Ethero

martedì 22 dicembre 2015

Dirt Rally


  • Piattaforme:PC

  • Genere:Simulazione guida

  • Sviluppatore:Codemasters

  • Data uscita:27 aprile 2015 (Early Access) - Disponibile PC (Steam) - 5 aprile 2016 (PS4-Xbox One)

     


    La nostra prima impressione relativa a DiRT Rally era stata positiva: nell’anteprima dedicata di qualche mese fa, infatti, avevamo avuto modo di apprezzare la nascita di un prodotto che sembrava aver preso la direzione giusta, e che proponeva un’esperienza simulativa quanto basta, ma soprattutto divertente. Ora che il gioco è uscito dalla fase di early access, ed è dunque disponibile in versione completa su PC (su console arriverà ad aprile), scopriamo se i nostri giudizi parziali sono stati confermati.

    Le modalità di gioco introdotte nel corso dello sviluppo di DiRT Rally hanno permesso alla versione finale del titolo Codemasters di arrivare sul mercato con una buona varietà; partendo dalla schermata principale di gioco, infatti, la prima opzione che farà capolino sarà la Carriera: entrati in questo menu, si potrà accedere a varie opzioni, che riguardano sia il gioco in singolo che il multiplayer. L’esperienza single player non è cambiata in maniera eccessiva rispetto alla nostra prima analisi: è possibile, infatti, gareggiare in campionati di rally, rallycross e hillclimb. C’è da dire, però, che all’inizio della propria carriera si dovrà per forza di cose cominciare a gareggiare nei campionati rally, considerato che i fondi a nostra disposizione ci permetteranno di acquistare solo poche auto. Procedendo nel gioco, e accumulando risultati positivi, si potrà scegliere poi di acquistare nuove vetture, che permetteranno di partecipare ad altre tipologie di gara. All’interno dell’area Carriera, però, sono incluse anche altre modalità di gioco accomunate dal fatto che, a seconda delle nostre prestazioni, si riceveranno crediti buoni per acquistare altre vetture, e per ingaggiare ingegneri che formeranno il nostro team. Così come descritto nell’anteprima, infatti, una interessante caratteristica della carriera di DiRT Rally è quella di poter contare su un gruppo di assistenti che potranno essere assunti per un determinato numero di gare. La loro presenza favorirà le nostre prestazioni, nonché il tempo di riparazione della nostra vettura. Gli stessi ingegneri su cui possiamo contare nei campionati in single player, difatti, hanno importanza anche negli eventi online e PvP del menu Carriera. La sezione eventi online, a questo proposito, comprende eventi giornalieri, settimanali e mensili che mettono a confronto i giocatori in maniera indiretta; la sfida, cioè, è quella di gareggiare individualmente in determinati eventi e cercare di far segnare il tempo migliore tra tutti i partecipanti. Chi vuole una competizione ancora maggiore, però, può optare per gli eventi PvP, dove è possibile gareggiare in mini campionati di rallycross fino a otto giocatori. Bisogna ricordare dunque che in questi eventi, composti da tre o più gare, sarà d’obbligo utilizzare le auto acquistate durante le altre gare della modalità carriera; se non si possiede abbastanza pecunia, però, il gioco consente di prendere a noleggio una vettura per tutta la durata dell’evento. L’intera area Carriera, così, appare come una sezione assai strutturata, le cui modalità sono collegate dalla presenza del team di ingegneri, e dalla gestione dei propri fondi.
    In ogni caso, è presente anche una sezione dedicata a chi vuole correre senza tanti pensieri: l’area eventi personalizzati, in effetti, consente in ogni momento di correre una gara di qualsiasi tipo con qualsiasi auto, in tutte le location disponibili.
