Ethero

sabato 13 aprile 2013

Far Cry 3:Blood Dragon

  • Genere:Sparatutto

  • Sviluppatore:Ubisoft Montreal

    Data uscita:1 Maggio 2013

     Blood Dragon stravolge completamente quello che è stato Far Cry 3 per offrire uno sparatutto ad ambientazione post apocalittica che strizza fortemente l’occhio alla cultura anni ottanta. Ambientato in un 2007 dove una guerra nucleare senza precedenti ha ridotto la maggior parte del pianeta a una massa di rovine altamente radioattive, il titolo ci mette nei panni del sergente Rex Colt, metà uomo e metà macchina. Coinvolto in una missione apparentemente impossibile per eliminare definitivamente la minaccia di un esercito di terroristi cibernetici capitanato dal suo ex comandante, Colt si addentra in un’isola sperduta per far breccia nella base nemica e fermare i cyber terroristi.Fin dal filmato d’apertura si capisce la direzione ironica e scanzonata che il team di sviluppo ha voluto imprimere a questa espansione. L’ispirazione anni ottanta avvolge il titolo in ogni sua parte, da una colonna sonora elettronica a uno stile grafico dominato da colori forti e molto accesi come il blu elettrico o il viola. L’idea del team è stata quella di offrire un tributo agli anni che hanno rappresentato la nascita del fenomeno videoludico, riproponendone i tratti caratteristici e mescolandoli con quello che i film avevano da offrire nello stesso periodo. In campo cinematografico l’ispirazione arriva da pellicole come Robocop 3 e Rambo 3 entrambi in grado di far arrivare i rispettivi franchise a livelli tali da decretarne la fine. Come ha ammesso lo stesso di Dean Evans, dopo Far Cry 3 anche il team di Blood Dragon ha voluto dar vita a qualcosa che fosse talmente brutto da essere bello. Essendo la data di rilascio fissata per il primo maggio, non possiamo ancora esprimerci in maniera adeguata su questo argomento, ma possiamo assicurarvi che il titolo ci ha incuriosito e divertito molto, fin dalle prime battute. La nostra prova inizia a bordo di un elicottero impegnato a sorvolare la sperduta isoletta, covo dei nostri nemici. Ai comandi di una potente torretta mitragliatrice dobbiamo cercare di aprirci un varco tra il fuoco nemico per creare una zona d’atterraggio sicura, mirando in primo luogo ai serbatoi esplosivi dislocati lungo il perimetro della base. Le esplosioni esagerate che ci accolgono, accompagnate dalle imprecazioni del nostro alter ego virtuale, ci fanno subito capire la direzione caciarona seguita dal team di sviluppo, che ha volutamente estremizzato molti aspetti degli sparatutto moderni, andando a creare situazioni surreali che con il realismo di molti titoli hanno ben poco a che fare.
    Scesi a terra, ci aspetta un tutorial per imparare a padroneggiare al meglio le armi e le abilità a disposizione. Oltre alle nozioni di base, questa sezione si dilunga in spiegazioni del tutto superflue e a tratti insensate, strappando a Cole più di un commento stizzito e a noi più di un sorriso. Durante la campagna avremo a disposizione un arsenale di sette armi differenti, che comprende bocche da fuoco, esplosivi, arco e armi bianche. Queste ultime sono fondamentali per le uccisioni furtive, attivabili solo in prossimità del nemico a patto di essersi avvicinati di soppiatto per non destare la sua attenzione. Nel caso ci fosse un altro cyber terrorista nelle vicinanze, è possibile eseguire una doppia uccisione lanciando uno shuriken, silenzioso e letale sulla media distanza. Per quanto riguarda le armi da fuoco, abbiamo a disposizione la classica pistola, una semiautomatica con mirino di precisione, un fucile a pompa e uno a canne mozze. Al tutto si aggiungono granate e mine di prossimità. Un arsenale moderatamente vario e soddisfacente che permette di affrontare le situazioni in maniera differente, e assicura al giocatore più strade per portare a termine gli obiettivi assegnati.
    A livello di gameplay, Blood Dragon si concentra pienamente sulle fasi shooting, tralasciando l’enorme quantitativo di contenuti e missioni secondarie presente in Far Cry 3. L’immediatezza e l’azione travolgente sono i punti di forza del titolo, che ci butta nella mischia lasciando poco spazio a momenti di tregua. Tutta la campagna sarà un susseguirsi di sparatorie volte a ricreare quell’immagine di uno conto tutti tipica dei film sorpacitati. Il feeling di gioco, complice anche la volgarità di Rex Cole e la presenza di un apposito comando per fare il medio ai nostri avversari, ci ha riportato alla mente il primo Duke Nukem, capolavoro degli fps che per ironia e volgarità ha sicuramente ispirato gli sviluppatori. Dopo questo primo assaggio di Far Cry 3 Blood Dragon possiamo dire di essere rimasti molto soddisfatti dall’ambientazione e dal tributo agli anni ottanta presente nel titolo. Lo stile grafico è più scarno e meno rifinito rispetto allo sparatutto base, ma la palette cromatica e le esplosioni sono una vera gioia per gli occhi. Ottimo anche il comparto audio, con una colonna sonora incalzante che immerge ulteriormente il giocatore nelle atmosfere retrò. Una nota va fatta al doppiaggio: nella versione inglese che abbiamo avuto l’opportunità di provare la voce di Rex Cole è quella di Michael Biehn (vecchia conoscenza di Terminator, Aliens e Abyss), mentre nella versione italiana del titolo il compito è stato affidato a Lorenzo Scattorin, noto ai più per il suo lavoro nei film di Ken il Guerriero.
    Stando a quanto dichiarato dagli sviluppatori la longevità del titolo si attesta intorno alle quattro ore per portare a termine la campagna, ma può salire fino a sette se si decide di esplorare con più dovizia l’isola a nostra disposizione. L’unica perplessità rimane legata all’intelligenza artificiale dei nemici, a tratti altalenante. In alcune situazioni i cyber terroristi si riparavano utilizzando le migliori coperture e aspettando il momento giusto per contrattaccare, mentre in altre, soprattutto nelle fasi all’aperto, si facevano facilmente cogliere alle spalle, senza accorgersi che avevamo semplicemente girato attorno alla roccia dietro la quale si stavano nascondendo.

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