Ethero

venerdì 14 novembre 2014

Battlefield:Hardline


  • Piattaforme:PC, PS3, PS4, Xbox 360, Xbox One

  • Genere:Sparatutto

  • Sviluppatore:Visceral Games

  • Data uscita:19 marzo 2015




La serialità sta diventando un problema per molti giochi. I grossi publisher stanno spingendo al massimo il piede sull’acceleratore e ormai praticamente tutti i brand più importanti ricevono il loro capitolo annuale: se sugli sportivi la cosa è parzialmente giustificata dal rinnovamento delle rose, da piccoli ritocchi alle meccaniche di gioco e da altre chicche legate al multiplayer online, per quanto riguarda action e shooter riuscire a trovare un motivazione valida e cambiamenti significativi tra le varie produzioni diventa via via sempre più complesso. Certo, ci sono i miglioramenti grafici e ovviamente anche qui le novità in multiplayer non si fanno attendere, ma il vero colpo di coda che faccia parlare di rivoluzione latita ormai sin troppo spesso. Per porre parzialmente rimedio al problema ci si affida allora a sviluppatori diversi, tentando di rinnovare formule ormai rodate, talvolta riuscendoci in maniera egregia e altre volte invece forzando un po’ troppo la mano.
La serie Battlefield purtroppo non è tra le più fortunate in questo senso e, dopo il fallimento del brand di Medal of Honor con gli ultimi capitoli davvero sottotono, DICE si è trovata a dover reggere una mole di lavoro enorme per far uscire il titolo in tempi ragionevoli, con ripercussioni ovviamente sulla stabilità del codice come accaduto in Battlefield 4.
Da quest’anno però, per nostra fortuna, i ragazzi di Visceral Games arrivano in soccorso, tentando di portare tutta la loro esperienza nei giochi singleplayer di successo (parliamo ovviamente della serie Dead Space) nella campagna giocatore singolo di Battlefield Hardline.
Diverse settimane fa siamo volati a Londra per toccare con mano due missioni e saggiare la qualità delle stesse per toglierci eventuali dubbi.. Il risultato? Non ne siamo usciti convinti e ora vi spieghiamo il perché.

Negli ultimi anni le campagne di Battlefield non sono mai state memorabili e nemmeno le scene più spettacolari sono riuscite a lasciare il segno nella mente dei giocatori. Ecco allora che Visceral prende in mano le redini della situazione cambiando completamente il tiro e proponendo una campagna basata sulla furtività. Stealth e FPS non sono un connubio eccezionale di norma, ma eravamo comunque curiosi di capire come gli sviluppatori avessero implementato il tutto. Partiamo quindi dalle basi, sottolineando che per spostare il mirino su questa tipologia di gioco Visceral ha completamente rimosso l’atmosfera da guerriglia urbana vista nei precedenti episodi, inserendo una narrativa molto più teatrale e mettendoci nei panni di un poliziotto in una Los Angeles pervasa dal crimine. Se l’atmosfera in generale è di quelle giuste, la semplicità eccessiva delle strategie da mettere in atto si palesa già dopo pochi passi.
La nostra collega Kai ci spiega come muoverci silenziosamente e catturare i malviventi, distraendoli lanciando i bossoli (a quanto pare infiniti) per poi saltargli alla schiena e neutralizzarli grazie alle manette. Per facilitare le cose, due le meccaniche fondamentali: una barra speciale di rilevamento posta al centro dello schermo e una mappa tattica dove controllare sempre le ronde e il loro campo di visuale.
Se la prima lunghissima sezione che ha fatto da tutorial non ci ha lasciato particolarmente impressionati qualche buona idea la si è vista con l’evolversi della storia, arrivati ad un magazzino infarcito di nemici nel quale dovevamo infiltrarci. L’IA non è parsa particolarmente brillante, poiché continuare a lanciare bossoli nello stesso punto ci permetteva senza grosse difficoltà di tenere perennemente girati di spalle i nemici e, una volta voluto testare l'approccio diretto, ci siamo resi conto di poter sempre uscire a pistola spianata con il nostro bel distintivo luccicante in mano per fare arrendere i malviventi. Qui si innescherà una meccanica nuova, che vi obbligherà a tenere sotto tiro i bersagli per evitare che questi raggiungano le armi e vi sparino. Divertente le prime volte, per poi entrare di diritto nella routine più banale. Stando a quanto rivelato durante l’evento, la campagna sarà divisa al 50% tra questo tipo di missioni di investigazione e quelle militari più comuni.
Parliamo di investigazione perché tramite una sorta di scan in dotazione avremo altresì la possibilità di “taggare” i bersagli sulla mappa per seguirne i movimenti, ma anche trovare prove e indizi sparsi qua e la per risolvere i casi che ci verranno assegnati. Questa feature (che viene implementata sempre più spesso in svariati titoli) verrà utilizzata anche nelle missioni più caotiche, laddove trovare ad esempio una combinazione per accedere ad una cassaforte o recuperare importanti documenti prima di effettuare una rocambolesca fuga.
 

La seconda parte del test era invece più classica, con un enorme palazzo in pieno centro che dev'esser sembrata la location perfetta per sperimentare tutto il potere distruttivo delle armi di Battlefield: Hardline, armi che, come da tradizione, possono essere modificate in maniera pressoché totale attraverso pochi e semplici menu.
L’unica differenziazione rispetto al solito è che questa volta le modifiche vanno acquistate con i soldi ottenuti al completamento delle missioni e con i dollari bonus guadagnati ammanettando i malviventi senza che questi vengano coinvolti nelle sparatorie. Sinceramente è una meccanica controversa, perché spinge i giocatori più abili e più portati allo stealth a ottenere più soldi per un equipaggiamento migliore che però, proprio per le loro abilità nel passare inosservati, utilizzeranno più difficilmente. Vedremo quindi come si evolverà la cosa nella versione finale, questo primo assaggio era davvero troppo poco per darne un giudizio definitivo. Quello su cui però vogliamo andare cauti è ancora una volta l’IA, questa volta con un serio problema di routine. Premettiamo che il codice era ancora arretrato ma i nemici non possiedono tattiche di accerchiamento e non aggirano la nostra posizione. Questo vuol dire che da una posizione sicura potrete tranquillamente falcidiare ogni singolo bersaglio vi si pari davanti senza troppi problemi e senza praticamene dovervi mai spostare. A dire il vero un modo per farvi muovere i soldati avversari ce l’hanno ed è l’uso massiccio di granate fumogene letali, ignorabili tuttavia se indossate una maschera antigas, acquistabile per pochi spiccioli tra i gadget.
Appoggiatevela sul volto e Battlefield: Hardline diverrà un semplice tiro al bersaglio, soluzione che ci ha permesso di portare a casa il livello con sin troppa facilità

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