    Veniamo adesso alla parte sicuramente più interessante dell’articolo, ovvero l’analisi del gameplay.  Nella sua forma attuale DiRT Rally può contare, sul versante rally, su una trentina di vetture divise in dieci categorie (dagli anni ’60 al 2010), e circa settanta tappe di sei eventi; per il rallycross, invece, le piste disponibili sono tre, con sei vetture. La modalità hillclimb, invece, è tutta incentrata sulla scalata al Pikes Peak, affrontabile con tre auto. Dal punto di vista dei contenuti, dunque, non ci si può di certo lamentare, e tutto questo porta a uno degli aspetti che ci ha maggiormente impressionato durante le nostre prove: in DiRT Rally, infatti, l’esperienza di gioco cambia totalmente a seconda dell’auto che si sta guidando. Tutto questo è possibile grazie a un modello di guida che, difatti, non è completamente simulativo, ma che riesce ad offrire una sfida divertente e in alcuni tratti esaltante. Si potrebbe pensare che solo guidando le auto più veloci e potenti ci si possa divertire, ma ogni categoria di vetture riesce a regalare la propria sfida; guidare una Lancia Fulvia HF sui pietrosi rettilinei gallesi, difatti, è questione assai diversa rispetto a padroneggiare una Subaru Impreza del 2001. Non cambia solo la sensazione di velocità, o evidentemente i riferimenti che vanno utilizzati per cercare di prendere la linea migliore durante i tornanti. Le differenze si notano nella sensazione del peso della vettura, ma soprattutto nelle reazioni alle nostre sollecitazioni durante l’utilizzo del freno a mano, o nei cambi di direzione, e nelle scalate di marcia. DiRT Rally è un titolo complicato da padroneggiare, ma nei momenti in cui il navigatore dà con tempismo l’indicazione di una curva difficile, magari alla fine di un rettilineo fangoso, e si riesce a utilizzare quel minimo di freno a mano che serve a prendere un tornante come si deve, la soddisfazione si accompagnerà anche a un certa esaltazione.
    Per essere veramente performanti, in DiRT Rally, la parola d’ordine è concentrazione: per risultare vincitori nei vari eventi, soprattutto nei rally e nell’hillclimb, è d’obbligo rimanere con gli occhi fissi sulla strada, e riuscire a pensare in anticipo a come affrontare una curva. Il navigatore, a questo proposito, si è dimostrato quasi sempre un buon aiutante, anche se a volte è capitata qualche svista di troppo che ci ha fatto finire ruote all’aria. C’è da dire però che è possibile modificare il tempismo delle indicazioni del nostro fidato secondo, di modo da anticipare o ritardare l’indicazione di curve particolarmente insidiose. La sensazione finale, però, riguardo a questo aspetto, è che i due doppiatori italiani che si sono alternati nella realizzazione dei due aiutanti non abbiano raggiunto lo stesso livello di performance, specialmente in termini di chiarezza e tempestività.
    La sensazione di velocità, in DiRT Rally, è presente in tutte le varie tipologie di vetture, anche se è ovvio che le differenze in termini di cavalli motore si fanno sentire, e anche tanto. Spesse volte, dopo aver concluso i tratti veloci delle tappe finlandesi con una Lancia Delta S4, ci siamo francamente chiesti come abbiamo fatto a uscirne vivi; non vale la pena sottolineare come il riuscire a far provare questa sensazione sia uno dei grandi meriti della produzione Codemasters.
    Il gameplay, in ogni caso, non è tutto rose e fiori: uno degli elementi un po’ meno positivi, a nostro avviso, è il feeling restituito dalle varie superfici; intendiamoci, la differenza tra l’asfalto e lo sterrato è chiaramente percepibile, e le gare di rallycross lo dimostrano senza dubbi, ma forse in questo ambito sarebbe stato possibile fare qualcosa in più, magari per quanto riguarda le tappe nelle quali è presente neve o ghiaccio. Sempre in questo ambito, ad esempio, ci è parsa meglio riprodotta l’aderenza delle gare sul bagnato; deliziose, invece, le prove sulla ghiaia, che restituiscono ottime sensazioni. Il force feedback, a questo proposito, è sembrato regalare meno sollecitazioni di quelle prevedibili, ma si tratta pur sempre di un parametro molto personale, e peraltro personalizzabile nella sua totalità.
    Per quanto riguarda i tracciati, poi, la varietà riscontrabile è notevole: lasciando da parte i circuiti di rallycross, e l’indomabile ascesa di Pikes Peak, quello che soddisfa è la riproduzione dei vari ambienti delle competizioni rallistiche. La nostra preferenza personale è andata alle tappe tedesche di Baumholder, quasi totalmente asfaltate, a quelle gallesi di Powys, con la loro ghiaia mista, e al vero e proprio inferno di neve svedese di Värmland. Riuscire a portare a termine una tappa nel bel mezzo di una bufera di neve, di notte, e nella boscaglia svedese, è impresa veramente non da poco.
