Ethero

mercoledì 27 marzo 2013

Metro:Last Light


  • Genere:Sparatutto

  • Sviluppatore:4A Games

      Lo sfaldamento di THQ ha sparso sul mercato tutte le sue proprietà intellettuali. Si tratta di un portfolio puntellato di prodotti interessanti che, rapidamente, è stato preso d'assalto dalle aziende più intraprendenti. La tedesca Koch Media, tra le altre, ha saputo muoversi con maestria investendo in alcuni titoli tra i più apprezzati del fu publisher statunitense, titoli tra i quali ricopre un ruolo di primo piano Metro: Last Light, opera dei ragazzi ucraini di 4A Games seguito di quel Metro 2033 che ha saputo conquistare molti estimatori. Durante un recente evento organizzato nella capitale britannica, abbiamo potuto sederci davanti ad un PC e passare una buona oretta in compagnia di Metro: Last Light, per poi scambiare le nostre impressioni con gli sviluppatori e con Dmitry Glukhovsky, la mente dietro agli eventi raccontati nel titolo. 


    Questione d'atmosfera 
    Prima di sederci alla postazione di gioco sapevamo di poterci aspettare un titolo di un certo livello, sia dal punto di vista tecnico, che da quello narrativo e di gameplay. Le primissime immagini a schermo, infatti, hanno saputo tenere testa alle nostre aspettative regalandoci un primo impatto veramente di spessore. La produzione 4A Games si propone come una delle più curate a livello grafico, grazie ad una minuziosa cura del dettaglio e ad un motore capace di gestire un gran numero di strutture poligonali ed effetti. Sarà il gioco più spettacolare sul mercato? Sarà meglio di Crysis 3? Difficile rispondere prima di un' approfondita analisi, quello che è certo è che, alla richiesta di delucidazioni in merito ad un'eventuale versione per console nex-gen, gli sviluppatori hanno risposto con un orgoglioso: "La versione next-gen è già qui, è quella PC"
    Oltre alla potenza bruta che è stata sfoggiata, va detto, grazie ad un computer che aveva tutta l'aria di essere appena arrivato da una galassia lontana, è soprattutto la direzione artistica a convincere: le ambientazioni sono apparse varie, ricche di atmosfera, credibili e arricchite da una planimetria curata. L'evolversi della storia, poi, grazie ad alcuni eventi scriptati riesce senza problemi nel suo intento di accalappiare il giocatore ed immergerlo in un'avventura coinvolgente fin dalle prime battute.

    Il gameplay di Metro: Last Light è un ibrido tra diversi generi e, soprattutto, permette al giocatore di scegliere l'approccio preferito alle situazioni. Durante la nostra prova abbiamo potuto sperimentare dei frangenti nei quali il nostro sangue freddo veniva messo a dura prova dalle atmosfere quasi horror, ma anche momenti nei quali un approccio stealth più tradizionale si rivelava vincente, o addirittura era possibile correre per i livelli come in un fps di stampo più action. I cambi d'atmosfera sono in parte dovuti alle ambientazioni, e ci mancherebbe, ma anche le diverse tipologie di nemici giocano un ruolo fondamentale nel dettare il ritmo del gameplay: dei fulminei quadrupedi a metà tra lupi e topi spingono il giocatore a rapidi movimenti attraverso scontri nei quali sono obbligatori riflessi attenti, mentre i nemici umani hanno scoperto il fianco ad un approccio più tattico. Le fasi stealth si sono rivelate particolarmente divertenti grazie alla possibilità di muoversi silenziosi da un'ombra all'altra, volendo senza neanche esplodere un colpo, anche se qualche appunto all'intelligenza artificiale dei nemici andrebbe fatto. I nostri avversari, a livello di difficoltà normale, sono parsi affetti da gravissime perdite della memoria a breve termine, visto che un semplice cambio di stanza era capace di far dimenticare la nostra presenza. Ad una nostra precisa domanda sull'IA gli sviluppatori hanno dato una mezza risposta, lasciando intendere come anche ai livelli maggiori questa non si evolva particolarmente in questa direzione, limitandosi a diventare più coriacea e precisa nel tiro. Attenzione però, non si pensi che questo si traduca in un'ingiocabilità delle fasi stealth, anzi, tutto funziona bene, solo che ci sono dei frangenti nei quali ci si ritrova a sfruttare queste mancanze a livello di routine comportamentali, e non è mai il massimo vincere grazie a dei vuoti del software. 
    Da ultimo segnaliamo la possibilità di adottare uno stile molto più aggressivo. Certo, esporsi nel bel mezzo di uno stanzone pieno di nemici porterà a una tanto rapida quanto meritata morte, ma ci sono dei frangenti nei quali si può anche correre con una certa spavalderia, ripulendo stanza per stanza senza curarsi troppo di coperture e tattiche complesse.

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