Ethero

mercoledì 30 aprile 2014

Dragon Age Inquisition

  • Genere:Gioco di ruolo

  • Sviluppatore:BioWare

  • Data uscita:9 ottobre 2014

     

    La saga di Dragon Age ha saputo ritagliarsi uno spazio importante all’interno dei giochi di ruolo di stampo occidentale, senza forse andare a impensierire i numeri dei prodotti Bethesda e la qualità dei vari The Witcher, ma potendo comunque contare su una libertà di azione più che buona, una sceneggiatura sempre molto curata - come del resto solito in casa Bioware - e un comparto tecnico all’altezza.
    Tuttavia, questo periodo non è esattamente roseo per Electronic Arts, con i lanci di due blockbuster come Battlefield e Sim City che definire “problematici” sarebbe voler davvero addolcire una situazione che di dolce non ha avuto proprio nulla. Ci si augura quindi che Dragon Age: Inquisition possa essere all’altezza del nome che porta, senza che il publisher vada a metterci lo zampino, anche perché da quanto si è visto fino ad ora il prodotto sembra molto più che valido.
    Dopo due capitoli di successo piuttosto apprezzati da parte della stampa e dagli utenti, il nuovo Dragon Age intende non buttare al vento quanto quanto di buono fatto fino a questo punto, offrendo un more of the same che, quando la qualità c’è, non è necessariamente un male.
    Nella nuova avventura si giocherà giustamente “di ruolo”, e le nostre decisioni impatteranno prima di tutto sull’approccio al gameplay. In una maniera che per tanti aspetti potrebbe ricordare un MMORPG, gli sviluppatori hanno parlato di una enorme libertà lasciata al giocatore in merito alla maniera in cui intenda vivere la propria esperienza. Se infatti i canoni ci dicono di seguire una trama principale e fruire dei contenuti nel modo in cui gli sceneggiatori si aspettano che facciate, Dragon Age: Inquisition sembra non fermarsi a questo, permettendoci ad esempio di concentrarci sul crafting, sul gathering, di andare a caccia di draghi, e naturalmente di procedere attraverso tutta la miriade di sotto quest che faranno parte della produzione.
    Potremo partire da una delle classi disponibili, tre di base, con successive tre specializzazioni (quindi nove opzioni in totale), e per ciascuna di esse Bioware promette un grande bilanciamento, su cui siamo certi che non ci saranno delusioni.
    Al momento in cui scriviamo non sono ancora note tutte le possibili combinazioni, ma sappiamo che la classe melee combattente di base saranno - senza troppa fantasia, ma parliamo pur sempre di Dungeons and Dragons - i Warrior, che potranno specializzarsi in Warrior Champion, a tutti gli effetti la classe tank all’interno della produzione.
    I Mage potranno specializzarsi invece nei Mage Knight Enchanter, che dovrebbero rappresentare dei buffer e ibridi melee, capaci di proteggersi e di proteggere, ma nel contempo di attaccare attraverso l’utilizzo di armi da taglio.
    I Rogue saranno naturalmente i melee leggeri, e potranno specializzarsi nella classe Rogue Artificier. Questa dovrebbe essere un ibrido per certi aspetti simile ai classici Thief o Ranger di altre produzioni, guerrieri capaci di piazzare trappole sul campo di scontro e di avere spesso un ruolo fondamentale a livello strategico quando si affrontano avversari numericamente superiori.
    Il sistema di combattimento dovrebbe permettere, a detta dei developer, un approccio tattico, così come uno più action, a seconda di come vorremo affrontare il gioco. Sarà possibile in particolare distruggere alcuni elementi  sul terreno di scontro e - con alcuni avversari - avremo la possibilità di concentrarci su punti particolari del corpo, in un modo che definire simile a Monster Hunter potrebbe essere eccessivo, ma siamo certi che rende l’idea. L’effetto dovrebbe essere quello di modificare il pattern di attacco degli avversari, in una maniera per certi versi riconducibile alle idee di Dead Space o, se siete abbastanza navigati, di Vagrant Story.
    Naturalmente gli scontri acquisiranno ulteriore tatticismo qualora decidessimo di controllare l’intero party, cosa assolutamente non necessaria, ma possibile per i puristi del genere e per i perfezionisti. La varietà all’interno del gruppo resta comunque garantita, essendo quasi un marchio di fabbrica del franchise. In questo nuovo episodio potremo avere nove personaggi ad accompagnarci nelle avventure, e per ciascuno di essi godremo di notevole libertà all’interno del vestiario. Senza infatti andare ad imporre limitazioni di alcun genere, si è scelto di dare a tutti la possibilità di indossare equip di ogni genere. Immaginiamo che la cosa avrà delle ripercussioni nel gameplay, in quanto un Rogue vestito in armatura pesante non dovrebbe avere la stessa agilità di uno vestito con equip leggero, con parametri che magari andranno a scoraggiare o incoraggiare l’uso di determinati indumenti per classe.
    Parlando di libertà nell’approccio al gaming, fa piacere sapere che anche il fattore ruolistico è stato tenuto in altissima considerazione, e in dipendenza delle nostre scelte avremo la possibilità di assistere a quaranta finali differenti.
    Trattandosi di un numero così elevato è ovvio non doversi aspettare un abisso nelle differenze tra l’uno e l’altro, ma siamo certi che una simile varietà sia al tempo stesso indice di una enorme libertà nelle scelte concesse al giocatore, e di sfumature lievi nel delineare la reale differenza tra decisioni giuste o sbagliate. Ci piace.
    I draghi rivestiranno com’è giusto un ruolo primario, sia all’interno della storia che nel gameplay. Bioware ha sfruttato questo elemento per creare degli scontri entusiasmanti e adrenalinici, che metteranno a dura prova la nostra preparazione tattica, ma anche i nostri nervi saldi. Le enormi creature saranno in grado di sputare fuoco, ma potranno attaccarci anche in molti altri modi. Proprio in questo frangente avrà allora senso sfruttare la profondità del battle system, ad esempio mirando alla coda del mostro per evitargli di usarla a mò di frusta contro il nostro gruppo, o concentrando gli attacchi sulle ali per costringere la bestia al suolo, sfruttando meglio la forza dei nostri melee e minimizzando gli attacchi dall’aria. Le premesse sembrano davvero intriganti.

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