Ethero

mercoledì 26 giugno 2013

Company Of Heroes 2

  • Genere:Strategico

  • Sviluppatore:Relic Entertainment

  • Data uscita:25 giugno 2013

     

     

    Partiamo dall’ambientazione, visto che c’è stato un netto cambio di prospettiva in Company of Heroes 2. I tempi sono sempre quelli della terribile seconda guerra mondiale, ma stavolta prenderemo il controllo dell’armata rossa, durante l’invasione della Russia da parte dell’esercito tedesco. 
    Per l’esattezza la campagna inizierà nei panni di Lev Abramovich Isakovich, un abile ufficiale russo imprigionato per alto tradimento, che ripercorrerà gli eventi che lo hanno portato quasi alla gogna tramite una serie di flashback, interrogato dal suo ex comandante.
    Relic da sempre cerca di mantenere una certa accuratezza storica, e la loro ultima opera non è da meno, visto che punta tutto sulla brutalità della guerra a ridosso di battaglie realmente combattute. Durante le disavventure di Lev verrete posti continuamente davanti ad azioni disumane giustificate solo in parte dal conflitto, in una serie di cutscene che riescono a narrare gli eventi con chiarezza. 
    E’ una strada già percorsa in passato da altri sviluppatori, e spesso in modo migliore, ma la trama di Company of Heroes 2 riesce comunque nel compito di legare le varie missioni e invogliare il giocatore ad avanzare, aiutata dal gameplay notevole.
    Già, possiamo dirlo da subito senza timore di essere smentiti: Company of Heroes 2 è ancora un piacere da giocare. Non serve girarci troppo attorno, dopotutto sfrutta i fondamenti solidissimi del primo episodio, ancora oggi attualissimo e impossibile da criticare. 
    Le basi possono sembrare quelle già viste negli strategici Blizzard, ma il lavoro di Relic si distingue da altri rts per un semplice quanto centrale fattore primario. Questo è infatti un titolo che si concentra al 90% sulla microgestione, ovvero la capacità di controllare ogni singola truppa spostandola in modo furbo all’interno della mappa, di utilizzare le abilità attive specifiche di ogni unità, e di passare rapidamente da un gruppetto all’altro senza perdere di vista il posizionamento complessivo della propria armata. Anche la macrogestione è importante, poiché il gioco costringe comunque a costruire baracche ed edifici che sbloccano gradualmente le varie unità, e contiene un’economia da tenere sotto controllo, ma questa è strutturalmente secondaria se paragonata all’importanza delle posizioni e delle abilità, anche perché fortemente limitata dalla gestione delle risorse. 
    In pratica, gli scontri si basano principalmente sulla necessità di conquistare aree segnalate sulla mappa, il cui possesso dona introiti maggiori e permette di ottenere nuove truppe e strutture più rapidamente. Oltre a queste, sparse per il territorio ci saranno casse di proiettili e taniche di benzina, che andranno a rimpinguare le casse del proprio esercito, o potranno venir prodotte direttamente ai punti di controllo con l’ausilio di alcuni ingegneri. Il limite di popolazione, in ogni caso, è fisso, pertanto non è mai realmente possibile costruire un’armata gigantesca e inarrestabile, e ogni scontro è pensato per forzare il giocatore a scegliere con arguzia ogni unità.
    Credete di poter eliminare un carro armato con una serie infinita di soldati? Lasciate perdere. La corazza del mezzo rimbalzerà qualunque colpo di fucile, e verrà intaccata solo da granate (che costano munizioni e non possono venir abusate), cannoni anti tank, lanciarazzi, altri corazzati o unità come le squadre mortaio. Calcolare male la composizione della propria armata significa perdere, senza se e senza ma, e tale scheletro rende Company of Heroes 2 un prodotto dove ogni azione, dal reclutamento dei soldati alla loro strategia d’attacco, va attentamente ponderata. 
    Chiaramente non è tutto qui: il gioco contiene anche un profondo sistema di coperture, che non fa altro che sottolineare ancor di più l’importanza della microgestione. Edifici, bunker, alberi e rocce offriranno infatti cover naturale, che renderà più arduo stanare le vostre truppe o quelle nemiche. L’avvicinamento in copertura è però preciso solo quando si controllano le squadre singolarmente o in numero scarso, dunque non aspettatevi di dare a dieci team un singolo ordine di spostamento e di vederli piazzati dopo pochi secondi dietro a un muretto a sparare. Come già detto, precisione e controllo sono indispensabili per trionfare. Sempre.
