Se siete cresciuti in sala giochi negli anni 90 non potete non conoscere Double Dragon. Il titolo pubblicato da Taito e ideato da Yoshihisa Kishimoto
ha un ruolo di prim'ordine nella storia dei picchiaduro a scorrimento
bidimensionali: meccaniche di gioco semplici e personaggi infinitamente
carismatici, almeno per allora, erano tutto quello di cui i giocatori di
quell'epoca necessitavano per divertirsi. Per rendere omaggio ad un
titolo del genere quindi basterebbe riproporlo nella sua forma
originale, magari in HD o, volendo tentare una via alternativa, si
potrebbe aggiungere un piccolo tocco di modernità, come d'altra parte
avevano già fatto i ragazzi di Wayforward con Double Dragon Neon.
Difficile in ogni caso ritrovarsi per le mani un titolo scadente, e
invece, in un mercato mai avaro di sorprese ci siamo trovati a recensire
un clone di Double Dragon 2, con tanti di quei problemi da
renderlo probabilmente il peggior gioco del 2013. Un giudizio
affrettato? Forse si, a pensarci bene è il peggiore della generazione.Ahahahaha valutate voi.....
Willy,
leader dei Black Warriors, una delle bande più pericolose di una New
York ormai alla mercè del crimine, ha ordinato ai suoi sgherri di rapire
e uccidere Marian, dipinta in questo episodio come sorella di Billy e
Jimmy Lee, gli eroici protagonisti. Spinti da una sete di vendetta
incredibile e dalla voglia di spaccare la faccia a suon di calci e pugni
a quel maledetto, i nostri scendono nei quartieri più malfamati della
grande mela, schiaffeggiando uno dopo l'altro tutti gli avversari che
gli si parano davanti, o dietro, e in questo caso anche sulle diagonali.
Uno dei maggiori stravolgimenti apportati con Double Dragon 2,
infatti, risiede nella completa modifica del sistema di combattimento
che ora, oltre a farvi affrontare gli avversari in linea retta come
accadeva nell'originale vi porterà ben presto a essere circondati senza
poter rispondere in maniera adeguata agli assalti che giungeranno da
otto direzioni diverse. La precedente necessità di allineare i nemici
per poterli atterrare in gruppo e dedicarsi successivamente a quelli
che volevano sorprenderci alle spalle svanisce completamente e la
vecchia strategia lascia il posto a un caos totale su schermo. Se gli
sviluppatori fossero riusciti ad introdurre animazioni fluide e
movimenti rapidi il tutto, forse, avrebbe dato più profondità al
gameplay ma la completa incapacità del nostro alter ego di muoversi in
tempi accettabili rende il gioco frustrante a livelli inimmaginabili.
L'inutile parata attiva, che la maggior parte delle volte non funziona,
viene completamente scavalcata sia dai colpi non diretti sia dagli
attacchi dei bruti più massicci, rendendola un orpello superfluo. A
tutto questo va ad aggiungersi l'infamia dei nemici che non solo ci
circonderanno una volta a terra ma riusciranno a sincronizzare i loro
attacchi alla perfezione tanto da farci rimbalzare come una palla da
basket tra i loro pugni e il pavimento, fino a ucciderci. Fortunatamente
non ci vorrà molto per perire visto che persino il danno è stato
calcolato in modo da snervare il giocatore: un paio di colpi ben
assestati e potremo dire addio alla nostra barra energetica e alla
nostra unica vita. Qualora non aveste ancora abbandonato il titolo,
potrete a questo punto utilizzare uno dei venti gettoni a disposizione
per continuare la partita, scaricare un'onda d'urto sul terreno e
riprendere a combattere. Le tecniche del Sou Setsu Ken a quanto pare
non brillano più come negli anni '90: solo due i tasti dedicati al
combattimento, uno per i pugni e uno per i calci, combinabili tra loro
in un paio di combinazioni e potenziabili tramite la pressione del
grilletto destro. Potrete così tentare di colpire un nemico e, a volte,
anche riuscire ad ucciderlo prima di essere nuovamente atterrati. Non
mancano poi boost ai danni e mosse speciali, con animazioni terribili
ed effetti grafici realizzati in maniera ancora peggiore,sparsi per i
livelli sotto forma di altari di pietra da distruggere. Quattro le
tipologie di mosse speciali, uno solo il risultato: allontanare i nemici
attorno a noi causandogli un discreto quantitativo di danno. Un combat
system piatto, noioso e che non ha nulla da condividere con il passato.
Certo che le novità ci sono, che domande. I ragazzi di Gravity mica potevano lasciarsi sfuggire l'occasione di inserire in una produzione di questo calibro i QTE! Pochi
a dire il vero ma significativi e, per restare in linea con la curva di
difficoltà, dannatamente infami. Era forse il quinto o sesto stage e dovevamo semplicemente saltare da una piattaforma ad
un'altra e aggrapparci al bordo per non cadere e morire. Prima di
riuscirci abbiamo letteralmente bruciato quattro o cinque vite,
semplicemente perché il dannato salto dei personaggi è talmente breve
che se non calcolerete al millimetro le distanze il quick time event per
aggrapparsi alla sporgenza non si attiverà facendovi fare una
bruttissima fine, cose che Lara Croft ancora ci invidia. Nelle altre
occasioni invece si tratta di ripetere tre o quattro volte in serie
sezioni scriptate, nelle quali premere semplicemente un unico tasto come
forsennati. Osservando molto attentamente lo stage potreste anche
notare alcuni oggetti sul pavimento, da raccogliere e scagliare,
mimetizzati alla perfezione con le scabrose texture dei fondali anche
se, e questa è una mossa geniale, gli sviluppatori si sono ben guardati
dall'inserire qualsiasi elemento extra negli scenari, così da
facilitarvi il compito di ricerca... o forse si tratta semplicemente di
un minigioco nel gioco, non abbiamo ben capito. Tagliata brutalmente
la modalità co-op online potrete percorrere i quindici livelli, due
orette scarse di durata totale e zero rigiocabilità ovviamente, anche
con un amico. E vi consigliamo di trovarvi un partner, se non altro per
dividere il supplizio fianco a fianco con qualcuno in grado di
supportarvi moralmente, e poi inviare la vostra impresa nelle classifica
online globale e vedere quanti altri sfortunati hanno acquistato in
buona fede il titolo, pensando di trovarsi per le mani quantomeno un
titolo valido negli anni 90.
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