Ethero

mercoledì 9 marzo 2016

Shardlight

  • Piattaforme:PC

  • Genere:Avventura grafica

  • Sviluppatore:Wadjet Eye Games

  • Data uscita:8 marzo 2016

     

     

    Gli appassionati di avventure grafiche possono contare su una ragionevole certezza, costituita dall’uscita periodica dei punta e clicca targati Wadjet Eye Games. La casa guidata da Dave Gilbert, infatti, riesce ormai da anni a proporre titoli di qualità, sia nelle vesti di publisher che di sviluppatore. Andiamo allora a vedere come si è comportato l’ultimo prodotto di questa software house, chiamato Shardlight.

    Quando parliamo di avventure grafiche targate Wadjet Eye Games, ci riferiamo a giochi dal gusto estremamente classico: questo vuol dire tanti enigmi, nessun aiuto o suggerimento, molti oggetti da utilizzare e personaggi secondari con cui interagire. Shardlight non fa eccezione: nelle sue 7, 8 ore di gioco il titolo sviluppato da Francisco Gonzales, già conosciuto per A Golden Wake, proporrà soluzioni collaudate e sorrette da una trama che ci ha sorpreso in positivo. Il personaggio che impersoneremo, infatti, sarà quello di Amy Wellard; la nostra si ritrova a vivere in un mondo devastato da una guerra nucleare che ha lasciato tra le sue macerie un nuovo sistema sociale, fortemente basato sulla divisione in classi. Da una parte, allora, troviamo gli Aristocratici, individui che sfoggiano la loro nuova ricchezza atteggiandosi a sovrani, e che controllano le risorse più preziose. Dall’altra, rimangono praticamente tutti gli altri, fortunati abbastanza da essere sopravvissuti all’apocalisse, ma sfortunati il giusto da essere praticamente privati di tutto. Come se non bastasse, le bombe nucleari hanno lasciato un fastidioso strascico dietro di loro, ovvero il sopraggiungere di una nuova malattia letale. Per ottenere il vaccino necessario a sconfiggere questa minaccia, allora, gli appartenenti alla classe sociale inferiore devono prestarsi a lavori faticosi e pericolosi, i quali danno accesso a un biglietto per una lotteria che vedrà premiare il vincitore proprio con una dose di vaccino. La nostra Amy, difatti, inizia la sua avventura proprio svolgendo un lavoro per la lotteria, ma quello che incontrerà sulla sua strada la porterà a mettere in discussione questo nuovo sistema sociale, e chi lo guida. Diciamo che, dal punto di vista narrativo, Shardlight è probabilmente l’avventura Wadjet Eye Games che ci ha convinto di più, almeno di recente: la storia è godibile, contiene qualche colpo di scena, e soprattutto riesce a scorrere in maniera fluida, proponendo anche tre finali differenti. Il tema della dittatura distopica in contesto post apocalittico è sfruttato in maniera molto positiva, e propone anche riflessioni sul ruolo della religione, del potere assoluto, e dell’innata tendenza dell’uomo a dividere la società in classi in cui vige la legge del più forte.

    Abbiamo detto che l’interessante storia di Shardlight scorre in maniera assai fluida, e il motivo di ciò risiede nella difficoltà degli enigmi e – in maniera secondaria – nelle scelte di game design. Per quanto riguarda il primo aspetto, possiamo dire che gli enigmi presenti saranno di difficoltà media; il solo ostacolo importante che abbiamo incontrato durante il nostro cammino si è presentato dopo circa la prima mezz’ora di gioco. Da qui in poi, abbiamo avuto pochi problemi a capire cosa fare, sebbene il gioco si sia prodigato a proporci sfide di varia natura. Per riuscire a venirne a capo, allora, è stato molto importante ispezionare in profondità tutti gli ambienti visitabili, visto che in un paio di occasioni siamo rimasti parzialmente bloccati proprio perché non avevamo raccolto un oggetto disponibile in una determinata locazione. Questo ci porta a parlare delle già citate scelte di game design; Shardlight, infatti, consentirà di spostarci velocemente tra varie locazioni, e la scelta fatta dagli sviluppatori ci è sembrata chiara: proporre, cioè, tanti ambienti visitabili composti però da poche schermate. È questo l’aspetto che ha consentito all’avventura in questione di avere un ritmo sempre piacevole, perché il continuo cambio di ambientazione, e di conseguenza di personaggi, consente di mantenere sempre viva l’attenzione.
    Per il resto, il gameplay del titolo proporrà un inventario quasi mai affollato, in cui però sarà possibile combinare i vari oggetti. Non abbiamo notato, poi, particolari volontà di presentare soluzioni alternative, o se si vuole variazioni sul tema del gameplay da solida avventura grafica, come invece avveniva nell’altra avventura firmata da Gonzales, ovvero A Golden Wake. Se in quest’ultimo titolo venivano proposte sequenze che uscivano parzialmente fuori dai classici canoni del genere, in Shardlight la scelta sembra sia stata quella di affidarsi totalmente alla tradizione classica. A guardar bene, si può dire che questa scelta sia risultata quella giusta, visto che ha permesso di creare un titolo senza particolari cali di tensione, dalla difficoltà piacevole, e dalla longevità media. Un altro fattore che ha consentito di creare un’esperienza più omogenea (e se si vuole anche più semplice da gestire) è la presenza della sola Amy come personaggio giocabile. Tutto ciò ha eliminato completamente la possibilità di avere enigmi basati sull’interazione tra più protagonisti: da una parte ciò ha permesso di aumentare l’immedesimazione nelle vicende della protagonista, ma dall’altra ha un po’ abbassato il livello di difficoltà. A questo proposito, infatti, avremmo preferito qualche enigma logico “crudele” in più durante la parte finale, che risulta un po’ spoglia sotto questo punto di vista.

    Dal punto di vista tecnico, Shardlight presenta le soluzioni tipiche delle produzioni Wadjet Eye Games. Ci troviamo davanti, dunque, a una realizzazione grafica bidimensionale in pixel art, capace di riprodurre buoni scorci. Ci hanno convinto soprattutto le riproduzioni dei volti dei personaggi, che appariranno durante ogni dialogo. Chi conosce i titoli della casa americana, dunque, dovrebbe già avere bene in mente di che tipo di grafica stiamo parlando.
    Dal punto di vista del comparto audio, invece, il titolo propone un doppiaggio in inglese di buona qualità, soprattutto per quanto riguarda il personaggio di Amy. Gli accompagnamenti audio, invece, si mantengono sicuramente su un livello sufficiente, senza però proporre dei particolari lampi. Dobbiamo segnalare, infine, la mancanza dei sottotitoli in italiano.

     

Nessun commento:

Posta un commento