    Se fate parte del gruppo che ha giocato il primo Company of Heroes, le meccaniche descritte sopra vi sembreranno fin troppo familiari. Non c’è da stupirsi, dopotutto questo seguito non stravolge la formula, limitandosi ad applicare alcuni cambiamenti marginali. Innanzitutto le fazioni sono state fortemente ribilanciate, e in particolare tank e truppe fin troppo efficaci vengono ritoccati di continuo in base al feedback ricevuto dai giocatori. I Commander, selezionabili da un comodo menu di personalizzazione prima di una partita, permettono ancora di utilizzare vantaggiose abilità con l’avanzare dello scontro, ma queste favoriscono solo stili di gioco specifici (magari fondati sull’artiglieria o particolarmente difensivi, per fare un paio di esempi) e non garantiscono truppe a costo zero spammabili o altre amenità simili.
    La neve e il gelo, inoltre, non sono solo di contorno, e introducono nel mix un sistema legato alle temperature, che costringe a cercare fonti di calore nelle mappe invernali o a tenere sempre nelle vicinanze dei mezzi di trasporto, pena il congelamento dei soldati. Il freddo può persino essere utilizzato offensivamente, facendo affondare in laghi ghiacciati dei pericolosi corazzati nemici con un paio di granate ben piazzate, o costringendo gli avversari a uscire dai ripari per scaldarsi nei pressi di un falò in campo aperto. Possono sembrare piccolezze, ma cambiano sensibilmente l’esperienza di gioco, aggiungendo altre variabili a uno strategico dove queste non scarseggiano di certo. 
    Nel caso non sia bastata la trafila di qui sopra a scoraggiarvi, sappiate che ci penserà l’I.A. a farvi capire subito con cosa avete a che fare. Basta giocare dieci minuti una partita skirmish a casaccio per capire che i Relic non hanno minimamente pensato ai neofiti, concentrando tutti i loro sforzi nella creazione di un rts apprezzabile principalmente dai giocatori esperti. La campagna vi spezzerà le rotule, mettendovi di continuo davanti a situazioni disperate o quasi, con assalti assidui da parte dei nemici e la costante necessità di aggirare le zone più protette e di mantenere in vita le unità essenziali. A fare spavento è però proprio l’intelligenza artificiale, che persino a facile può mettere in grave difficoltà un veterano del genere, con giocate aggressive, granate usate sempre al momento giusto, e build orders ben calcolati. L’I.A. non è infallibile, ma sa il fatto suo come poche altre, ed è pensata per sculacciare chi la sottovaluta più volte, prima che questi si renda conto di dover variare il ritmo. 
    Non una cattiva scelta, specie quando si pensa che la maggior parte dei giocatori di vecchia data tende a snobbare le modalità singleplayer in toto. Company of Heroes 2 potrebbe essere invece uno dei pochi giochi dove anche i più esperti dovranno sudare qualche camicia per completare il tutto alla massima difficoltà.
    Alla longeva campagna si affiancano varie missioni sfida extra, in solo o in co-op, e scontri con varianti dell’I.A. programmate per seguire strategie uniche. Il menu di personalizzazione offre poi potenziamenti percentuali alle armate da sbloccare completando degli achievement, skin alternative per i corazzati, e un pregevole stemma del profilo dove vengono indicate tutte le decorazioni ottenute di recente e il ranking totale. 
    Online il matchmaking sembra funzionare già piuttosto bene, probabilmente affinato a puntino durante la beta, ma purtroppo non possiamo dire quanto sarà stabile la connessione una volta arrivata la massa di giocatori paganti. Nella beta tutto ha retto benone, e dovrebbe farlo pure al day one senza problemi. Quel che è certo è che gli amanti della tattica avranno di che gioire, visto che il livello è già altissimo prima ancora dell’uscita. Da applaudire la presenza di una finestra dedicata a Twitch, con gli stream più seguiti dedicati al gioco in quel momento, e di un menu dei replay salvati. Uno Spectator Mode live avrebbe rappresentato la perfezione, ma purtroppo si è visto solo in pochissimi titoli finora.

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