offerta aggiungendo la componente stealth alla formula.
    Tra i carri, i già citati Comet e Churchull offrono due approcci opposti, ai quali si aggiungono lo Sherman, il Cromwell, il Valentine, il Crocodile e l’AVRE.
    I due nuovi comandanti sono basati rispettivamente sulla capacità offensiva e difensiva, e già nelle primissime fasi di gioco permettono di modificare in maniera significativa l’approccio del proprio esercito.
    Le forze britanniche sono state splendidamente realizzate grazie ad un intenso lavoro di motion capturing che ha davvero tirato fuori il meglio dal motore Essence Engine 3.0. Il tutto, però, è stato reso ancora più credibile da un doppiaggio di ottima fattura. Ne abbiamo parlato con Quinn Duffy:
    “Per British Forces, abbiamo creato un esercito basato su quello presente alla fine della guerra, che stava iniziando ad essere a corto di manodopera, ma che voleva davvero finire la guerra. Volevamo anche un esercito caratteristico, e abbiamo voluto fare in modo che venisse rappresentato dal duro, indomito personaggio di Churchill e dai soldati di prima linea. Così, sulla base di questa idea, abbiamo creato una divertente lista di personaggi con delle biografie. Successivamente, abbiamo lavorato con un ottimo sceneggiatore in Inghilterra, e poi abbiamo fatto il casting e le registrazioni a Londra con il risultato di ottenere un doppiaggio davvero credibile, che sembra rendere giustizia alle origini dei soldati.”

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