Genere:Gestionale,Strategico
Sviluppatore:Kickstarter
Data uscita:26 Aprile 2013
Il primo passo, una volta lanciato il gioco, consiste nella taratura della velocità FTL e nell'attivazione, o meno, del pozzo gravitazionale dei pianeti. La possibilità di modificare questi due parametri è decisamente gradita visto che può alterare in modo radicale l'esperienza. I pozzi gravitazionali, infatti, impediscono di compiere salti iperspaziali e quindi ostacolano la fuga, mentre l'ipervelocità regola la durata degli spostamenti andando ad alterare le tempistiche di gioco. Una volta impostati i parametri di base si passa, quindi, alla scelta della razza ognuna delle quali è abbinata a un set di talenti. Questi perk razziali possono essere modificati, aumentando la personalizzazione dell'esperienza, e offrono bonus corposi che vanno anche ad alterare il comportamento delle fazioni gestite dell'intelligenza artificiale. Come in ogni 4X il centro dell'esperienza è lo spazio, infinito oceano di possibilità, popolato da nemici assetati di sangue, da navi alla deriva e da pianeti da conquistare. E lo spazio di StarDrive consente al giocatore di prendere il controllo diretto della propria ammiraglia sparando agli avversari con il mouse.
Questa formula, pubblicizzata a gran voce dagli svilupptori, esalta
l'azione consentendoci di combattere in prima persona tra astronavi che
seguono traiettorie credibili, cercando la giusta linea di tiro ed
evitano i colpi nemici. Tutto questo in battaglie che possono diventare
piuttosto animate visto che il titolo ci consente, con pochi click, di
gestire svariate flotte e prevede anche la possibilità di impostare
delle manovre di massa prima dell'inizio della battaglia. Una sorta di
Men of War in chiave spaziale, insomma, abbinato a una struttura 4X.
Purtroppo dalla componente RTS emerge il primo difetto che riguarda quel
punto dolente del mondo videoludico chiamato Intelligenza Artificiale. E
questa, in StarDrive, non sembra essere in grado di seguire i
summenzionati ordini in modo dignitoso. Anzi, spesso le nostre astronavi
non riescono nemmeno a procedere in formazione rendendo il ruolo di
ammiraglio a dir poco ingrato. Per fortuna l'universo è ampio e non è
sempre necessario soprassedere direttamente alle scandalose lacune dei
nostri uomini. Un'impero spaziale è inevitabilmente enorme e implica la
possibilità di delegare diversi compiti all'intelligenza artificiale.
Questa meccanica, in StarDriv, è facilitata da un'interfaccia semplice, intuitiva e corredata da utili shortcut preimpostate.
Per accedere alle opzioni contestuali di pianeti, stazioni e navi
spaziali, per esempio, basta selezionare l'oggetto che ci interessa e
premere il tasto Q. Diplomazia e spionaggio sono compresi in un'unica
comoda schermata e con un click è possibile visionare il bilancio
globale che rappresenta l'elemento di maggior rilevanza quando si
gestisce un impero galattico. Questo, in StarDrive prevede anche
dettagli come la capacità di immagazzinamento delle risorse di un dato
pianeta. Una volta riempite le scorte è necessario esportare i beni in
eccesso per non sprecare produttività e per fornire eventuali risorse
mancanti a un altro pianeta. D'altronde la crescita della popolazione
riduce la produzione di cibo e questo fattore può causare grossi
problemi di sostenibilità. Per questo è necessario produrre dei cargo e
assegnarli al trasporto in modo che ridistribuiscano automaticamente le
risorse.
L'avanzamento tecnologico, altra componente fondamentale di ogni titolo
4X che si rispetti, è regolato attraverso una coda di priorità e consuma
la risorsa ricerca. Gli alberi evolutivi sono sei e vanno dalla
colonizzazione, con tecniche di sfruttamento delle risorse e difese
planetarie, fino alla socio-logistica che consente di avanzare nel
modello gestionale dell'impero e persino di effettuare studi alieni per
ottenere vantaggi strategici. Le tecnologie, ovviamente, includono la
gestione planetaria, consentendo anche di migliorare la sostenibilità di
un dato ecosistema. La gestione delle strutture planetarie avviene
attraverso una semplice griglia che diventa un campo di battaglia
strategico in caso di conflitti terrestri.
Questi non aggiungono un granchè al gameplay e sono completamente
slegati dalle meccaniche spaziali, ma si tratta comunque di un'aggiunta
gradita che regala profondità all'universo di gioco. Naturalmente,
quando un pianeta non è occupato da un'altra fazione non c'è alcun
bisogno di tirare fuori l'artiglieria. L'uso del comando Colonizza pone
il pianeta sotto la nostra influenza e grazie alle autostrade spaziali è
possibile includerlo in una sorta di sfera protetta all'interno della
quale le nostre astronavi godono di bonus di vario tipo. Sebbene il
comparto estetico sia inevitabilmente modesto, StarDrive
può contare su una discreta varietà nel design dei vascelli, su razze
aliene ispirate, su dettagli grafici piacevoli come il salto
iperspaziale, sull'implementazione pozzi gravitazionali, sul
comportamento credibile delle astronavi e su una colonna sonora semplice
ma coinvolgente. Inoltre la customizzazione delle astronavi, incentrata
sulla componentistica più che sull'estetica, è piuttosto complessa e ci
consente di creare trasporti e navi militari sempre più efficienti. Non
si tratta, però, di un compito facile e Zero Sum Games ha ben pensato
di non includere tooltip dettagliati rendendo i primi momenti davvero
duri e i primi test delle navi quasi drammatici. Una nave senza scudi ma
con un reattore in bella vista è una bomba pronta a scoppiare, mentre
un cargo senza spesse paratie e con pochi reattori è una preda fin
troppo facile. Ed è questa la feature meglio riuscita del titolo che,
escludendo customizzazione e possibilità di pilotare la nave ammiraglia,
risulta un 4X non malvagio ma al contempo non esaltante.
Tre sole risorse limitano la complessità gestionale già azzoppata dalla
poca complessità di spionaggio e diplomazia. Le interazioni con le
fazioni avversarie sono infatti limitate e il commercio intergalattico
prevede accordi generici senza un macrosistema economico a rendere il
tutto più interessante. Troppi, in sostanza, sono gli elementi
sacrificati, troppi i bug e pochi gli elementi di contorno. Non c'è
infatti una trama, non c'è un filo narrativo che avrebbe certamente
esaltato gli elementi atipici del tilo, e non c'è nemmeno un comparto
multigiocatore.
L'unico modo per uscire da uno skirmish senza fine, in sostanza, è il modding, elemento decisamente gradito anche se non certo sufficiente per elevare il titolo al di sopra di una magra sufficienza. La speranza, dunque, risiede negli aggiornamenti, ormai parte integrante di questo tipo di pubblicazioni che potrebbero portare StarDrive verso un'auspicabile maturazione.
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lunedì 13 maggio 2013
StarDrive
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