Genere:Survival horror
Sviluppatore:Visceral Games
Dopo aver portato a termine Dead Space 3 posso quindi tranquillizzarvi, lo spazio ignoto fa ancora saltare sulla sedia.
Dopo aver lasciato lo Sprawl insieme in Dead Space 2,
Isaac Clarke e Ellie Langfort si sono divisi, ma mentre il primo si è
stabilito presso una colonia lunare, la bella Ellie ha continuato a
cercare un metodo per porre fine in maniera definitiva all’avvento dei
Marchi. La sua scomparsa durante una missione tuttavia convince Isaac a
riafferrare il suo fido plasma cutter e partire per salvarla in quella
che si trasformerà da li a breve in una nuova lunghissima avventura
orrorifica. Questa volta, tuttavia, non saremo completamente soli e,
quantomeno in termini di narrazione, dovremo interfacciarci con un
intero team, tra cui svettano le personalità di Carver, uno spietato
mercenario tormentato da un oscuro passato, e il capitano della
spedizione Robert Norton, legato anch’esso in qualche modo alla nostra
amica.
I necromorfi non saranno l’unico ostacolo questa volta dato che l’intera Unitology, una setta religiosa dedita alla venerazione dei marchi e comandata dal folle Danik tenterà in ogni modo di impedirci di portare a termine la missione.
E’ dunque completamente giustificato l’inserimento all’interno del gioco di truppe militari addestrate, che tanto avevano fatto discutere e parlare durante gli scorsi mesi. Le sessioni in cui dovremo confrontarci con loro rappresenteranno solo una minima parte del gioco e, ad eccezione di un livello iniziale che ci ha lasciato veramente spiazzati, dove l’azione regnava sovrana e sembrava di essere in un action shooter qualsiasi, le cose hanno iniziato a funzionare normalmente appena messo piede sulla nostra astronave.
Ci ha dunque stupito constatare che prima di arrivare su Tau Volantis, passeranno almeno tre ore, tra enigmi ambientali in cui utilizzare il nostro modulo cinetico per proseguire, aperture di porte meccaniche da ripristinare e moduli da riattivare per far funzionare nuovamente i motori del vascello.
Le prime ore trascorrono dunque nel silenzio assoluto dello spazio, con i necromorfi sempre decisi a farci a pezzi e con la paura costante di essere braccati in ogni singolo corridoio. Nulla dunque è sostanzialmente mutato rispetto al passato e le immancabili fasi a gravità zero in completa carenza di ossigeno (anche se dobbiamo segnalare i 200 secondi a disposizione contro la trentina risicata di un tempo) ci hanno riportato velocemente indietro di qualche anno.
Lo sbarco su Tau Volantis, pianeta ghiacciato vero e proprio
protagonista della nostra storia, mescola le carte in tavola, portando
Isaac per la prima volta a dover affrontare i nemici in campo aperto e,
cosa ancor più pericolosa, rivelando condizioni climatiche assolutamente
proibitive.In questo senso sono le meccaniche di gioco a venirne
maggiormente influenzate. Esattamente come succede nelle sezioni a
gravità zero anche qui avremo un contatore sulla tuta che diminuirà
progressivamente con il passare del tempo ma che indicherà, piuttosto
che le scorte di ossigeno, la nostra temperatura corporea. Per evitare
di morire congelati sarà dunque necessario avvicinarsi a fonti di calore
e attenersi strettamente a percorsi ben definiti, cosa che ha permesso
agli sviluppatori di inserire scene scriptate e momenti di tensione
anche in questo frangente. Sebbene non ci siano più gli angusti corridoi
metallici ed i continui rumori dell’astronave ad accompagnare ogni
singolo passo l’atmosfera è garantita dalla costante tempesta di
ghiaccio che stringe il pianeta, rendendo praticamente nulla la
visibilità e frastornandoci con il continuo sibilare del vento.
L’apparizione dei necromorfi dalla coltre di neve, chiaramente visibili
durante gli spostamenti, e la loro comparsa improvvisa all’interno dei
banchi di nebbia, riescono a tenere alta la soglia di attenzione del
giocatore, non facendogli assolutamente rimpiangere le vecchie atmosfere
claustrofobiche. Tutto questo porta inoltre un altro vantaggio, ovvero
l’apertura inaspettata davanti ai nostri occhi di panorami mozzafiato,
dipinti a opera d’arte grazie ad una direzione artistica davvero
sopraffina. Tramonti e albe riscaldano davvero il cuore per quei pochi
istanti che restano visibili, rigettando il giocatore nello sconforto
più totale quando, da solo, questo deve ributtarsi nella bufera.Un
sistema di gioco che funziona quindi e che, quando sembra poter prendere
una piega fin troppo libera dopo il ritrovamento della tuta termica,
vira bruscamente, rigettandoci in strutture abbandonate e ambientazioni
del tutto simili a quelle viste nei precedenti capitoli. Se vogliamo
muovere una critica al titolo in questo frangente forse si può dire che
proponga tutta una serie di situazioni già vissute altre volte nella
serie, come la necessità di liberare il gas per uccidere un’infestazione
di necromorfi rapidamente o ancora la frequente necessità di spostare
le batterie per ridare elettricità ai diversi macchinari. Tutto insomma
fuorché un allontanamento dai canoni. Unico appunto in questo senso è la
mancanza delle visioni di Nicole che in Dead Space 2 erano uno degli
elementi più sfruttati per spaventare il giocatore. Un’ambientazione di
gioco in continua evoluzione dunque che parte da una semplice colonia
lunare, probabilmente nella sezione meno riuscita della produzione,
passando dallo spazio profondo fino ad arrivare nelle zone aperte di Tau
Volantis per poi rigettarci in strutture chiuse, buie e terrificanti
per una varietà più che soddisfacente.
