Siamo
dentro una macchina, sott'acqua, e il nostro caposquadra mutilato ci
chiede di lasciarlo indietro e salvare almeno noi la pelle: "Un lupo è
capace di mangiare la sua stessa zampa per liberarsi da una trappola".
Il lupo è la nostra squadra, la zampa è lui, una zampa senziente che ci
ordina di abbandonarla per il bene superiore. Neanche il tempo di
scoprire le prossime mosse e siamo catapultati nel passato, un passato
vecchio di soli quattordici minuti e che rappresenta il percorso del
giocatore fino a quei drammatici momenti intrappolati tra i flutti.
La spettacolarità dell'azione sembra uno dei punti forti di Battlefield 4,
tutta la missione che segue, infatti, è impreziosita da diversi momenti
mozzafiato capaci di smuovere anche il giocatore più impassibile. Se
tutta la campagna sarà come il livello visto, possiamo aspettarci una
vera montagna russa di emozioni.
La montagna russa, in effetti, è una
metafora quasi abusata nella rappresentazione del ritmo di un
videogioco, si tratta di creare una sequenza sensata di momenti calmi e
momenti concitati così da tenere alta l'attenzione del giocatore, senza
annoiarlo, ma anche senza sopraffarlo con eccessive sollecitazioni. Per
quanto visto durante la presentazione pare che gli sviluppatori svedesi
abbiano colto in pieno questa necessità, alternando fasi quasi
tranquille a scossoni emotivi, per un risultato finale di grande
impatto.
La
missione che abbiamo visto giocare metteva il protagonista in più
situazioni: fasi quasi stealth, fasi d'azione viva, momenti scriptati
dal grande impatto visivo, sessioni di guida, e, un po' ad unire i vari
frangenti, una spiccata attenzione ai legami umani tra i membri della
squadra. Come minimo comun denominatore troviamo proprio il livello
emotivo dell'esperienza ludica, da un lato il rapporto tra npc e
giocatore, e dall'altro l'immedesimazione di quest'ultimo nel suo
personaggio. Anche dopo pochi minuti di gioco sono evidenti le
meccaniche relazionali alla base della squadra d'assalto di cui si fa
parte, e l'interattività forzata di alcune scene (dover amputare la
gamba di un compagno, per esempio) riesce nel suo intento di dare
un'energica spinta alla partecipazione emotiva del giocatore.
Parallelamente abbiamo una rappresentazione credibile del contesto
bellico nel quale si opera, ogni sguardo rivolto al mondo virtuale
restituisce sensazioni plausibili grazie ad una cura del dettaglio che
appare già di altissimo livello, partendo dalle animazioni per arrivare
fino ad elementi di secondo piano che però riescono nel creare un
universo fittizio, ma possibile.
E' così che eseguire una stealth kill appropriandosi della dog-tag del
nemico ha un valore quasi tribale, e abbattere un elicottero con un
lanciagranate si rivela essere più soddisfacente di quanto ci si possa
aspettare, il tutto grazie a una realizzazione tecnica capace di
cogliere in contropiede anche l'occhio più esperto.
Battlefield 4
è mosso da un motore grafico inedito, la terza versione del Frostbite
Engine, una versione che sembra in grado di regalare vedute splendide e,
gioite, distruzioni spettacolari. Per pronunciarci definitivamente sul
livello di distruttibilità delle coperture dobbiamo per forza di cose
rimandare l'appuntamento ad una prova del titolo, ma per quanto visto
l'impressione è che queste possano essere polverizzate dai colpi d'arma
da fuoco e, soprattutto, che gli edifici vivano una sorte analoga.
Fossero solo le distruzioni, poi, a colpire i nostri occhi assetati di
spettacolarità: le capacità del Frostbite 3 vengono esaltate a tutto
tondo. Luci e ombre (vero segnale di next-gen) si sprecano, e sono
generate con una credibilità ai limiti del fotorealismo, così come gli
effetti particellari riempiono lo schermo dando vita anche alla stanza
più immobile. All'interno di un solo livello abbiamo potuto apprezzare
una grande diversità di ambientazioni, dagli edifici al bosco, passando
per strutture industriali e spiagge, ognuna ottimamente caratterizzata e
dotata di una personalità convincente. Chiaramente sospettiamo che
quanto visto fosse rappresentativo della versione PC del titolo ma
possiamo immaginare che la versione next-gen non si discosti più di
tanto da tanta beltà.
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