    Le nostre prove sono state effettuate soprattutto con un volante G25, con cambio sequenziale e aiuti disattivati. Come è prevedibile, è in questa configurazione che DiRT Rally dà il suo meglio, proponendo un’esperienza che in alcuni casi non fatichiamo a definire anche selvaggia. Riuscire a dominare le auto più potenti darà una grande soddisfazione, anche perché la lotta con sovrasterzo e sottosterzo sarà una costante. Si potrebbe pensare, ancora una volta, che il problema maggiore delle auto più potenti sia il sovrasterzo, ma bisognerà prestare molta attenzione anche all’effetto contrario, che ci spingerà verso l’esterno della curva. Inutile dire che nei tracciati del titolo Codemasters finire fuori strada non significa trotterellare sull’erba tagliata dei tracciati di Formula 1; se va bene, durante le uscite di pista in DiRT Rally, si faranno i conti con un metro di neve, o con i muretti di Montecarlo, e se va male, d’altro canto, ci sono sempre gli arbusti e gli strapiombi della campagna greca. Tutto questo ci spinge a dire che la cura del proprio setup meriterebbe più cura di quanto si sia indotti a credere, e tutto ciò fa intendere ancora come il titolo in questione abbia una certa vocazione simulativa. La regolazione della propria auto non è forse compito così intuitivo, ma può portare a una maneggevolezza differente rispetto al setup di default.
    Parliamo poi di un aspetto che potrà interessare coloro i quali sono interessanti ad acquistare le future versioni console di DiRT Rally: anche col pad, difatti, il gioco si è dimostrato assai gradevole e divertente, grazie anche a un modello di guida abbastanza scalabile e adattabile ai vari stili di guida. Dobbiamo dire che, anche attivando il solo cambio automatico, e lasciando tutti gli altri aiuti disattivati, siamo riusciti a portare a termine qualche tappa senza troppi tentennamenti. A questo proposito, però, non possiamo tacere del modello di danni, che ci ha lasciato qualche perplessità; dal punto di vista visivo le nostre incertezze si tramuteranno in ammaccature varie, e a fine gara la visuale esterna dell’auto ci regalerà un primo piano impietoso del nostro mezzo. Se qualcosa è andato storto durante il tragitto, in altre parole, si potranno notare fanali rotti, carrozzerie sfasciate in vari punti, ma anche forature. I tentennamenti visti in sede di anteprima per quanto riguarda i danni meccanici veri e propri, invece, rimangono in parte: è bene sapere che in DiRT Rally andare a tutta velocità contro un albero farà terminare anzitempo la nostra gara, e tutto ciò è cosa buona e giusta. E’ possibile però continuare con la propria prova, tanto per fare qualche esempio, se si sceglie di buttarsi di proposito dagli strapiombi, ma anche se si riesce nell’impresa di effettuare una rotazione verticale di 360 gradi (cosa che ci è capitata veramente). In questi casi, e in quelli meno gravi, il titolo ci permetterà di tornare sulla retta via, pena una penalizzazione di una quindicina di secondi.
    Dal punto di vista tecnico, DiRT Rally è un gioco che risulta essere leggero, tranquillamente riducibile a icona e a finestra, e privo di problematiche tecniche lampanti. Graficamente parlando, l’EGO Engine sa offrire scenari estremamente puliti, con interni delle auto particolareggiati e definiti, e scorci ambientali convincenti. Ci ha colpito favorevolmente la riproduzione delle tappe innevate, così come la realizzazione della pioggia. Sfrecciare a 200 km all’ora con i fiocchi di neve che schizzano verso la propria visuale, tanto per fare un esempio, è veramente una esperienza appagante. Il gioco Codemasters, però, sa anche sorprendere negli elementi a bordo strada, ad esempio con i droni che ci seguiranno durante le nostre scorribande per le assolate strade greche; durante un testacoda in una gara notturna in Svezia, tanto per fare un altro esempio, abbiamo intravisto addirittura degli spettatori che si riscaldavano attorno a un fuoco.Ottimo anche il comparto audio, soprattutto per quanto riguarda i rombi dei motori delle varie vetture, ma anche per gli elementi secondari come il rumore della ghiaia che impatta sul fondo delle auto, e le sgommate. Sul navigatore, ripetiamo il discorso precedente: la sensazione, alle volte, è che il tempismo non sia proprio eccezionale, qualsiasi regolazione si scelga.

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