A un cambio così radicato, ma al contempo riuscito della produzione, si
affiancano ovviamente numerose nuove meccaniche per il gameplay.
Le prime riguardano il movimento di Isaac, ora in grado di compiere una rapida capriola per evitare gli attacchi ravvicinati (molto poco credibile con la tuta addosso) e la possibilità di chinarsi per trovare riparo dietro le coperture. In entrambi i casi abbiamo trovato le novità inserite a forze e assolutamente non necessarie. La facoltà di schivare può essere tranquillamente sopperita da un uso intelligente della stasi, tornata in grande spolvero anche nel terzo capitolo, mentre per le coperture il semplice nascondersi dietro i ripari svolge ugualmente bene il suo lavoro e forse, la possibilità di affacciarsi dagli angoli per dare uno sguardo ai corridoi bui, piuttosto che ripararsi dietro coperture basse, sarebbe risultato più pertinente con l’ambientazione.
Dal punto di vista delle armi invece è da prendere in esame l’inserimento del Bench, un banco da lavoro essenziale per potenziare il nostro equipaggiamento nei minimi dettagli. Ogni arma, ad eccezione del plasma cutter, ha infatti perso lo sparo secondario che ora può essere sostituito tranquillamente da un’altra bocca da fuoco. Potrete quindi unire un lanciagranate ad un mitragliatore e sfruttare entrambi in combattimento contemporaneamente. Per bilanciare il tutto gli sviluppatori hanno deciso di portare a due gli slot sul dpad dedicati alle armi e lasciarne uno allo scavenger bot. Un robottino automatizzato che andrà alla ricerca di nuovi pezzi da aggiungere automaticamente al vostro inventario. Sparsi per l’area di gioco infatti si potranno trovare gel, residui di tungsteno e altri molteplici materiali tutti utilizzabili per il crafting di nuovi equipaggiamenti, siano essi medikit, munizioni o gadget per le armi. Sono infatti spariti i crediti ed insieme ad essi le munizioni differenziate per arma, una semplificazione che permetterà di utilizzare per tutta l’avventura il nostro armamentario preferito.
Grazie a speciali progetti recuperabili per i livelli si potranno poi sbloccare accessori ulteriori, come per esempio raccoglitori automatici di munizioni, e potenziamenti dedicati per il danno, la velocità di ricarica, il numero di colpi nel caricatore o ancora la frequenza di fuoco. I bonus potranno essere inseriti in quattro slot dedicati e personalizzati a piacimento. Lo stesso discorso vale anche per il Rig, con bonus per vita, stasi e modulo cinetico da creare tramite l’utilizzo dei vari materiali. Per i più pigri inoltre Electronic Arts ha inserito la possibilità di acquistare con denaro reale pacchetti contenenti i materiali, così da sbloccare immediatamente armi e gadget più potenti, senza dover frugare in ogni angolo per ottenere il pezzo mancante. Un’aggiunta che non inficia sull’esperienza giocatore singolo ma che ad ogni modo avremmo preferito non vedere in un prodotto venduto a prezzo pieno.
Una volta che avrete in mano tutto quell’armamentario non vedrete l’ora di poterlo utilizzare come si deve. Dead Space 3
vi coinvolgerà spesso in situazioni di fuoco incrociato dove membri di
Unitology e necromorfi tentano di massacrarsi a vicenda. Ad eccezione
quindi delle unità umane sarete già abituati alla tipologia di nemici
che incontrerete. Gli sviluppatori non hanno infatti introdotto nessun
necromorfo dalle meccaniche di gioco innovative, preferendogli nemici
standard come hunter, slasher, leaper o infanti, seppur in nuove
versioni. Tornano invece le boss fight, anche se non in numero
significativo, dove sprigionare la propria potenza di fuoco sulle
canoniche parti fluorescenti dei bestioni di turno per uscirne vivi.
L’IA non sprizza certo brillantezza ma, se da una parte da un necromorfo guidato dall’istinto la cosa è accettabile, vedere umani suicidarsi camminando all’indietro nel traffico e sfruttare davvero poco coperture e ripari un po’ fa storcere il naso. Il difetto è attenuato dallo scarso numero di situazioni in cui incontrerete i soldati ma è certo che un po’ di cura in più non avrebbe guastato.
Download giochi e software per i vostri pc mac smartphone android iphone console e tanto altro!!!
giovedì 4 aprile 2013
Dead Space 3
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)

Nessun commento:
Posta un commento