Genere:Action-Adventure
Sviluppatore:Arkane Studios
Data uscita:16 Aprile 2013
Dishonored ha permesso agli Arkane di inserirsi a forza nella lista degli “sviluppatori da tenere d’occhio”. Il team francese in passato aveva già dimostrato di avere un certo talento, ma le avventure di Corvo hanno praticamente dato per certe le loro abilità, convincendo la critica quasi all’unanimità. Da grandi voti vengono però grandi responsabilità e soprattutto grandi aspettative, quindi ora gli Arkane si ritrovano nella delicata situazione di coloro che balzano agli onori della cronaca e devono mantenere la posizione guadagnata a forza di prodotti di alta qualità.
La partenza di Knife of Dunwall è molto suggestiva, anche se scriptata. Sì comincia nei panni di Daud, osservando l’inizio di Dishonored
dal suo punto di vista. Ci si ritrova in seguito catapultati in avanti
di sei mesi, in una Dunwall già mutata per le azioni di Corvo dove il
nuovo protagonista viene contattato direttamente dall’Esterno. L’entità
rivela a Daud che la fine della sua storia sta per giungere e che sta a
lui decidere come concluderla, ma che prima della conclusione gli resta
un singolo mistero da risolvere, un mistero legato al nome “Delilah”.
La
trama, in verità, non è particolarmente ben fatta, e lo stesso Daud è
caratterizzato in modo piuttosto piatto. L’eroe di questa storia è a
tutti gli effetti l’incarnazione perfetta dell’assassino: neutrale,
apparentemente privo di emozioni, ed esclusivamente interessato agli
affari suoi e dei suoi confratelli. Il tormento emotivo dovuto
all’assassinio dell’imperatrice non viene minimamente accentuato dalla
sua voce monotona, e appare come un semplice espediente per giustificare
un approccio “pacifista” alle missioni. Il fatto che fosse più facile
legarsi a Corvo nonostante rimanesse in silenzio per il 90% della
campagna lascia intuire quanto poco sia stato fatto per creare un
antieroe dal carattere forte.
Se quanto a personalità non ci siamo, tuttavia, non si può dire che gli Arkane
non si siano impegnati per diversificare lo schema di controllo del
leader degli assassini da quello di Corvo. Le basi sono le stesse, e
Daud può sporgersi dagli angoli, muoversi silenziosamente, scavalcare
ostacoli e teletrasportarsi qua e là usando i doni dell’Esterno. Eppure
il nostro ha qualche trucco unico su cui fare affidamento: innanzitutto
il teleport in questo DLC ferma il tempo quando lo si attiva senza
muoversi, una caratteristica notevole, che permette di calcolare al
meglio la situazione durante una fuga o un combattimento e facilita di
molto il raggiungimento di zone sopraelevate o lontane dopo un salto.
Daud, inoltre, non ha a disposizione la comodissima possessione, né i
ratti evocabili di Corvo, sostituiti dalla possibilità di chiamare in
aiuto uno dei suoi compagni assassini (un potere utile non solo in
battaglia, ma anche per distrarre le guardie).
I nuovi
trucchetti sono seguiti a ruota da una manciata di sfiziosissimi gadget
originali, tra cui mine elettriche in grado di carbonizzare all’istante
un nemico, frecce esplosive e della polvere soffocante, acquistabili
prima di ogni missione insieme a potenziamenti alle armi e obiettivi
extra. Il feeling del gioco una volta preso il pad in mano non cambia
molto rispetto alla campagna originale, ma le novità riescono comunque a
rendere l’esperienza discretamente unica, e portano ad approcciare le
situazioni in modo leggermente più calcolato rispetto a quanto si faceva
con Corvo.
I programmatori hanno deciso di cambiare un po’ le carte in tavola anche
per quanto riguarda la struttura dei livelli. Le missioni di Il Pugnale di Dunwall
sono sempre costruite con uno specifico assassinio o neutralizzazione
al centro, attorno a cui ruotano obiettivi multipli facoltativi o
necessari e consequenziali. Il numero di guardie e nemici vari presenti
nelle locazioni è però aumentato in modo sensibile, rendendo la
difficoltà dei compiti di Daud simile se non superiore a quella delle
ultime fasi della campagna di Dishonored. Certo, il protagonista è
ancora una macchina da guerra su gambe che può facilmente fare una
strage di nemici usando i suoi poteri a dovere, ma, come sa chi ha
apprezzato fino in fondo il lavoro di Arkane, le soddisfazioni
maggiori si ottengono superando i livelli senza lasciare cadaveri per
strada e muovendosi come un fantasma. Vista la complessità delle mappe,
il numero di opzioni di completamento è sempre notevole, e l’ammasso di
guardie negli edifici e nelle strade dovrebbe soddisfare gli amanti
delle sfide alla difficoltà massima.
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